Autore Topic: 1913, la Lazio abbandona il Parco dei Daini  (Letto 646 volte)

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Offline lollapalooza

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1913, la Lazio abbandona il Parco dei Daini
« : Martedì 22 Marzo 2011, 11:03:41 »
La grande avventura è il primo campionato nazionale, quando la cortina di ferro che divide in due l'Italia calcistica crolla per sempre. E il pallone può rotolare liberamente da Nord a Sud. È il 1913.
...
La Lazio si prepara alacremente all'importante appuntamento.
Gli allenamenti sono intensificati, così le partite. Un po' per la foga di quei giorni, un po' per casualità accade allora un episodio tragicomico che influenzerà non poco il prossimo futuro biancoceleste.
Teatro della scena, il parco dei Daini. Protagonisti, il laziale Saraceni, detto Cecé, e la signora Annarato, moglie del prefetto di Roma. La gentil donna attraversa in carrozza i verdi prati di villa Borghese quando si imbatte in un avvincente derby tra Lazio e Audax.
Lo spettacolo è affascinante, vale la pena soffermarsi qualche minuto. Ma l'eccessivo interesse, e soprattutto l'inesperienza, le saranno fatali. La signora, infatti, si piazza proprio alle spalle di una porta (ecco il primo errore, in un'epoca in cui le reti non le hanno ancora inventate) e la sua scelta cade su quella dell'Audax (ecco il secondo errore, forse evitabile conoscendo lo stato di forma dei bomber laziali).
D'improvviso Saraceni avanza irruento verso la porta avversaria. E la signora sorride divertita. Cecé si libera dei difensori con movimenti rapidi. E la signora applaude entusiasta. Cecé scaglia un poderoso destro che sfiora il palo sinistro. E la signora non proferisce più parola. Per la delusione della mancata segnatura? Macché!
Colpita in piena faccia, la signora è crollata al suolo svenuta e l'indomani l'integerrimo prefetto Annarato proibirà il calcio al parco dei Daini. La Lazio resterà così senza campo e spetterà all'intenso lavorìo diplomatico del Presidente Ballerini trovare una nuova sede ma soprattutto placare le ire prefettizie, evitare più drammatiche conseguenze per la società. I biancocelesti si trasferiranno sui prati incolti della Rondinella, nel quartiere Flaminio. In attesa che gli indispensabili lavori vengano ultimati, si accampano alla Farnesina.

fonte: Breve storia della grande Lazio, F. Valitutti, Tascabili Economici Newton, pagg.: 12,13

 :sciarpaD:


POMATA

Re:1913, la Lazio abbandona il Parco dei Daini
« Risposta #1 : Martedì 22 Marzo 2011, 11:43:18 »
La storia é storia, nun c'è un caxxo da fá :D ;)

Offline carpelo

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Re:1913, la Lazio abbandona il Parco dei Daini
« Risposta #2 : Martedì 22 Marzo 2011, 11:57:25 »
OT
E' la prima cosa che si impara da bambini: non si guarda la partita da dietro lo porta!
Tuttora rimango estasiato quelle (rare) volte che vedo bambini giocare a pallone. C'è spesso uno che osserva e che riceve una lezione che mai più dimenticherà.
EOT
Grazie lollapalooza, bel topic

Offline benvolio

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Re:1913, la Lazio abbandona il Parco dei Daini
« Risposta #3 : Martedì 22 Marzo 2011, 14:26:49 »
Grazie topic bellissimo!

Portavo mio figlio piccoletto al Parco dei Dani e pensavo ai prodi antenati. Fu proprio li' che gioco' la sua prima partitella sullo sterrato e fu messo in barriera (con trepidazione della mamma e divertimento mio nel vederlo titubante fra lo scansarsi ed il restare...destino del laziale...)

Offline carpelo

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Re:1913, la Lazio abbandona il Parco dei Daini
« Risposta #4 : Martedì 22 Marzo 2011, 16:02:30 »
OT dell'OT


Offline lollapalooza

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Re:1913, la Lazio abbandona il Parco dei Daini
« Risposta #5 : Martedì 22 Novembre 2011, 09:34:45 »
Ritiro su 'sto topo — oltre che per upparlo — per segnalare un refuso nel libro di Francesco Valitutti, e quindi pure nel post d'apertura: il prefetto si chiamava Annaratone, non Annarato.

E grazie a Laziowiki.

Per la precisione.

:sciarpaD:



Offline disabitato

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Re:1913, la Lazio abbandona il Parco dei Daini
« Risposta #6 : Martedì 22 Novembre 2011, 09:40:04 »
La grande avventura è il primo campionato nazionale, quando la cortina di ferro che divide in due l'Italia calcistica crolla per sempre. E il pallone può rotolare liberamente da Nord a Sud. È il 1913.
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La Lazio si prepara alacremente all'importante appuntamento.
Gli allenamenti sono intensificati, così le partite. Un po' per la foga di quei giorni, un po' per casualità accade allora un episodio tragicomico che influenzerà non poco il prossimo futuro biancoceleste.
Teatro della scena, il parco dei Daini. Protagonisti, il laziale Saraceni, detto Cecé, e la signora Annarato, moglie del prefetto di Roma. La gentil donna attraversa in carrozza i verdi prati di villa Borghese quando si imbatte in un avvincente derby tra Lazio e Audax.
Lo spettacolo è affascinante, vale la pena soffermarsi qualche minuto. Ma l'eccessivo interesse, e soprattutto l'inesperienza, le saranno fatali. La signora, infatti, si piazza proprio alle spalle di una porta (ecco il primo errore, in un'epoca in cui le reti non le hanno ancora inventate) e la sua scelta cade su quella dell'Audax (ecco il secondo errore, forse evitabile conoscendo lo stato di forma dei bomber laziali).
D'improvviso Saraceni avanza irruento verso la porta avversaria. E la signora sorride divertita. Cecé si libera dei difensori con movimenti rapidi. E la signora applaude entusiasta. Cecé scaglia un poderoso destro che sfiora il palo sinistro. E la signora non proferisce più parola. Per la delusione della mancata segnatura? Macché!
Colpita in piena faccia, la signora è crollata al suolo svenuta e l'indomani l'integerrimo prefetto Annarato proibirà il calcio al parco dei Daini. La Lazio resterà così senza campo e spetterà all'intenso lavorìo diplomatico del Presidente Ballerini trovare una nuova sede ma soprattutto placare le ire prefettizie, evitare più drammatiche conseguenze per la società. I biancocelesti si trasferiranno sui prati incolti della Rondinella, nel quartiere Flaminio. In attesa che gli indispensabili lavori vengano ultimati, si accampano alla Farnesina.

fonte: Breve storia della grande Lazio, F. Valitutti, Tascabili Economici Newton, pagg.: 12,13

 :sciarpaD:

Ennesima riprova del fatto che, fin dagli albori, le donne di pallone non hanno mai capito nulla..  ;D
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