Autore Topic: Megaupload.com chiuso dall'FBI  (Letto 2761 volte)

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Offline lollapalooza

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Re:Megaupload.com chiuso dall'FBI
« Risposta #20 : Lunedì 23 Gennaio 2012, 16:43:01 »
Filesonic ha chiuso volontariamente il servizio di sharing; in pratica l'utente può scaricare solo i dati che ha caricato.

E dubito che attacchi DDoS, per quanto massicci, possano scoraggiare i feds.
Per dire: New Zealand, Hong Kong, the Netherlands, Canada, Germany, the UK, Phillipines, questi sono gli Stati le cui autorità hanno collaborato con l'FBI per la chiusura di MU.com.

Pare invece che Rapidshare sia per il momento al sicuro, almeno così sostengono gli Admin, anche se non si sa bene su quale base.





Offline lollapalooza

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Re:Megaupload.com chiuso dall'FBI
« Risposta #21 : Martedì 24 Gennaio 2012, 11:05:17 »
Status on File Sharing Sites:

Megaupload - Closed.

FileServe - Stopped filesharing. You can only download your own files. Deleting multiple files. Banning Premium accounts. Closed Affiliate Program.

FileJungle - Deleting files. Owned by Fileserve (same as above). Testing USA IP addresses blocking.

FileSonic - Stopped filesharing. You can only download your own files. Closed Affiliate Program. Changed server location Jan 22, 2012. Taken down it's Facebook page Now using Digital fingerprinting. Files are being deleted as soon as uploaded (as Hotfile did).

UploadStation - Owned by Fileserve (same as above). Testing USA IP addresses blocking.

VideoBB - Closed Affiliate Program.

Uploaded - Banned U.S. and the FBI went after the owners who are gone.

FilePost - Started suspending accounts with infringing material (as Hotfile did)

Videoz - Closed Affiliate Program.

4shared - Deleting files with copyright and waits in line at the FBI.

MediaFire - Called to testify in the next 90 days and it will open doors pro FBI

Org torrent - could vanish with everything within 30 days "he is under criminal investigation"

Network Share mIRC - awaiting the decision of the case to continue or terminate Torrent everything.

EnterUpload - Down (Redirect)

source


zorba

Re:Megaupload.com chiuso dall'FBI
« Risposta #22 : Giovedì 26 Gennaio 2012, 07:40:59 »
(ilfattoquotidiano.it)



Vita quotidiana senza Megavideo
Tra “disperazione” e alternative


Lo streaming e il downloading detta abitudini, gusti, consumi mediatici. secondo la Fimi, Federazione Industria Musicale Italiana sono circa 6 milioni gli italiani che scaricano materiale multimediale

Si fa, ma non si dice. Per milioni di italiani è un’abitudine quotidiana, come la radio la mattina o il tg all’ora di cena, eppure pochi si sognerebbero di farlo sapere pubblicamente: è illegale d’altronde. Con la chiusura del network Megaupload e Megavideo – sterminata prateria di film, software, serie televisive – e con l’autocensura di numerosi portali simili che temono di fare la stessa fine, il caso è esploso finendo sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Ma da anni – e probabilmente per molto tempo a venire – lo “streaming”, il “download” il “file sharing”, il “bit-torrent”, tutto ciò che permette di fruire di contenuti multimediali,  ha generato una realtà così radicata e diffusa, che è riduttivo guardarla solo dal punto di vista dell’attualità: è un fenomeno anche culturale.

Lo streaming e il downloading detta abitudini, gusti, consumi mediatici: “Sarei anche disposta a pagare, ma le ‘mie’ serie  in Italia non si riescono a recuperare in nessun modo. Come devo fare adesso?” ci dice Cristina, una studentessa bolognese. Non è l’unica a dirsi “disperata senza Megavideo” tra i vari utenti che abbiamo interpellato. Ma la maggioranza, senza farsi troppi crucci, è semplicemente migrata su altre piattaforme e lo streaming si è interrotto solo per una sera. Il giorno dopo tutti come prima: si spegne la tv, la sera, e si guarda una serie. Si torna dal lavoro, e si scarica un film. Si esce da casa la mattina, e si lascia il torrent collegato.

I numeri del fenomeno “cyberlocker”,  dei siti e software che danno accesso a file, sono impressionanti: secondo la Fimi, Federazione industria musicale italiana (che da anni si batte contro la condivisione di contenuti protetti da copyright), sono circa 6 milioni gli italiani che li utilizzano; Megavideo il portale che risultava di gran lunga il più conosciuto e più utilizzato, contava 1,7 milioni di utenti solo a casa nostra. Numeri da capogiro anche per gli altri strumenti per “scaricare”: il sistema di file sharing eMule conta 990 mila utenti; i client BitTorrent, sistema solo all’apparenza più “nerd”, battono tutti con i suoi 8 milioni di utilizzatori.

L’obiettivo è uno e uno solo: accedere a una sterminata biblioteca di file, 800 mila solo in Italia. Certo, è un reato, è tutto vietato. Ma anche se il boss di Megavideo si faceva miliardario piratando le serie delle Hbo, per molti, se non per tutti, “guardare in streaming” è un crimine quanto lo era copiare le musicassette negli anni Ottanta. Praticamente nessun crimine. Troppo comodo avere tutte le puntate, di tutte le stagioni, di tutte le serie, a disposizione con un click anche mesi prima che arrivino – se arrivano – da noi.

Un fenomeno di queste proporzioni si può fermare? Gli utenti sono sicuri: no! “Problemi ne trovo solo se cerco link un po’ vecchiotti, ma per il resto ci sono gli spacciatori di video alternativi a Megavideo” ci dice Diana, 32 anni, restauratrice. Gaia, invece, di qualche anno più grande, fa un ragionamento culturale: “A me che piace vedere le serie dall’inizio alla fine, una puntata dopo l’altra. Quello che ci è stato tolto non è lo streaming, ma il lavoro immenso di raccolta che Megavideo aveva fatto: ora sembra di essere tornati a 3 anni fa”.

Molti sono corsi ai ripari: “Con videoWeed, Movshare, Novamov” ci dice Silvia; Mino, libraio leccese emigrato a Berlino denuncia: “La dura vita dello streamer è ancora più dura”, mentre Adam, bolognese, è passato al download e non ha problemi: “Il tempo che preparo il caffè il film è scaricato, poi finisce e il film lo cancello per fare spazio al film dopo”. Anche quelli meno “smanettoni”, insomma, si sono riversati su alternative di ogni tipo. E’ un fiume impetuoso che nessuno può fermare. Antonio, musicista siciliano di 32 anni, fa il suo pronostico ricordando un caso celebre: “Napster docet. Niente può fermare la condivisione”.

Napster venne chiuso nel luglio 2001: era stato il primo software ad aprire le terre inesplorate del file sharing a tutti, anche agli utenti senza grandi capacità informatiche. Era un’era geologica fa dal punto di visto della tecnologia digitale, ma da allora sono cambiati gli strumenti, non certo il bisogno innato di condivisione spinta. Quando chiusero Napster, YouTube – come Facebook, Twitter, ecc. – era di là da venire. Adesso, con un po’ di pazienza, anche sul portale video si possono trovare serie e film in spezzoni da dieci minuti l’uno. Fermare streamer e downloader è praticamente impossibile. Megavideo o no.


zorba

Re:Megaupload.com chiuso dall'FBI
« Risposta #23 : Venerdì 27 Gennaio 2012, 18:07:20 »


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Offline DinoRaggio

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Re:Megaupload.com chiuso dall'FBI
« Risposta #24 : Venerdì 27 Gennaio 2012, 20:08:00 »
Da corriere.it

Acta, l'Ue aderisce al trattato anti-pirateria
Provider costretti a fornire i dati di chi scarica illegalmente
La Rete: «Attentato alla privacy». La Fimi: colpo alla criminalità



MILANO - Anche l'Ue aderisce al trattato Acta. Si tratta di un accordo internazionale per arginare la pirateria online e la contraffazione dei beni immateriali. In base a questa normativa, pubblicata online, il provider interpellato dal detentore del diritto d'autore violato dovrà fornire l'identità dei soggetti che scaricano o condividono contenuti protetti dal copyright per poi agire contro di loro. Si tratta del tentativo di intervenire in modo omogeneo su un tema di grande interesse soprattutto per i settori industriali gravemente danneggiati dai download illegali. Tuttavia non mancano le critiche da parte degli operatori della Rete, per i quali «il diritto alla privacy degli utenti viene messo in secondo piano rispetto alle esigenze del mercato». L'adesione all'accordo siglata giovedì mattina a Tokyo andrà in discussione a Strasburgo nei prossimi mesi. Ci saranno diverse votazioni al Parlamento Europeo prima del voto finale di quest'estate. Ed è facile immaginare che l'attenzione sarà molto alta, da entrambi i fronti.

LA PROTESTA - Per Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale, si tratta di un provvedimento «liberticida», che potrebbe avere «un impatto negativo sulla libertà di espressione, l'accesso alle medicine ma anche alla cultura e alla conoscenza». I blog di settore ribollono, temendo la stretta sul copyright già annunciata dalle proposte di legge americane Sopa e Pipa, e in Italia dall'emendamento Fava. Tom's hardware parla di «guerra termonucleare alla pirateria». Fulvio Sarzana, sul suo blog sottolinea le ripercussioni negative che un'applicazione estensiva delle nuove norme avrà sui soggetti più deboli, citando un caso estremo: «Acta consentirà ad esempio di ottenere da un'Università Africana che studia un vaccino contro l’Aids il nominativo dei ricercatori che lavorano alla creazione di un farmaco generico e di poterli quindi sottoporre a procedimento per violazione di brevetto». Un altro avvocato specializzato in tematiche digitali, Marco Scialdone, la pensa allo stesso modo: «I provider possono fornire dati solo ad autorità giudiziaria. La tendenza è invece una sorta di privatizzazione della giustizia. E questo non è ammissibile».

LA POSIZIONE DEI PRODUTTORI - «Queste polemiche sono eccessive - argomento Enzo Mazza, presidente della Federazione industria musicale italiana -. L’accordo con modifica nessuna norma comunitaria o italiana ma armonizza solo le procedure per rendere più efficace la lotta alla pirateria e alla contraffazione posta in essere da organizzazioni criminali come Megaupload o dalla camorra». Parere condiviso da Riccardo Tozzi, presidente dell'Anica: «La legge deve assolutamente proteggere la libertà d’espressione in rete - premette il leader dei produttori cinematografici in un comunicato diffuso sul sito dell'associazione - allo stesso tempo, però, servono regole per garantirci tutela da chi usa a scopi commerciali opere intere».

Antonio Castaldo
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)