Autore Topic: Incubo doping sull'Algeria '82: nati figli con handicap  (Letto 605 volte)

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Incubo doping sull'Algeria '82: nati figli con handicap
« : Venerdì 18 Novembre 2011, 07:53:32 »

Da LA GAZZETTA DELLO SPORT di oggi, a firma Alessandro Grandesso


"FIGLI CON HANDICAP". L'ALGERIA-MIRACOLO HA L'INCUBO DOPING

Denuncia dei calciatori dei Mondiali ’82 e ’86. «Un medico russo ci dava strane pillole»


Faceva il difensore, Mohamed Chaib, nell’Algeria dei miracoli che andò al Mondiale ’86 ed era figlia di quella dell’82. Periodo fasto per il calcio magrebino che in Spagna batté la Germania di Rummenigge e il Cile (venendo però eliminata grazie a un «accordo » Austria- Germania), ma oggi forse paga segreti inconfessabili con vite innocenti spezzate da malattie incurabili. Come quella che ha colpito le tre figlie di Chaib: distrofia muscolare che ha ucciso una delle tre sorelle, all’età di 18 anni, nel 2005. Ma Chaib, che era vice c.t. della  nazionale algerina fino a giugno, non è l’unico ex calciatore a fare i conti con un passato oscuro, da cui emerge lo spettro del doping,
di pillole ingurgitate senza farsi troppe domande su ordine di medici russi e jugoslavi.

Come lui, altri sei ex nazionali dei primi Anni 80—su una sessantina in tutto— hanno avuto figli malformati, falciati da handicap gravi. In tre hanno deciso di parlare, per denunciare coincidenze inquietanti e chiedere un’inchiesta. Casi Come Chaib, anche Mohamed Kaci Said, ex centrocampista dell’Algeria, ha avuto una figlia, Medina, 26 anni, handicappata mentale: «La mia vita è un inferno. Io e mia moglie ci siamo sottoposti ad esami che hanno escluso incompatibilità genetiche». L’ex attaccante Djamel Menad ha una figlia, oggi 18enne, nata con un handicap grave. L’ex stella del JS Kabylie, citato dal quotidiano Dernieres Nouvelle d’Algérie, punta il dito contro lo staff medico della sua nazionale in Messico: «Ci chiediamo se i medici sovietici dell’epoca non ci dessero prodotti dopanti pericolosi per la nostra salute. In molti abbiamo avuto figli handicappati. Non può essere una coincidenza, è tempo di fare luce».

Gli altri, che finora non hanno raccontato apertamente le loro storie sono Tej Bensaloua, Mehdi Cerbah, Abdelkader Tlemçani e Salah Larbès. Ha pochi dubbi comunque Said: «C’era un medico russo che ci dava pillole gialle, dalla forma strana, ma ci diceva che erano semplici vitamine, ci fidavamo". Soviet Scene che rievocano il doping di massa dei paesi dell’est Europa almeno fino alla caduta del muro di Berlino e che avrebbe coinvolto migliaia di atleti grazie a medici senza scrupoli. Un personale specializzato in doping che avrebbe insegnato nell’Istituto di scienze e tecnologie dello sport e collaborato con la nazionale algerina negli Anni 80, portati anche da due c.t. stranieri, ormai deceduti, il russo Guenadi Rogov e lo yugoslavo Zdravko Rajkov, che si alternarono a tecnici locali. Ma il capitano dell’Algeria in Spagna, Ali Fergani, non ci crede: «Non ci sono prove concrete». Rabah Saâdane, c.t. nell’86, condivide: «Tutto improbabile, con me niente russi». Ma loro forse non hanno avuto figli malati.