Autore Topic: La Colonna Infame  (Letto 11123 volte)

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Offline sassoxsasso

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #40 : Venerdì 7 Maggio 2010, 02:15:30 »
".......il precoce infortunio di Sneijder......"

questa vi è sfuggita?

'ccisua
"La Lazialità non te la può togliere nessuno. O ce l’hai o non ce l’hai. Evidentemente tu non ce l’avevi.

Offline Fraplaya

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #41 : Venerdì 7 Maggio 2010, 02:51:02 »
CALCIO, ROMA; TOTTI: HO SBAGLIATO E ORA SONO IN POCHI CON ME

"E' vero, ho sbagliato: ma la cosa brutta è che al gol di Parma tutti ti chiamano, passano tre giorni e ti ritrovi solo con gli amici di sempre": è l'amaro messaggio di Francesco Totti, all'indomani del calcione a Balotelli che gli è costato l'espulsione nella finale di Coppa Italia Inter-Roma.

Ragazzo, ancora non hai visto niente: pensati tra vent'anni, mezzo storpio, quando i tifosi bovari non ti avranno solo dimenticato, ma addirittura rigurgitato da un pezzo, pensa quanto sarai veramente solo....
Imho
"l'attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite" (V.Lombardi)

Offline aaronwinter

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #42 : Venerdì 7 Maggio 2010, 08:18:51 »
Ragazzo, ancora non hai visto niente: pensati tra vent'anni, mezzo storpio, quando i tifosi bovari non ti avranno solo dimenticato, ma addirittura rigurgitato da un pezzo, pensa quanto sarai veramente solo....

:thumbsup:

In epigrafe.
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bak

Re:La Colonna Infame
« Risposta #43 : Venerdì 7 Maggio 2010, 08:33:10 »
Gramellini da urlo

Le due maledizioni di Totti

Ma chi è Totti? Il sorriso da bravo ragazzo che traspare negli spot in cui lui e la moglie ripropongono Casa Vianello in versione meno alfabetizzata? Oppure il ghigno da posseduto che oscura lo schermo, mentre la regia lavora di replay sul calcione a tradimento con cui ha appena steso un avversario? E non un avversario qualsiasi, ma Balotelli, altra icona double-face: provocatore strafottente (un nero che grida «romani di m...» con accento bresciano è un sintomo inoppugnabile di integrazione) e però anche vittima emblematica del razzismo strisciante.

Chi è dunque Totti? È la prova di quanto un puledro di razza possa essere azzoppato dalle due maledizioni dell’identità italiana: la famiglia iperprotettiva e lo spirito di fazione. A trentaquattro anni, il miglior calciatore del nostro Paese resta un pupo di mamma e di curva, incapace di reggere alle pressioni del ruolo di capobranco a cui è stato issato più dal talento che dal carattere. Ingozzato di coccole, nella vita ha sofferto troppo poco per essere un leader, al punto che ogni volta che è chiamato a diventarlo sbraca.

La salvezza, per lui, sarebbe stata emigrare ad almeno mille chilometri dalle sottane della sua Roma. Perché solo lontano da quell’amore che lo vizia e lo giustifica avrebbe potuto diventare finalmente adulto. Ha scelto di non rischiare, cioè di non crescere. Ed è rimasto fermo. Fermo allo sputo con cui rinfrescò le guance del danese Poulsen agli Europei del 2004. Anche allora era stato provocato. Ma i campioni vengono sempre provocati, per definizione. Quanti insulti intimi riceverà Messi in ogni partita? L’eroe è tale se sa dominare le sue emozioni. È l’auriga di se stesso, che mette le redini ai cavalli dell’ego. Totti invece è il prodotto di una società isterica, dominata da un senso malinteso dell’onore.

Ancora ieri, prima di chiedere genericamente scusa (senza mai nominare Balotelli né Milito, colpito a freddo all’inizio del secondo tempo) aveva spiegato che la sua era stata una reazione a «offese dirette a infangare una città e un popolo intero». Un popolo offeso dal barbaro invasore, capite? Per chi non lo sapesse, si sta parlando di una partita di pallone. Ma il capitano della Roma ha preso molto sul serio il ruolo attribuitogli dai tifosi. Lui è il Gladiatore di Russell Crowe, «a un mio cenno scatenate l’inferno». La differenza è che l’eroe cinematografico incarnava i valori trasmessigli da Marco Aurelio, non da Er Patata.

Offline aaronwinter

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #44 : Venerdì 7 Maggio 2010, 09:06:17 »
Gramellini da urlo

Le due maledizioni di Totti

Ma chi è Totti? Il sorriso da bravo ragazzo che traspare negli spot in cui lui e la moglie ripropongono Casa Vianello in versione meno alfabetizzata? Oppure il ghigno da posseduto che oscura lo schermo, mentre la regia lavora di replay sul calcione a tradimento con cui ha appena steso un avversario? E non un avversario qualsiasi, ma Balotelli, altra icona double-face: provocatore strafottente (un nero che grida «romani di m...» con accento bresciano è un sintomo inoppugnabile di integrazione) e però anche vittima emblematica del razzismo strisciante.

Chi è dunque Totti? È la prova di quanto un puledro di razza possa essere azzoppato dalle due maledizioni dell’identità italiana: la famiglia iperprotettiva e lo spirito di fazione. A trentaquattro anni, il miglior calciatore del nostro Paese resta un pupo di mamma e di curva, incapace di reggere alle pressioni del ruolo di capobranco a cui è stato issato più dal talento che dal carattere. Ingozzato di coccole, nella vita ha sofferto troppo poco per essere un leader, al punto che ogni volta che è chiamato a diventarlo sbraca.

La salvezza, per lui, sarebbe stata emigrare ad almeno mille chilometri dalle sottane della sua Roma. Perché solo lontano da quell’amore che lo vizia e lo giustifica avrebbe potuto diventare finalmente adulto. Ha scelto di non rischiare, cioè di non crescere. Ed è rimasto fermo. Fermo allo sputo con cui rinfrescò le guance del danese Poulsen agli Europei del 2004. Anche allora era stato provocato. Ma i campioni vengono sempre provocati, per definizione. Quanti insulti intimi riceverà Messi in ogni partita? L’eroe è tale se sa dominare le sue emozioni. È l’auriga di se stesso, che mette le redini ai cavalli dell’ego. Totti invece è il prodotto di una società isterica, dominata da un senso malinteso dell’onore.

Ancora ieri, prima di chiedere genericamente scusa (senza mai nominare Balotelli né Milito, colpito a freddo all’inizio del secondo tempo) aveva spiegato che la sua era stata una reazione a «offese dirette a infangare una città e un popolo intero». Un popolo offeso dal barbaro invasore, capite? Per chi non lo sapesse, si sta parlando di una partita di pallone. Ma il capitano della Roma ha preso molto sul serio il ruolo attribuitogli dai tifosi. Lui è il Gladiatore di Russell Crowe, «a un mio cenno scatenate l’inferno». La differenza è che l’eroe cinematografico incarnava i valori trasmessigli da Marco Aurelio, non da Er Patata.

Ottimo, l'archivio si arricchisce di un capolavoro.

Penso che sull'asse delle precisazioni di Balotelli (decisamente nette) e della attendibile controreplica di titty (che continua a mettere pezze peggiori del buco) avremo altro lavoro, noi archivisti, in questi prossimi giorni.
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Offline aaronwinter

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #45 : Venerdì 7 Maggio 2010, 09:34:02 »
Emilio Marrese (per intenderci, quello delle metafore a sfondo pruriginoso) - "il Graffio" su Repubblica.it

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Reazzzioni

"E dopo j'ho pure rigato la machina a 'st' infamone"
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Offline aaronwinter

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #46 : Venerdì 7 Maggio 2010, 09:38:47 »
Repubblica (tu quoque!)

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Da Balotelli a Moreno
L'irascibile Totti


Impegnato da sempre nel sociale, il capitano giallorosso spesso in carriera (espulso 13 volte) si è reso protagonista di episodi discutibili sotto il profilo disciplinare
di ALESSANDRO DI MARIA

ROMA - Sempre pronto ad aiutare il prossimo fuori dal campo, ma quando calza gli scarpini e varca il terreno di gioco può essere fin troppo facile per un avversario fargli perdere la pazienza. Destino di Francesco Totti, che di episodi controversi in carriera ne ha avuti un discreto numero e che non è certo solito porgere l'altra guancia. Episodi che bastano per tirare fuori l'eterno interrogativo se vada considerato un campione uno che perde le staffe con fin troppa facilità. E al capitano giallorosso i nervi sono saltati abbastanza spesso in carriera. Con la maglia della Roma ha rimediato ben tredici espulsioni (nove in campionato, due in coppa Italia e due nelle coppe europee). Di cui tre rimediate proprio contro l'Inter, la formazione con cui ha il peggior rapporto. Numeri che se paragonati ad altri grandi giocatori del presente e recente passato, per di più di ruolo abbastanza simile, fa accapponare la pelle. Roberto Baggio si è visto sventolare il cartellino rosso tre volte. Alex Del Piero appena due.

Prima del calcione rifilato a Balotelli, c'è stato il cazzottone a Francesco Colonnese, nell'aprile '05, quando il difensore giocava con il Siena. Il risultato finale fu una bella squalifica per cinque giornate. Alla storia è passata pure la spinta al suo preparatore atletico personale, Vito Scala, il 21 gennaio '07 a Livorno, che finisce per terra. Il tutto causato da un'espulsione ricevuta per una manata in faccia a Fabio Galante, che lo aveva provocato. Fu solo ammonito in Champions League nel '04 per una passeggiatina sul corpo di Carsten Ramelow. Con la maglia della nazionale ha invece fatto il giro del mondo lo sputacchio al centrocampista danese Poulsen. Erano gli Europei del 2004 e questo gesto costò a Totti tre giornate di squalifica e la conclusione anticipata del torneo, visto che l'Italia fu eliminata. Ancora prima, nel 2002, ecco l'unica espulsione in maglia azzurra, ma in questo caso fa poco testo e giurisprudenza: visto che è arrivata nell'indimenticabile nottata di Byron Moreno contro la Corea nei Mondiali del 2002. In mezzo a questi episodi ci sono poi tutti i modi di festeggiare i gol o le vittorie, soprattutto nei derby, dal "vi ho purgato ancora" ai pollici versi che tanto hanno fatto discutere nelle ultime due sfide con la Lazio.

Eppure fuori dal campo Francesco Totti si contraddistingue per gli innumerevoli gesti di beneficenza. È ambasciatore Unicef, molti degli introiti che gli arrivano da iniziative extracalcistiche (come i libri, gli spot pubblicitari o partecipazione ad eventi) vengono devoluti a favore dei più bisognosi. Per non parlare degli undici bambini di Nairobi adottati a distanza. È l'altra faccia del capitano giallorosso, quella che vorremmo ricordare più spesso.
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Re:La Colonna Infame
« Risposta #47 : Venerdì 7 Maggio 2010, 12:45:48 »
Atro record: la ignobile epifania del Fesso ha ispirato anche una dichiarazione del Presidente della Repubblica.

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CALCIO
Napolitano: "Totti?
Una cosa inconsulta"


Arriva anche dal presidente della Repubblica la condanna del fallo commesso dal capitano della Roma nei confronti di Balotelli. Intanto continua il botta e risposta tra i due. Totti si scusa ma replica: "Mi ha detto che sono finito e ha offeso Roma". L'interista controbatte: "Mi ha detto 'negro di m...'"


ROMA - "Una cosa inconsulta". Arriva anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la condanna al gesto di Francesco Totti nei confronti di Balotelli: "Ci sono forme di tifo selvaggio che danno luogo a violenze intollerabili, che oggi si esprimono negli stadi, ma domani chissà dove possono arrivare - ha detto il Capo dello Stato, a margine della presentazione dei candidati ai Premi David di Donatello. E' un fenomeno preoccupante e le società calcistiche dovrebbero reagire di più". E alla richiesta di un commento sul caso Totti-Balotelli, il presidente ha detto: "E' un fatto che rientra proprio in questo panorama, ed è una cosa inconsulta".

Intanto a due giorni di distanza dalla finale di Coppa Italia, è ancora forte l'eco del parapiglia in campo tra interisti e romanisti, soprattutto per quanto concerne il calcione rifilato da Francesco Totti a Mario Balotelli. Il capitano della Roma torna a parlare dell'accaduto in un articolo firmato da lui stesso, pubblicato dal Corriere dello Sport-Stadio, in cui parla di Balotelli senza mai nominarlo (lo chiama sempre "lui").

"SCAGIONO CHI NON E' IN MALAFEDE" - "Durante la gara "lui" - scrive il capitano giallorosso nel suo lungo articolo - ha avuto nei riguardi dei miei compagni un atteggiamento provocatorio e questo è avvenuto anche in passato contro di noi. Certo, ho sbagliato nel commettere quel fallo, ma io sono sempre stato il primo a riconoscere i miei errori e a giustificare chi contro di me ha compiuto falli di gioco che mi hanno procurato anche infortuni gravi, ma privi di malafede, vedi Vanigli, che ho subito scagionato".

"HO REAGITO A UNA PROVOCAZIONE" - "Chi mi conosce sa perfettamente che una mia reazione viene sempre generata da una provocazione - spiega ancora Totti - sentire che un calciatore alle prime armi, ma con grandi doti, offenda ripetutamente i miei tifosi, la mia città, il mio senso di appartenenza a Roma, oltre a me personalmente, dicendomi che sono finito, è insopportabile. Non si può tollerare che 'lui' abbia sempre la possibilità di provocare tutti, compresi i suoi tifosi e quelli avversari e nessuno prenda in considerazione preventivamente i suoi atteggiamenti".

"TOTTI COMBATTA RAZZISMO CON NOI" - Balotelli, dal canto suo, accusa Totti di avergli dato del "negro di m..." ma non dice altro. La risposta la lascia al suo procuratore, Mino Raiola: "Odio il razzismo e lo combatto contro chiunque - dichiara l'agente del nerazzurro - non voglio neanche ripetere quello che Totti ha detto a Balotelli. Il romanista ha sbagliato ma noi vogliamo portarlo dalla nostra parte, ovvero tra coloro che combattono il razzismo".

"C'ERA PREMEDITAZIONE?" - "Posso capire il raptus - argomenta ancora Raiola - il campo dà emozioni che chi guarda dalla tribuna non può capire. Totti però ha parlato di cose avvenute un anno fa e questo mi fa pensare alla premeditazione. Comunque Mario non ne ha fatto un dramma: se Totti dice che ha perso la testa e si scusa, non ci sono problemi".

"SE MOU RESTA..." - Chiuso, almeno per ora, il capitolo Totti, il discorso cade giocoforza sul 'fronte interno': "Le acque si sono calmate e preferisco non fare alcun commento in questo momento - afferma l'agente di Balotelli - il futuro di Mourinho? È un problema che non mi pongo affatto: nella vita bisogna scegliere di quali problemi occuparsi e lui sa decidere benissimo da solo, non si fa influenzare da nessuno, è grande e vaccinato. Credo che al 99% rimarrà all'Inter e sappiamo bene cosa voglia dire o no, questo...".
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Offline DinoRaggio

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #48 : Venerdì 7 Maggio 2010, 12:51:47 »
Totti si scusa, ma non basta addio all´ultima chance Mondiali
di Fabrizio Bocca

L´incredibile gesto di violenza su Balotelli costerà al giallorosso una maxi squalifica, mentre è giallo sullo scambio di insulti con l´interista prima del fallo Azzerata l´ipotesi, già remota, di andare in Sudafrica
Stavolta anche il Tottismo – si definisce così l´idolatria nei confronti di Totti - è entrato in crisi. Salvo poche eccezioni: «Stamani a mi fijo gli ho messo la maglia del capitano!» si è pure sentito in radio in mattinata. Ma anche il "popolo giallorosso" – come lo chiama enfaticamente il capitano - si rende conto che stavolta il gladiatore l´ha fatta grossa. Ci sono volute quasi 24 ore prima che Totti ammettesse almeno di aver sbagliato per quel calcio violento a Balotelli. «E´ vero, ho sbagliato: ma la cosa brutta è che per il gol di Parma tutti ti chiamano: passano tre giorni e ti ritrovi solo con gli amici di sempre, quelli che sono vicino a te da una vita». E´ stata l´unica frase sensata di un´altra giornata di nervi e veleni: Mourinho ne ha approfittato per accusare ancora la Roma, ipotizzando con una battuta addirittura premi a vincere per le rivali dell´Inter. Da ormai un mese non si finisce più: una rissa verbale continua. E pure in campo, certo.
A parte le ricostruzioni del misfatto – per andare a prendere a calci Balotelli, Totti ha fatto slalom tra Motta e Taddei, rimasti esterrefatti - adesso a Roma e in Italia ci si fanno un sacco di domande. Totti andrà ai Mondiali? Era già difficile prima del calcione a Balotelli, le possibilità ora sono vicine allo zero, a meno di eventuali infortuni. Garantito. Totti è in declino? Probabilmente sì: ormai è vicino ai 34 anni, comincia a conoscere parecchia panchina e la cosa lo fa impazzire. Anche quando ha fatto i pollici versi al derby era finito fuori. Il contratto quinquennale che ha firmato con la Roma (8,6 milioni lordi fino al 2014 quando avrà compiuto 38 anni…) non è stato un´assurdità? Lo era già prima che incappasse in questo finale di stagione ricco di gesti senza senso. La grande "remontada" della Roma sull´Inter è avvenuta bene o male senza di lui.
Dopo lo sputo a Poulsen, il cazzotto a Colonnese, i vaffa mai puniti a Rizzoli (lo stesso di Inter-Roma) e altri gesti vari, vediamo adesso la ricostruzione del calcione a Balotelli. Totti aveva spiegato i suoi trenta secondi di follia, peggiorando addirittura la situazione, col fatto che «sul campo non si riescono sempre ad ignorare offese così pesanti, alcune personali e altre dirette ad infangare una città ed un intero popolo». Insomma ci sarebbero state provocazioni balotelliane (romanisti di m…?) non confermate da nessuno. A vederla così "la sbroccata" di Totti – come è stata definita in città - sarebbe semplicemente dovuta al fatto che Balotelli, due volte più veloce, si è bevuto l´idolo dell´Olimpico e quello umiliato e furibondo gli è corso dietro per stampargli i tacchetti sul polpaccio. Però qualche parola potrebbe pure essere volata e non è escluso – a sentire entrambe le campane - che qualche vaffa di Balotelli ci sia stato, magari dopo il solito insulto razziale. Probabilmente non lo sapremo mai e il giudice dovrà dunque decidere a naso: si prevedono dalle tre giornate alla stangata da cinque. Da scontare comunque in Coppa Italia. La Roma invece rischia sanzioni pesanti, magari la stessa squalifica dell´Olimpico, per l´invasione di un ultrà.
«Queste non sono cose da Roma» ha detto un po´ naif Giampaolo Montali, dirigente che pensava che di Totti si potesse parlare liberamente, salvo invece esser poi costretto anche lui a difendere l´indifendibile e fare un po´ di marcia indietro: «Il primo a essere triste è proprio Francesco. E comunque nello sport quando c´è agonismo può succedere». Francesco Totti sarà multato dalla Roma: per lui non si fa più eccezione.

---

Fabri', ricordati che sei all'ASRomubblica 1927, 'ste cose non le puoi scrivere o perdi il posto di lavoro...
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline aaronwinter

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #49 : Venerdì 7 Maggio 2010, 12:55:46 »
Pur se a fatica, si rompono gli argini, e comincia il fuoco amico.
Comincio a sentire un senso di Liberazione (maiuscolo non a caso)
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Offline aaronwinter

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #50 : Venerdì 7 Maggio 2010, 13:03:10 »
 ;D

Sondaggione Repubblica

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Totti perde la testa. E ora?

Il fallaccio del giallorosso su Balotelli, nella finale di Coppa Italia persa contro l'Inter, scatena il dibattito. Voi cosa ne pensate?

Va capito, è un fallo tipico di frustrazione. Basta una normale squalifica
(5046 voti) 9%

Va punito, ma è stata una reazione alle provocazioni
(7944 voti) 15%

Merita una squalifica esemplare ma può andare in Nazionale
(9548 voti) 17%

Squalifica esemplare e niente Nazionale
(31622 voti) 58%
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Re:La Colonna Infame
« Risposta #51 : Venerdì 7 Maggio 2010, 15:03:15 »
Categoria Epitaffi.
Una prece.

da Il Riformista

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Così finisce un campione
di Massimiliano Gallo


Chi nasce tondo non può morire quadrato. E non saranno i maghi della pubblicità a smentire questo proverbio, costruendo un fuoriclasse che non c’è e che ha buttato via il proprio talento.
Proprio non ce la fa Francesco Totti a non essere se stesso, il bulletto di Porta Metronia che non sa perdere. E lo ha dimostrato ancora una volta l’altra sera, nella finale di Coppa Italia con l’Inter.

Da un campione navigato, ormai avviato alla fine della carriera e beniamino di grandi e piccini grazie agli spot pubblicitari, non ti aspetti che agisca in campo come un ras del quartierino. Che ti pesta se un secondo prima hai osato rubargli palla con una spallata che l’arbitro ha giudicato regolare, e che ti insegue per mollarti un calcione visto che la partita ormai è andata e forse tu prima gli hai sussurrato all’orecchio una frase che non gli è piaciuta. Lui è fatto così, è abituato a essere il padrone. Il pupone, il cocco di casa cui tutto è concesso. Del resto, Totti in Italia ha sempre usufruito di una corsia preferenziale. Quale altro calciatore ha potuto liberamente mandare a farsi fottere (ora si può dire) un arbitro solo perché ha osato involontariamente ostacolarlo mentre stava calciando a porta? Nessuno. Lui l’ha fatto, a Udine, e non si beccò nemmeno l’ammonizione.

Totti ha sempre goduto di un regime privilegiato. Lui, che non è stupido, lo sa, lo ha sempre saputo. Ed è anche per questo che non è andato mai via da Roma: non è mai diventato il fuoriclasse che avrebbe meritato di essere. Ma sapeva che in nessun’altra parte del mondo sarebbe stato trattato come un Papa.

Nessun’altra squadra avrebbe fatto firmare un contratto di cinque anni a un giocatore di 33 anni e mezzo che ormai si infortuna calciando ed è costretto a toccare la palla senza mai sottoporre le ginocchia a torsioni. Poteva scegliere: reuccio di Roma o sfidare il mondo. Non ha avuto dubbi, il Pupone.

Del resto, ogni qual volta si è confrontato col calcio che conta ne è uscito con le ossa rotte. Tranne che all’esordio, in quell’Europeo del 2000 in cui diede spettacolo e portò l’Italia di Zoff a un passo dal trofeo.

Sembrava un predestinato: classe pura, fisico discreto, disciplina tattica zemaniana. E invece… Nel 2002 Giovanni Trapattoni gli consegnò le chiavi della Nazionale al mondiale coreano. Era il calciatore più forte del mondo, probabilmente più di Ronaldo. Ma le uniche chiavi che portava con sé erano quelle della camera d’albergo: gli servivano quando rientrava all’alba dopo le notti con Ilary. Una mattina, all’ingresso dell’hotel, trovò ad aspettarlo Paolo Maldini che lo affrontò a muso duro. Servì a poco. Totti ci lasciò in dieci negli ottavi di finale contro la Corea: una simulazione fece estrarre il secondo cartellino giallo all’arbitro Moreno e non ci fu acqua santa che tenne. Uscimmo ai supplementari.

Non contento, il Trap ci riprovò. Due anni dopo, agli Europei in Portogallo. Totti lo ripagò sputando in faccia al danese Poulsen che pure lo provocò per tutto l’incontro. Le immagini lo incastrarono, fu squalificato e a nulla valse il tentativo della Federcalcio di ingaggiare l’avvocato Giulia Bongiorno per allestire una difesa disperata. L’Italia venne eliminata. Ai Mondiali di Berlino arrivò reduce da un’operazione. Era inarrestabile Francesco, quell’anno. Come nel 2002. Ma l’intervento ne limitò la preparazione. Lippi, comunque, non volle farne a meno. Lo aspettò. E in cambio ottenne un rigore decisivo a tempo scaduto contro l’Australia. Nulla di più. La finale, di fatto, non la giocò. Venne sostituito al quarto d’ora della ripresa. Ma fu comunque campione del mondo. E oggi, malconcio com'è, è ancora un dilemma per Marcello Lippi.

Insomma, un re a casa sua; un comprimario in campo internazionale. Il limite di Totti è sempre stato Roma. E i romanisti. Ha vinto molto meno di quanto fosse nelle sue possibilità. Invano i pubblicitari hanno cercato di costruirgli addosso un’immagine diversa: uomo autoironico che sa scherzare sulla propria ignoranza, buon padre di famiglia e marito modello. Attento al sociale, aggiungiamo noi. Ma in campo è rimasto lo stesso di dieci anni fa. Quel calcione rifilato a Balotelli a fine partita sembra racchiudere la sua carriera. La carriera di un predestinato, del più grande talento che il nostro calcio abbia avuto dopo Baggio.

Uno capace di far gol a pallonetto da fuori area a Milano contro l’Inter, di segnare al Santiago Bernabeu, di realizzare reti fantastiche come quella di sinistro al volo a Genova contro la Sampdoria, di fare il gesto dei quattro gol a una panchina juventina mortificata, di far sorridere esibendo la maglia “vi ho purgato ancora” dopo un derby vinto. Ma che, in fondo, non è mai riuscito a svestire i panni del bulletto. Altrimenti sarebbe stato il più forte di tutti.
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Offline aaronwinter

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #52 : Venerdì 7 Maggio 2010, 15:04:49 »
(Dài, ragazzi, disvelatevi: che nick ha Gallo qui sul Forum?  :D  )
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POMATA

Re:La Colonna Infame
« Risposta #53 : Venerdì 7 Maggio 2010, 16:29:17 »
Categoria Epitaffi.
Una prece.

da Il Riformista

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Così finisce un campione
di Massimiliano Gallo


Chi nasce tondo non può morire quadrato. E non saranno i maghi della pubblicità a smentire questo proverbio, costruendo un fuoriclasse che non c’è e che ha buttato via il proprio talento.
Proprio non ce la fa Francesco Totti a non essere se stesso, il bulletto di Porta Metronia che non sa perdere. E lo ha dimostrato ancora una volta l’altra sera, nella finale di Coppa Italia con l’Inter.

Da un campione navigato, ormai avviato alla fine della carriera e beniamino di grandi e piccini grazie agli spot pubblicitari, non ti aspetti che agisca in campo come un ras del quartierino. Che ti pesta se un secondo prima hai osato rubargli palla con una spallata che l’arbitro ha giudicato regolare, e che ti insegue per mollarti un calcione visto che la partita ormai è andata e forse tu prima gli hai sussurrato all’orecchio una frase che non gli è piaciuta. Lui è fatto così, è abituato a essere il padrone. Il pupone, il cocco di casa cui tutto è concesso. Del resto, Totti in Italia ha sempre usufruito di una corsia preferenziale. Quale altro calciatore ha potuto liberamente mandare a farsi fottere (ora si può dire) un arbitro solo perché ha osato involontariamente ostacolarlo mentre stava calciando a porta? Nessuno. Lui l’ha fatto, a Udine, e non si beccò nemmeno l’ammonizione.

Totti ha sempre goduto di un regime privilegiato. Lui, che non è stupido, lo sa, lo ha sempre saputo. Ed è anche per questo che non è andato mai via da Roma: non è mai diventato il fuoriclasse che avrebbe meritato di essere. Ma sapeva che in nessun’altra parte del mondo sarebbe stato trattato come un Papa.

Nessun’altra squadra avrebbe fatto firmare un contratto di cinque anni a un giocatore di 33 anni e mezzo che ormai si infortuna calciando ed è costretto a toccare la palla senza mai sottoporre le ginocchia a torsioni. Poteva scegliere: reuccio di Roma o sfidare il mondo. Non ha avuto dubbi, il Pupone.

Del resto, ogni qual volta si è confrontato col calcio che conta ne è uscito con le ossa rotte. Tranne che all’esordio, in quell’Europeo del 2000 in cui diede spettacolo e portò l’Italia di Zoff a un passo dal trofeo.

Sembrava un predestinato: classe pura, fisico discreto, disciplina tattica zemaniana. E invece… Nel 2002 Giovanni Trapattoni gli consegnò le chiavi della Nazionale al mondiale coreano. Era il calciatore più forte del mondo, probabilmente più di Ronaldo. Ma le uniche chiavi che portava con sé erano quelle della camera d’albergo: gli servivano quando rientrava all’alba dopo le notti con Ilary. Una mattina, all’ingresso dell’hotel, trovò ad aspettarlo Paolo Maldini che lo affrontò a muso duro. Servì a poco. Totti ci lasciò in dieci negli ottavi di finale contro la Corea: una simulazione fece estrarre il secondo cartellino giallo all’arbitro Moreno e non ci fu acqua santa che tenne. Uscimmo ai supplementari.

Non contento, il Trap ci riprovò. Due anni dopo, agli Europei in Portogallo. Totti lo ripagò sputando in faccia al danese Poulsen che pure lo provocò per tutto l’incontro. Le immagini lo incastrarono, fu squalificato e a nulla valse il tentativo della Federcalcio di ingaggiare l’avvocato Giulia Bongiorno per allestire una difesa disperata. L’Italia venne eliminata. Ai Mondiali di Berlino arrivò reduce da un’operazione. Era inarrestabile Francesco, quell’anno. Come nel 2002. Ma l’intervento ne limitò la preparazione. Lippi, comunque, non volle farne a meno. Lo aspettò. E in cambio ottenne un rigore decisivo a tempo scaduto contro l’Australia. Nulla di più. La finale, di fatto, non la giocò. Venne sostituito al quarto d’ora della ripresa. Ma fu comunque campione del mondo. E oggi, malconcio com'è, è ancora un dilemma per Marcello Lippi.

Insomma, un re a casa sua; un comprimario in campo internazionale. Il limite di Totti è sempre stato Roma. E i romanisti. Ha vinto molto meno di quanto fosse nelle sue possibilità. Invano i pubblicitari hanno cercato di costruirgli addosso un’immagine diversa: uomo autoironico che sa scherzare sulla propria ignoranza, buon padre di famiglia e marito modello. Attento al sociale, aggiungiamo noi. Ma in campo è rimasto lo stesso di dieci anni fa. Quel calcione rifilato a Balotelli a fine partita sembra racchiudere la sua carriera. La carriera di un predestinato, del più grande talento che il nostro calcio abbia avuto dopo Baggio.

Uno capace di far gol a pallonetto da fuori area a Milano contro l’Inter, di segnare al Santiago Bernabeu, di realizzare reti fantastiche come quella di sinistro al volo a Genova contro la Sampdoria, di fare il gesto dei quattro gol a una panchina juventina mortificata, di far sorridere esibendo la maglia “vi ho purgato ancora” dopo un derby vinto. Ma che, in fondo, non è mai riuscito a svestire i panni del bulletto. Altrimenti sarebbe stato il più forte di tutti.

Sono anni che lo sappiamo, NOI

Offline AlenBoksic

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #54 : Venerdì 7 Maggio 2010, 17:21:39 »
Novità dai sostenitori della caracciolese?  :D
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Offline aaronwinter

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Re:La Colonna Infame
« Risposta #55 : Venerdì 7 Maggio 2010, 18:16:38 »
Novità dai sostenitori della caracciolese?  :D

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