... Sclavi intanto si allena. Anche il venerdì 5 è in campo. Gli attaccanti, ognuno con un pallone, lo sottopongono a tiri violenti e maligni. Ezio para, respinge, esce in presa alta e in presa bassa. Fernando Saraceni, il grande carismatico Cecè, monumento esemplare alla Lazialità che ormai gioca in difesa, ha 32 anni e non sempre è in campo, osserva attentamente Sclavi. Poi si avvicina a suo fratello Luigi, anche lui difensore, e ci parlotta. I due si recano dietro la rete dove Ezio sta allenandosi e vi sostano diversi minuti per osservarlo da vicino. Improvvisamente muovono verso Palmieri e il trainer Baccani e discutono concitatamente con loro. Il passo seguente li vede avvicinarsi nuovamente a Sclavi e invitarlo ad uscire dal campo. Fernando guarda il compagno negli occhi e gli dice: «Domenica contro la Fortitudo in porta giochi tu». Ezio tace e molti anni dopo confesserà di aver pensato «questo è scemo» e di aver detto: «Non sono preparato». Al che Cecè: «Intanto stasera sei invitato a cena a casa mia e de mi fratello. Cucina mi madre. E poi domenica in campo te ce porto a carci».
Ezio Sclavi fa il suo esordio con la maglia della Lazio il 7 ottobre 1923, in una giornata di sole, contro la Fortitudo al campo della Madonna del Riposo. Fortitudo-Lazio 0 a 3. Due gol di Filippi e uno di Bernardini.
(L'esordio di Sclavi, da "Ezio Sclavi, portiere pittore", di Fabio Bellisario, Edizioni Eraclea)