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Autore Topic: "No Racism" per tutto il campionato  (Letto 22072 volte)

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zorba

Re:"No Racism" per tutto il campionato
« Risposta #440 : Sabato 12 Gennaio 2013, 13:10:57 »
(Corriere della Sera 12.01.2013)

Tolleranza zero

(di Rinaldo Frignani)

Una partita nella partita. Un match che all’Olimpico comincia già un’ora prima che Lazio o Roma scendano in campo. Un briefing riservato nel quale adesso più che mai si studierà non solo come intervenire in caso di problemi di sicurezza e ordine pubblico, ma anche come stroncare subito i «buu» razzisti e qualsiasi altra manifestazione di intolleranza. Mercoledì scorso l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale, d’accordo con il capo della polizia Antonio Manganelli, ha ribadito che sulla questione ci sarà un giro di vite già da oggi in tutti gli stadi: agli insulti contro un giocatore di colore risponderà immediatamente il dirigente di pubblica sicurezza che potrà anche decidere di interrompere la partita. Da domani pomeriggio, con Lazio- Atalanta, questo compito toccherà ancora una volta al primo dirigente Bruno Failla, capo del commissariato Prati, da quattro anni responsabile della sicurezza all’Olimpico e anche del Gos, il Gruppo operativo sicurezza che gestisce il Centro radio stadio, la sala con le vetrate in cima alla tribuna Monte Mario che sorveglia ogni angolo dell’impianto. «Contro gli episodi di razzismo sarà tolleranza zero – assicura Failla – con la massima applicazione di tutte le normative previste in questi casi». Ma l’Olimpico non è lo stadio di Busto Arsizio, dove l’amichevole Pro Patria- Milan è stata interrotta e annullata per i cori razzisti contro Boateng. «Siamo pronti a prendere tutte le misure necessarie per stroncare sul nascere qualsiasi insulto razzista, ma interrompere un incontro al quale stanno assistendo 70 mila tifosi non è semplice – aggiunge il funzionario di polizia -. Sulla base delle direttive del questore Fulvio Della Rocca, abbiamo messo a punto una procedura con un crescendo di iniziative». Prima quattro spot con annunci dall’altoparlante: il primo, più soft, con la spiegazione ai tifosi che è vietato prendere di mira i giocatori con cori o striscioni razzisti, il secondo ricordando le multe alle società e la squalifica del campo, gli altri sempre più specifici, con la prospettiva della sospensione della partita, di identificazioni e denunce. Se non dovesse bastare ci sarà lo stop all’incontro. «A quel punto la terna arbitrale sarà invitata a concentrare tutti i giocatori a centrocampo per alcuni minuti e, se questo non dovesse essere ancora sufficiente, allora tutti rientreranno negli spogliatoi. Ma si tratta dell’extrema ratio, come quella di ordinare l’annullamento e il rinvio della gara. Speriamo di non dover fare mai ricorso a queste eventualità». L’argomento è piuttosto delicato e a Roma, con due tifoserie tanto importanti a livello nazionale, ancora di più. Paradossalmente c’è il rischio che i cori razzisti possano essere utilizzati per far sospendere una partita che si sta perdendo oppure che slogan e fischi indirizzati a un avversario – in quanto tale e non per il colore della pelle – possano essere confusi con atti di intolleranza. Serve quindi grande equilibrio. «Ma anche un controllo di tutto quello che accade allo stadio. Abbiamo tutti gli strumenti per distinguere cosa viene urlato e chi è coinvolto in quel momento – avverte ancora il dirigente -. Possiamo identificare persone, bloccarle all’uscita dallo stadio, punirle con daspo di 5 anni e denunce penali, fino all’arresto». Agenti in borghese sono affiancati alle squadre di steward per raggiungere in pochi istanti ogni punto dell’Olimpico. «Al briefing – conclude Failla – partecipano i sei arbitri, i delegati della procura federale e i delegati alla sicurezza delle due società. In campo, accanto al quarto uomo, c’è un ispettore di polizia pronto a informarmi su tutto ciò che avviene sul terreno di gioco». Un sistema collaudato, come tutto l’impianto di sicurezza dell’Olimpico. Ma un ruolo importante ce l’hanno anche i tifosi. «Se lo stadio si rivolta contro quei pochi che gridano buu a un giocatore allora non c’è motivo di sospendere la partita. A zittirli ci penseranno tutti i tifosi ». Parola di poliziotto.