Autore Topic: Rassegna stampa - Martedì 24 luglio  (Letto 1156 volte)

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oizaL

Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« : Martedì 24 Luglio 2012, 07:31:35 »
(VISTO CHE NON ENTRA TUTTA IN UN SOLO POST, LA RASSEGNA PROSEGUE IN QUELLO SEGUENTE)



CORRIERE DELLO SPORT





Daniele Rindone  - Un blitz al contrario: Tare è tornato a Roma, ha lasciato il ritiro di Auronzo ieri pomeriggio ed è sbarcato in città. E stata una serata lunga, si sono susseguiti vari incontri negli uffici di Lotito. L’operazione principale riguarda Xandao, difensore centrale classe 1988. Nei giorni scorsi è stato trovato l’accordo col giocatore (quadriennale a 400 mila euro più bonus), si sta trattando l’acquisto del cartellino. Xandao è gestito dalla Traffic, scuderia che l’ha tesserato attraverso il Desportivo Brasil. Ieri si sarebbe consumato l’incontro decisivo per il brasiliano: uno dei suoi manager, Marcio Rivellino, è in Italia. Lotito ha alzato l’offerta per chiudere l’affare a titolo definitivo: la proposta è superiore ai due milioni di euro. La distanza si è assottigliata, ballerebbero 500 mila euro. Xandao si sta allenando con lo Sporting Lisbona, i portoghesi hanno il diritto di riscatto fissato a tre milioni, non dovrebbero esercitarlo, se lo faranno saranno guai. Prima alternativa: Rolin del Nacional Montevideo, ma costa 5 milioni. Si lavora senza sosta, va rintracciato un terzino sinistro. Balzaretti non ha deciso il suo futuro, la Lazio s’è lanciata su Federico Peluso dell’Atalanta. Stendardo è promesso ai bergamaschi, il club di Percassi gli ha offerto un triennale: il napoletano aspetta il via libera per lasciare il ritiro di Auronzo, l’infortunio di Diakitè (20 giorni di stop) potrebbe far slittare il trasferimento. Stendardo alla fine andrà all’Atalanta, il cartellino sarà ceduto gratuitamente (è in scadenza nel 2013), in questo modo Lotito conta di ottenere uno sconto per Peluso (valutazione base di 5 milioni).

Attacco, s’è parlato del belga Lukaku (Chelsea), non interessa più alla Lazio, è un obiettivo del passato. Un nome dall’Olanda, un baby bomber che sarebbe entrato nell’orbita di Lotito e Tare: si chiama Viktor Fischer, è una punta duttile, nasce centravanti, sa adattarsi come esterno sinistro. Si tratterebbe di un investimento per il futuro (è un talento per la Primavera, un giovane da lanciare). E di proprietà dellAjax, è danese, è giovanissimo, ha 18 anni (classe 1994), si sta affacciando in prima squadra. Secondo il sito del quotidiano olandese De Telegraaf, la Lazio avrebbe presentato un’offerta considerata bassa. Fischer è nazionale under 19 della Danimarca, ha un contratto fino al 2014. Domenica ha giocato titolare nell’Ajax, è stato protagonista nell’amichevole disputata col Godenzonen (4-0), è stato scelto come uomo partita. Il tecnico Frank De Boer scommette su di lui: «Diventerà importante» . Il Manchester United trama nell’ombra. I giovani vanno scoperti e blindati. La Lazio un anno fa è stata brava ad assicurarsi Keita Balde Diao, 18 anni, attaccante esterno di talento strappato al Barcellona. Quest’anno sarà protagonista con la Primavera: «Sono appena tornato in Italia, prepariamo il nuovo contratto» , ha scritto ieri su Twitter. Nella scorsa stagione è stato frenato da problemi legati al passaporto, la questione è risolta. Contratto chiuso sino al 2015. Incontri di mercato. Ieri sera Lotito ha ricevuto Sebastiani, il presidente del Pescara. Gli abruzzesi pensano a Foggia e Carrizo, vorrebbero uno tra Kozak e Floccari. Il calabrese sta facendo bene, punta a restare, il bomber ceco potrebbe partire. Il Pescara ha una filosofia: i giovani li vuole acquisire assicurandosi il riscatto sulla comproprietà. Lotito non è dello stesso avviso.





 Si attacca con cinque o sei giocatori, calcio offensivo, centrocampisti chiamati a inserirsi, a cercare il tiro in porta. Non dovranno solo correre, ma portare gol buoni per muovere la classifica. Petkovic parte con una dote consistente. La Lazio possiede un ottimo telaio, qualità e alternative non mancano dalla linea mediana in su. Esisteva il dubbio che ci fossero troppi trequartisti. Il ritiro, in realtà, sta portando a conclusioni opposte. Il tecnico bosniaco-croato sta dando un’organizzazione capace di far coesistere i suoi tenori del centrocampo, i giocatori sul campo dimostrano che il processo di adattamento è meno complicato del previsto, confermando la sensazione che sia stata imboccata la strada giusta. Candreva si è preso la fascia destra e sta segnando a raffica, Lulic ha subito fatto capire che potrà muoversi da ala sinistra nel 4-4-2 e troverà la porta ancora più spesso della passata stagione. Uno degli interrogativi principali e più affascinanti appartiene al ruolo di Hernanes. I progressi del Profeta sono incoraggianti, con la necessaria copertura sembra poter assolvere ai compiti di mezzala di costruzione che non gli negheranno la possibilità di andare a cercare il gol. Mauri non è una sorpresa, l’esterno lo ha sempre fatto. Anche Ederson si è messo a disposizione di Petkovic. Tutti stanno trovando collocazione e soddisfazione. Questa è la strada giusta per costruire una grande Lazio.





Un centrocampo da 30 gol. Forse sì. A tenersi bassi bisogna metterne nel conto almeno una ventina. Kvalità chiede Petkovic con il suo italiano gutturale. Qualità assicurano i centrocampisti della Lazio. Ledesma e Cana per l’interdizione, Gonzalez ci mette la corsa, Brocchi tornerà garantendo saggezza tattica e recuperi sul breve. Ma tutti gli altri centrocampisti biancocelesti possiedono il gol facile, amano l’inserimento e il tiro in porta, entrano spesso nel tabellino dei marcatori. Basta ricontrollare i nomi e dare un’occhiata alla carriera: Candreva e Mauri, Ederson ed Hernanes, più Lulic, una freccia. Trequartisti, esterni o mezze-ali di propensioni offensive. Petkovic cerca un calcio propositivo, gli piace attaccare, chiede ai mediani di aggiungersi agli attaccanti di ruolo. Qui ha trovato giocatori di classe e di corsa, quanto di meglio possa sperare un allenatore che vuole portare la squadra nell’altra metà campo. Ci sarà spazio e gloria per tutti se la Lazio riuscirà a garantirsi gli equilibri tattici, mantenendo la compattezza e l’entusiasmo visti in questi primi giorni di ritiro. La storia dei centrocampisti biancocelesti permetterà a Petkovic di giocare anche con una sola punta, se vorrà. Prendete Lulic, il suo allievo. Era stato acquistato da terzino, Reja l’ha scoperto mezzala sinistra. Il bosniaco, al suo primo campionato italiano, ha realizzato 4 gol. E presumibile che possa migliorare ancora con il suo vecchio maestro, ritrovato alla Lazio. Il mister di Sarajevo lo considera quasi un attaccante da tridente. Così giocava nello Young Boys, stagione 2010/11: segnò 6 gol. Un paio danni prima, ancora sotto la guida di Petkovic e con la maglia del Bellinzona, finì il campionato in doppia cifra: 10 gol. Cè qualche preoccupazione in prospettiva per Mauri. Petkovic e la Lazio si augurano di non perderlo e che riesca a dimostrare la propria estraneità: nell’ultima parte dell’ultimo campionato ha segnato gol pesantissimi, 4 in 15 partite. Ne ha sempre segnati cinque o sei a campionato. Stesso discorso per Antonio Candreva, che sembra in crescita esponenziale. Ha chiuso l’ultimo campionato con un bottino di cinque gol, i primi due al Cesena nel girone d’andata e gli altri tre con la Lazio di Reja nel ritorno. Qui ad Auronzo è diventato il bomber dell’estate biancoceleste, andando a segno sei volte in tre amichevoli. Il gioco di Petkovic lo esalta: può entrare in area di rigore e può sfruttare il tiro potente dai venti metri. Qualche gol lo segnerà Ederson, il nuovo acquisto. E stato meno prolifico con il Lione nelle ultime stagioni, ma solo perché non aveva il posto fisso da titolare. Con il Nizza ha avuto una media di 6 o 7 reti a campionato. S’è fermato subito per infortunio, Petkovic ne stava studiando le caratteristiche. Può essere impiegato da esterno d’attacco nel 4-4-2 o da seconda punta. Con l’Auronzo ha strappato applausi: un gol e due assist. Da un brasiliano all’altro. Hernanes arriva con uno score di 19 reti 11 + 8 nel campionato italiano in due stagioni. Il talento di Recife deve superare ancora qualche perplessità relativa al ruolo di regista, più difficile da sopportare rispetto al Brasile. Petkovic ne ha arretrato la posizione, ma non gli ha tolto la possibilità (anzi gli ha chiesto) di cercare l’inserimento offensivo e di andare al tiro. Continuerà a segnare anche il Profeta. E se il mister bosniaco-croato troverà gli equilibri giusti nella fase difensiva, presto scopriremo una Lazio da applausi.





Si attacca con cinque o sei giocatori, calcio offensivo, centrocampisti chiamati a inserirsi, a cercare il tiro. Non dovranno solo correre, ma portare gol buoni per muovere la classifica. Petkovic parte con una dote consistente. La Lazio possiede un ottimo telaio, qualità e alternative non mancano dalla linea mediana in su. Esisteva il dubbio che ci fossero troppi trequartisti. Il ritiro sta portando a conclusioni opposte. Il tecnico bosniaco-croato sta dando un’organizzazione capace di far coesistere i suoi tenori del centrocampo, i giocatori dimostrano che il processo di adattamento è meno complicato del previsto, confermando la sensazione che sia stata imboccata la strada giusta. Candreva si è preso la fascia destra e sta segnando a raffica, Lulic potrà muoversi da ala sinistra e troverà la porta più spesso della passata stagione. Uno degli interrogativi più affascinanti appartiene al ruolo di Hernanes. I progressi del Profeta sono incoraggianti, con la necessaria copertura sembra poter assolvere ai compiti di mezzala di costruzione che non gli negheranno la possibilità di cercare il gol. Mauri non è una sorpresa, l’esterno lo ha sempre fatto. Anche Ederson si è messo a disposizione. Tutti stanno trovando collocazione e soddisfazione. Questa è la strada giusta per costruire una grande Lazio.

Contano i principi tattici, non il modulo. Petkovic non l’ha ancora scelto, anche se un’idea chiara dev’essersela fatta: nelle prime tre amichevoli ha puntato sul 4-4-2, sviluppando una serie di soluzioni e di alternative sorprendenti. L’ha ritoccato e plasmato più volte, disegnandolo su misura per le caratteristiche degli interpreti. Modifiche e accorgimenti che mai hanno messo in discussione i principi: la ricerca costante del gioco, del movimento e della velocità attraverso il possesso del pallone, le diagonali a formare dei triangoli per avere più soluzioni di passaggio, il fraseggio corto e la manovra allargata all’improvviso sulle fasce, sei giocatori ad attaccare e quattro a coprire, il pressing per non esporsi al contropiede, una difesa aggressiva. Il 4-4-2 classico, con il centrocampo in linea, non s’è quasi mai visto. E diventato a volte 4-1-4-1 e in altre circostanze 4-2-4, il tecnico bosniaco-croato ha testato anche il 4-3-1-2 e il 4-2-3-1. Tutte le prove ruotavano sempre intorno al medesimo canovaccio e non tradivano i concetti di partenza. Petkovic non è un integralista. Gli piace attaccare, ma dà l’idea di essere un tecnico pragmatico. Due risultati dopo quindici giorni di lavoro sembra averli già raggiunti: i giocatori lo seguono e si applicano, credono nel progetto, garanzia necessaria di successo. E poi questa Lazio gioca a calcio, dimostra di possedere una fisionomia, un’idea chiara di come stare in campo e controllare la partita, tenendo alto il ritmo per novanta minuti anche nelle amichevoli con i dilettanti. In attesa dei test più attendibili, delle verifiche di livello con Siena e Torino, un viaggio dentro il calcio di Petkovic aiuta a capire come si articolerà il nuovo corso. In Svizzera, il suo Young Boys aveva sbalordito e segnato valanghe di gol, sfiorando lo scudetto. Con la Lazio sogna di sorprendere il campionato italiano. Non fa lo sbruffone, non si atteggia a mago. Ha studiato la zona e il calcio totale all’olandese. Senza Radu, perso Breno e prima di conoscere il centrale che gli regalerà Lotito, ha messo nel cassetto l’idea di provare la difesa a tre. Così per adesso sta attingendo alla scuola del 4-4-2, mettendoci qualcosa di suo nell’interpretazione.

Il triangolo no, non l’avevo considerato, cantava qualche anno fa Renato Zero. Il calcio dei triangoli è il credo tattico di Petkovic. Si vedono bene negli addestramenti tattici di Auronzo e anche in partita. Il 4-4-2 si può fare in tanti modi. L’ordine del tecnico di Sarajevo è quello di sfalsare le posizioni. Dei due mediani, uno deve essere più avanzato rispetto all’altro. Un incontrista e una mezzala di costruzione, questo è l’abbinamento preferito. Gli esterni si dispongono sulla diagonale rispetto all’interno più vicino. Fronte d’attacco diviso, ma le due punte non sono mai sulla stessa linea. Una agisce più dietro e sulla stessa verticale del playmaker basso, una più avanti dalla parte del centrocampista avanzato. Almeno uno dei due terzini deve salire. Questo tipo di disposizione consente alla squadra di trovare maggiore profondità e più linee di gioco per sviluppare una fitta ragnatela di passaggi. Si forma la cosiddetta piramide, è come se i giocatori (attraverso le proprie posizioni) formassero dei triangoli sul campo. L’effetto: chi porta palla, si ritrova almeno con tre soluzioni di passaggio. La squadra si trasforma in uno sciame. Tutti sono più vicini alla zona in cui gravita il pallone, così è più facile giocare, così è più semplice far scattare il pressing. La teoria dei triangoli è sempre valida, con ogni modulo. E’ una filosofia di gioco e di movimento per coprire il campo. Calcio propositivo, ad alta velocità. Il concetto non cozza con la melina classica del possesso palla. Petkovic gioca in modo diverso da Luis Enrique. E importante che il giocatore si disfi subito del pallone, due o tre tocchi, non di più. Niente sbadigli. Il tecnico bosniaco-croato non ama chi si mette a correre tenendo la palla al piede: Zarate lo ha coccolato, ma gli ha subito chiesto di registrarsi su questa lunghezza d’onda. Anche il passaggio di cinque metri va bene, purché il pallone continui a girare. La Lazio di Reja era lenta, compassata, prevedibile. Scattava solo chi aveva cambio di passo (Lulic, Candreva, Mauri) e la squadra finiva per sbattere sul muro avversario, soprattutto con le piccole all’Olimpico. Il mister di Sarajevo ha chiesto movimento e di sveltire la manovra. La palla si gioca, sempre e comunque. E si corre. Ritmi alti o almeno sostenuti, non da sonno. S’è visto con il Montebelluna: la Lazio cerca il gol attraverso l’applicazione degli schemi e del calcio richiesto da Petkovic, macinava gioco come se fosse un’esercitazione. Fondamentale la condizione fisica: con la preparazione faticosa, ma anche divertente, imposta da Rongoni, molti giocatori oggi si sentono meglio e hanno riacquistato vitalità. Serve brillantezza di gambe per giocare bene a calcio.

Tagli e inserimenti, profondità e imprevedibilità della manovra. Piace attaccare a Petkovic e la sua Lazio proverà a portare nell’area avversaria anche sei giocatori. Pioveranno e arriveranno da tutte le parti i biancocelesti, sfruttando le progressioni di Lulic, gli inserimenti di Gonzalez, il tiro di Hernanes, i ricami di Candreva, l’intelligenza tattica di Klose, abilissimo a mandare in porta i suoi compagni, e forse il talento di Zarate (se verrà riabilitato totalmente). In allenamento e in partita, si sente benissimo l’ordine di Marchetti alla squadra. «Tre più uno» , è un richiamo costante. Quando la Lazio attacca, se uno dei due terzini si è sganciato per accompagnare la manovra, tre difensori più un centrocampista dovranno restare a guardia. Petkovic ritiene che quattro giocatori, se perdi palla, siano sufficienti per difendere. Difficilmente si troveranno in inferiorità numerica, poi conterà la velocità, labilità individuale, gli automatismi al momento di scalare le marcature. Ovviamente il concetto del «tre più uno» vale con la Lazio in possesso di palla. Se l’azione è finita, tutta la squadra velocemente si ridispone e si mette in fase d’attesa.

Gioco rischioso, ma affascinante. La sfida è questa nel campionato italiano. Sono costanti le esercitazioni di Petkovic. Per giocare così e non scoprire la difesa, è fondamentale mantenere a lungo il controllo del pallone oppure riconquistarlo in fretta. Così si ricorre al pressing. Il pallone bisogna riprenderlo nella stessa zona in cui è stato perso, ecco perché la squadra esprime un gioco aggressivo e dimostra una propensione offensiva. Anche i mediani sono chiamati ad andare a catturare il pallone nell’altra metà campo. Questa è la fase su cui occorrerà maggiore allenamento. Nelle prime tre amichevoli la Lazio non ha preso gol, ma in qualche circostanza non ha mantenuto le distanze giuste sul campo. Con i dilettanti è stato possibile apprezzare la fase offensiva. Domani con il Siena, giovedì con il Torino e nelle amichevoli più impegnative di agosto, sarà interessante scoprire e verificare come la squadra biancoceleste terrà il campo e se si dimostrerà equilibrata, compatta e solida anche in fase di non possesso. Una buona difesa, insegnano i maestri del pressing, inizia con il lavoro degli attaccanti. La squadra deve restare corta. Servono difensori veloci, aggressivi, attenti in marcatura. Ai palleggiatori capaci di avviare l’azione, Petkovic predilige stopper duri ed efficaci, che restino incollati in marcatura: davanti decide la qualità, dietro bisogna essere bravi a non prenderle. Segnali di pragmatismo, ottima notizia. Nessuno ha inventato il calcio, molti concetti sono comuni a tanti allenatori. Per alcune combinazioni di gioco, i movimenti offensivi possono far tornare in mente la prima Lazio di Delio Rossi, che giocava con il 4-4-2. Cross da una fascia, l’altro esterno va a chiudere l’azione sul secondo palo. Un classico. Ma Petkovic, chiedendo a uno dei due centrocampisti centrali di aggiungersi ai due attaccanti, lavora anche su una variazione del tema. Accade spesso (si è visto quando erano in campo Mauri e Candreva) che uno dei due esterni di centrocampo (a seconda della fascia in cui si sviluppa l’azione) si accentri e si avvicini invece di attaccare. Si chiamano coperture preventive in fase di possesso. Prima ancora che si concluda l’azione e nell’eventualità di perdere il pallone, c’è chi si prepara alla fase difensiva. La Lazio ha ripreso a muoversi anche senza pallone: era uno dei limiti del passato su cui lavorare.



oizaL

Re:Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #1 : Martedì 24 Luglio 2012, 07:33:50 »
CORRIERE DELLO SPORT
















Venti giorni ai box, si temeva uno stop più lungo. Sospiro di sollievo per Modibo Diakitè, ieri alla clinica Paideia è stato sottoposto ad accertamenti radiografici, tac e risonanza magnetica alla gamba sinistra in seguito al trauma riportato durante l’amichevole giocata sabato pomeriggio. «Tali accertamenti non hanno evidenziato fratture o cedimenti del callo osseo in corrispondenza della pregressa frattura da stress che l’atleta riportò due anni fa. E stata altresì evidenziata la presenza di un edema in corrispondenza della parte più profonda dell’osso. Per tale motivo il consulente ortopedico dott. Stefano Lovati, ha ritenuto opportuno prescrivere un periodo di circa venti giorni di riposo, durante il quale l’atleta verrà sottoposto a trattamenti specifici», è il testo del bollettino medico diramato dalla Lazio sul sito ufficiale. Diakitè non rientrerà ad Auronzo di Cadore, si curerà a Roma, salterà il ritiro di Fiuggi, spera di tornare in campo prima del 15 agosto. Sarà sottoposto immediatamente alle cure del caso, la paura è passata. Si era temuto il peggio, è stato riscontrato solo un edema, non ci sono fratture, una buona notizia per la Lazio e per Petkovic. Diakitè vive un momento particolare, ma ha un carattere forte, è una roccia. Il francese si è sempre rialzato dopo ogni infortunio, anche dopo quelli più gravi, e la vicenda contrattuale che lo riguarda non lo sta distraendo. La Lazio sta provando a blindarlo, i contatti col manager Savini sono continui. Nelle ultime settimane c’è stato un avvicinamento, i colloqui proseguiranno, ci saranno nuovi incontri con la società biancoceleste. Diakitè è in scadenza nel 2013, il presidente Lotito gli ha offerto un rinnovo di cinque anni, non c’è accordo sulle cifre. La distanza tra domanda e offerta è ancora abbastanza ampia, la trattativa va avanti. Servono aggiornamenti, la società sè detta sempre ottimista, è convinta di strappare il sì del giocatore. Diakitè fa parte del progetto, è un giovane su cui puntare, un giocatore che ha dimostrato maturità e crescita. L’anno scorso è stato tra i migliori della squadra, è migliorato anche tecnicamente.

Diakitè venti giorni ai box e oggi si conosceranno con esattezza i tempi di recupero di Ederson. L’italo-brasiliano è atteso in Paideia, sarà sottoposto a controlli strumentali, anche lui verrà visitato dal professor Stefano Lovati, ortopedico di fiducia della Lazio. Ederson sera fatto male ad Auronzo nei giorni scorsi, s’era procurato un trauma contusivo-distorsivo del ginocchio destro con interessamento parziale del legamento collaterale mediale. Gli è stato applicato un tutore al ginocchio, per evitare sforzi non ha poggiato il piede destro per terra. Spera di rientrare in campo tra meno di tre settimane. Era finito ko dopo un contrasto con l’amico Hernanes, non ha mai perso il sorriso, non fa parte del suo modo di essere. Ederson vuole tornare più forte di prima, si è ambientato alla perfezione, nelle prime settimane di ritiro s’è fatto apprezzare per forza tecnica e duttilità. Il centrocampista scalpita, vuole rientrare il prima possibile, in questi giorni ha lavorato in palestra. La lesione del legamento preoccupa e vanno scongiurati problemi al menisco. Ederson si sente meglio, la speranza di rivederlo in campo presto si rafforza. C’è bisogno di lui, può ricoprire più ruoli, sa fare gol, dovrà rivelarsi un’arma vincente. Lotito l’ha preso perché lo ritiene un campione e da campione lui dovrà giocare.




LA GAZZETTA DELLO SPORT

















Trentuno in tre partite. Tanto per cominciare. Se il buongiorno si vede dal mattino quella di Petkovic sarà una Lazio dal gol facile. Le trentuno reti realizzate nelle prime tre uscite stagionali, anche se contro avversari di modesto spessore (Auronzo, Cadore e Montebelluna), sono un biglietto da visita molto interessante in tal senso. È ovvio che non sono certo tre amichevoli contro squadre dilettantistiche a poter far emettere sentenze definitive. Ma a delineare una tendenza sì. Ed è appunto quella di una squadra che il nuovo tecnico sta costruendo con un’impronta ben precisa: cercare sempre e comunque un gioco d’attacco finalizzato al gol.Quando gli avversari saranno più consistenti (e sotto questo punto di vista i prossimi test con Siena e Torino saranno molto interessanti) magari i gol non arriveranno così copiosi. E, forse, questo atteggiamento spregiudicato potrà prestare il fianco a qualche rischio in più in fase difensiva. Però la nuova Lazio targata Petkovic promette comunque di segnare tanto e, quindi, di divertire. Per la gioia dei tifosi ed anche degli attaccanti. Che sono i primi beneficiari dell’atteggiamento ultra- offensivo di una squadra.

Non a caso, a parte capitan Rocchi (che però ha saltato una partita), le punte biancocelesti sono già tutte andate a segno a ripetizione nelle amichevoli fin qui disputate. Quattro gol a testa per Zarate, Alfaro e il giovane Rozzi; due per Floccari e Kozak. «Sembra che il gioco stia cambiando rispetto allo scorso anno e per un attaccante comeme è meglio che arrivino molti cross—ha detto il ceco a Lazio Style radio—. Rozzi? È la sorpresa del ritiro». La parte del leone l’ha però fatta un centrocampista, sia pure offensivo: Candreva, andato a segno per ben 6 volte. Bene anche Hernanes che ha timbrato 3 volte nonostante Petkovic lo utilizzi in posizione più arretrata, da centrale basso. Due gol invece per Ledesma e Gonzalez, mentre si sono fermati a uno Mauri e il nuovo acquisto Ederson (bloccato da un infortunio dopo la prima uscita). E chissà cosa succederà quando all’attuale parco attaccanti si aggiungerà l’elemento che ha maggiore dimestichezza col gol,Miro Klose. L’arrivo del tedesco è ormai imminente. Sarà a Roma nel fine settimana per poi unirsi ai compagni a Fiuggi, dal 30 luglio. Klose ha già avuto modo di parlare con Petkovic e arriverà dunque in ritiro con le idee sufficientemente chiare sul tipo di gioco che la Lazio praticherà quest’anno. Un gioco che a Klose piacerà perché avrà molte più opportunità in fase offensiva. Che poi questa svolta tattica si sposi anche con equilibri che consentano alla squadra di non subire troppo è un altro discorso. Ma di questo ci sarà tempo e modo di preoccuparsi. Intanto la rivoluzione offensiva di Petkovic continua a fare proseliti. E a creare grandi attese.





REPUBBLICA








CORRIERE DELLA SERA








IL TEMPO












LA STAMPA








TUTTOSPORT





Cairo prova anche ad aprire un varco su Floccari , attaccante centrale di riferimento e movimento, generoso e motivato, che Ventura vedrebbe bene in coppia proprio con Barreto. Il problema? Al di là dell’ingaggio (1,350 milioni fino al 2014), Cairo lo vorrebbe in prestito con diritto, come il Parma nella scorsa stagione. Ma Lotito ripete: «Lo posso vendere, ma non lo presto». E chiede 5 milioni. «E Kozak , altro obiettivo per l’attacco? «No, lui non è sul mercato», ha detto il patron laziale a Tuttosport . Su Floccari c’è anche il Pescara. E il Siena. Per Floccari, Cairo incontrerà Lotito giovedì, ad Auronzo di Cadore, a margine dell’amichevole proprio tra Toro e Lazio. La sensazione, comunque, è che a meno di colpi di scena sarà una trattativa a dir poco lunga. Per tanti aspetti connessa anche alla possibile partenza di Bianchi

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feiez

Re:Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #2 : Martedì 24 Luglio 2012, 07:52:48 »
 :-*
Grazie

Offline aquilafelyx

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Re:Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #3 : Martedì 24 Luglio 2012, 08:00:20 »
Danke !
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline lollapalooza

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Re:Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #4 : Martedì 24 Luglio 2012, 08:04:05 »
Thanks!


Offline AlenBoksic

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Re:Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #5 : Martedì 24 Luglio 2012, 08:15:51 »
Hvala
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Voglio 11 Scaloni

Offline DinoRaggio

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Re:Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #6 : Martedì 24 Luglio 2012, 09:12:53 »
Azz, addirittura un dossier sul Coriere!  :o Dopo il rombo rossiano, ora ci abbiamo il calcio dei triangoli petkoviciano.

Proseguisco con i ringraziamenti in tutte le lingue con dziękuję bardzo ad oizaL per la sua imprescindibile rassegna stampa mattutina.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline cartesio

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Re:Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #7 : Martedì 24 Luglio 2012, 09:24:06 »
Grazie, caro.   :P
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

mrmoto

Re:Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #8 : Martedì 24 Luglio 2012, 10:51:07 »
Cheers, buddy!

Offline MCM

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Re:Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #9 : Martedì 24 Luglio 2012, 10:56:58 »
grazie

shaolin

Re: Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #10 : Martedì 24 Luglio 2012, 11:24:04 »
thanks dude :)

Offline Eagles71

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Re:Rassegna stampa - Martedì 24 luglio
« Risposta #11 : Martedì 24 Luglio 2012, 11:37:27 »
Grazie oizaL!!!!!!!!

Mister Petkovic...a me me piace (cit)
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!