il campionato si è deciso a via bertani, trastevere.
due anni fa la situazione era simile come ben si ricorderà.
ero a casa davanti alla tv, l'inter non segnava e la roma era virtualmente campione.
l'ultima di campionato si giocava in concomitanza con la festa di via bertani: una giornata con giochi, musica e spettacoli che anima la strada per l'intera giornata.
non sostenendo più la tensione scelsi di uscire da casa e andai alla festa dove incontrai uno storico fratello biancoceleste con cui vivemmo la tensione del momento, senza radiolina, senza niente.
quando la fine sembrava prossima arrivò la telefonata di un'amica che ci avvisava del gol di ibra.
l'inter fu campione e la giornata proseguì allegra e festosa, Roma era salva!
ieri ero a casa davanti alla tv, moglie e figlio fuori.
dopo 45' la roma è campione d'italia, l'inter ferma al palio.
decido di provarci. il caso vuole che ancora una volta è il giorno di via bertani, giù nel cuore di trastevere, c'è la festa della via.
mi vesto, lascio la televisione accesa e esco.
la speranza è di ripetere l'alchimia passata, dovrei ri-incontrare emiliano, come 2 anni fa, dovremmo soffrire insieme, commentare la rovina di roma, quanto mai prossima, maledire cristo e stringerci a corte in attesa dell'apocalisse: a quel punto dovrebbero riposizionarsi gli astri, allinearsi i pianeti e l'inter la dovrebbe buttare dentro la nostra salvezza
esco di casa, arrivo a via bertani e lo vedo: emliano! sale la via con aria sconsolata in compagnia di un nonstro amico: neutro ma presente anche lui 2 anni fa!
si fa strada la speranza....
mi confessa che anche lui ha ricordato e sperava di incontarmi, stiamo là a sbofonchiare, consumati dalla tensione, le orde sono alle porte, la fine ancora una volta pare prossima.
via bertani ancora è mezza vuota, non ci sono radioline, non capto nulla, un bambino ha una maglia della roma, presagio della tragedia in arrivo.
decido di chiamare un cellulare: una voce straziata dalla fatica mi sussurra un nome:m..iil..to. eh? milito cazzo, milito!!
guardo emiliano, basta così, ha capito.
rimaniamo dove siamo, in un fazzoletto di san pietrini: le parole non servono.
insieme al neutro proviamo a parlare d'altro, salutiamo un paio di amici, facciamo finta che niente fosse, passano 30 minuti che sembrano 30 giorni.
vediamo qualche faccia spaurita intorno a noi, sofferente.
noi siamo un muro psichico: a un passo dalla leggenda, sappiamo che stiamo decidendo il destino di Roma.
poi mi richiama l'amico di prima: la festa può cominciare.