Autore Topic: Antiche emozioni si fondono con quelle nuove. E' sempre come la prima volta...  (Letto 951 volte)

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malacarne

Posso affermare con certezza che si trattasse di 15 novembre 1994.
Le date dei vari "Vissuti" scritti sui numerosi quaderni delle elementari e delle medie che custodisco gelosamente in perfetto ordine cronologico nella mia camera lo stanno a testimoniare.
Solo quattro giorni prima era stato il mio undicesimo compleanno e, tra le varie cose, mio padre mi aveva regalato una bellissima sciarpa della Lazio di seta. Sfondo azzurro con rigature "elettriche" bianche sparse, scritta FORZA LAZIO in giallo e tra le due parole un'Aquila sullo scudo che recita "Nati per vincere".
Fu uno dei primi "gadgets" della Nostra che ho avuto (il primo in assoluto è un berretto che mi regalò mio zio all'indomani dell'ultima promozione in A della Lazio) e quella era l'occasione di metterla in mostra.
L'avevo portata a scuola mostrandola con un certo orgoglio, ma quella era la vera occasione.
L'occasione, la prima di una lunga serie, si presentò appunto il 15 novembre del 1994, presso l'uscita del campo di Colleferro "Maurizio Natali", ex stella del Grande Colleferro degli anni 50' che arrivò a mancare la serie B di un soffio, perdendo lo spareggio con il Bari sul neutro di Napoli, scomparso tragicamente in un incidente d'auto a soli 26 anni. L'occasione si presentò li, in uno dei posti dove, per dirla alla "Fiammetta" ho un pezzo di cuore, essendo uno dei luoghi della mia infanzia, che attualmente ospita unicamente delle partite della squadra di rugby, ma un tempo anche degli allenamenti e delle partite della defunta (o meglio "fusa", perchè si uni' ad un altra) società di calcio F.C. JUVENTUS COLLEFERRO, squadra in cui ho "militato" nelle stagioni 1994/95 e 1995/96.
Terminato l'allenamento su quel vecchio campo di pozzolana il Mister ci chiama a raccolta e ci dice delle parole che provocano in me una fortissima emozione.

"Allora ragazzi, per domenica il presidente ha deciso di organizzare un pullman per portarvi allo stadio per vedere Lazio-Padova. Tra pullman e biglietto il prezzo è di 35mila lire, chi vuole venire vada in sede entro giovedi con i propri genitori e li potete dare li. Ricordatevi che se venite dovete indossare la tuta della squadra."

Lo stadio.
Cavolo, lo stadio.
Cos'era lo stadio? Avevo una sola vaga idea di cosa volesse dire entrare in uno stadio?
Mio padre me ne aveva parlato, mi aveva accennato a cosa volesse dire trovarsi a vedere i propri beniamini dal vivo, a trovarsi in mezzo a centinaia, migliaia di altri tifosi della Lazio, a tantissime persone che provavano le mie stesse emozioni in quel momento, i cori per la Lazio, il boato dell'Olimpico dopo un gol dei biancocelesti.
Mi aveva promesso che, se avessi fatto il bravo, mi ci avrebbe portato, ma comunque, anche se il bravo spesso non lo facevo  :P non c'era stata occasione, una volta per un motivo e una volta per un altro.
Ma ci speravo.
Lo stadio.
Avrei visto dal vivo Signori, Boksic, Marchegiani, Casiraghi, Winter, Rambaudi, Fuser... avrei visto quei giocatori che per me erano dei mostri sacri, delle icone mitologiche, che mi rifiutavo persino di scambiare tra i giovanissimi collezionisti di Figurine Panini (e chi è che non ha fatto un album di figurine dei calciatori da piccolo...) anche se ce li avevo doppi, tripli, quadrupli.
E non stavo più nella pelle.
Le parole uscirono subito dalla mia bocca, per istinto.
"Mister, ma la sede adesso è aperta? Possiamo andarci subito a dare i soldi?"

Si perchè era la fine dell'allenamento, mio padre mi stava aspettando fuori come sempre, e - speranzoso del fatto che mi ci avrebbe mandato - volevo andare subito in sede, subito immediatamente.
Volevo cancellare il mercoledi, il giovedi, il venerdi ed il sabato che mancavano alla partita.

Lo stadio.
Che cos'è lo stadio? Che si prova a stare li?

"Adesso la sede è chiusa, è tardi".

Delusione.
Ma negli spogliatoi neanche mi feci la doccia. Me la faccio a casa, dico ai miei che troppe persone mi sono passate davanti e che dovevo aspettare troppo. Devo andare assolutamente da mio padre a chiedergli se domenica mi ci manda.
Esco e non gli permetto neanche di dirmi ciao.

"Papà il presidente ha organizzato il pullman per andare allo stadio domenica c'è Lazio-Padova dobbiamo andà in sede domani a da i soldi se ci vado ci posso andà mi ci mandate?"

Zero punteggiatura come vedete. Dissi la frase tutta d'un fiato, le parole uscirono come da un'improvvisa falla in cui scorre un liquido ad alta pressione.
Mio padre li per li sorrise. Non poteva dirmi di si, doveva ovviamente parlarne con mia madre (emotiva all'ennesima potenza, come tutte le mamme che si rispettino quando si tratta di mandare un bambino di 11 anni allo stadio, anche se accompagnato dai grandi, sai com'è con tutte le cose che si sentono...) e lui odiava fare delle promesse che poi non era sicuro che avrebbe potuto mantenere.
E allora non vedevo l'ora di andare a casa.
Arrivato a casa la stessa scena con mamma.

"Mamma il presidente ha organizzato il pullman per andare allo stadio domenica c'è Lazio-Padova dobbiamo andà in sede domani a da i soldi se ci vado ci posso andà mi ci mandate?"

Il dubbio si dipinse sul suo volto... ma dopo qualche rassicurazione sul fatto che comunque c'era un pullman, che non saremmo stati soli perchè sarebbero venuti i dirigenti genitori di alcuni miei compagni di squadra (che, in quanto figli di dirigenti erano sempre titolari anche se pippe, ma questa è un'altra storia) fatte tutte da mio padre (che evidentemente VOLEVA mandarmici) acconsenti'... "Però fai il bravo! I compiti l'hai fatti? Fammeli vedè!"  ;D

Lo stadio... e già non stavo più nella pelle. Il giorno dopo stesso andammo in sede a comunicare l'adesione e a pagare il tutto.
Lo stadio... domenica andrò allo stadio.
E per tutta la settimana non parlai d'altro.
Con mia sorella, con i miei compagni di classe, con gli altri compagni di squadra laziali e non (molti dei primi condividevano le mie stesse emozioni) con mia nonna dove andavo a pranzo ogni giorno dopo la scuola perchè i miei lavoravano entrambi, con la catechista, con il giornalaio dove prendevo le figurine, con i vicini di casa, con gli amici con cui giocavo in piazza, con i miei zii, le mie cugine, con gli amici e le amiche dei miei genitori.
Domenica vado allo stadio!!!

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Domenica 20 novembre 1994 mi svegliai prestissimo, nonostante faticai molto a prendere sonno la sera prima per l'eccitazione ed il fermento. E' stata probabilmente una delle notti più odiate della mia vita, non passava mai.
Mia madre aveva già preparato ogni minima cosa.
Panini, bottiglietta d'acqua, fazzoletti, tovaglioli... il tutto con la meticolosità e la precisione che appartiene solo ed unicamente ad una mamma.
L'appuntamento al piazzale antistante il Maurizio Natali era alle 10:30, ma io avevo già da più di due ore indossato la divisa dell'F.C. Juventus Colleferro (pantaloni neri, parte di sopra metà nera e metà rossa, fedele ai colori sociali del Colleferro) e la sciarpa della Lazio (ci avevo addirittura dormito con la sciarpa) e alle 9 io già chiedevo a papà di accompagnarmi li. Avevo il terrore ora di arrivare tardi di essere lasciato a Colleferro.
Fu sostanzialmente la domenica dei terrori in successione.
Terrore che qualcosa andasse storto, che qualcosa rovinasse quella che doveva essere una domenica trionfale, da non dimenticare.
Il terrore di non arrivare in tempo, assurdo.
Ma in tempo ci arrivo eccome al piazzale, anzi siamo tra i primi perchè mio padre, per sfinimento, alla fine alle 10 mi portò li, mezz'ora prima dell'appuntamento.
Ma appunto eravamo tra i primi, non i primi.
C'erano altri miei compagni di squadra, laziali, che evidentemente avevano fatto la stessa manfrina con i loro genitori e che erano alla prima volta allo stadio, come me. Tutti con i colori sociali del Colleferro, ma con qualcosa di biancoceleste. Una sciarpa, un berretto, una piccola bandiera.
E ricordo che mio padre si mise a parlare con i genitori di un altro ragazzo che, a detta di quel signore, non s'areggeva più pe' veni' qua.
Arrivano tutti ed il pullman parte.
Parte da Via degli Atleti, imbocca Via Consolare Latina, per poi percorrere Via Fontana dell'Oste e poi una zona in costruzione, dove anni più tardi sorgerà l'attuale "Piazza dei Caduti di Nassirya". Piazza del Colosseo, poi passiamo sul ponte che passa sul fiume Sacco, laddove la fabbrica getta da anni i suoi rifiuti tossici ed infine il casello autostradale, direzione Roma.
Siamo in viaggio verso l'Olimpico, ma ben presto un incidente dopo il casello di Valmontone comporta un forte rallentamento ed una conseguente coda di macchine.
Terrore di non arrivare allo stadio in tempo. Terrori infantili, di chi vuole che niente, assolutamente NIENTE rovini questa giornata.
Perdiamo una mezz'ora buona, ma alla fine il pullman riesce a proseguire e a raggiungere Roma.
Lungo il viaggio chiacchiero a lungo con il ragazzo che sta seduto vicino a me, Simone, con cui condivido oltre che la lazialità, l'insoddisfazione di essere un inamovibile panchinaro della squadra (e nonostante il mio impegno, non riuscirò mai a conquistare la maglia da titolare, ma questa è un'altra storia).

Arriviamo in tempo si? Che farà la Lazio oggi? Massi', con il Padova in casa vince... ma ti pare... papà dice che Zeman ha un gioco rivoluzionario, che cambierà completamente la visione del calcio... mio papà invece dice che il gioco è troppo faticoso che i giocatori alla lunga ne risentono... io ho portato questa sciarpa ti piace?... io invece ho questo berretto me l'ha regalato mio nonno... ma ci pensi che vedremo Signori dal vivo?... ma ci parleremo?... nooo e come fai a parlarci saremmo cosi tanti... quanti saremo?... io penso centomila... la Lazio è troppo forte quest'anno... oh guarda, guarda fuori!!!

In autostrada vediamo le prime macchine di tifosi che stanno andando allo stadio.
Una sciarpa fuori dal finestrino, una sciarpa sul cuscotto della macchina... siamo vicini.

Mister, quanto manca ad arrivare? Mister, quante persone entrano in uno stadio? Mister, ma quanto manca ad arrivare? Mister, ma la Lazio secondo te vince? Mister, ma quanto manca ad arrivare? Non glielo chiediamo ogni 2 minuti, poi si arrabbia... è vero... ma quanto manca ad arrivare? Lo chiedo a te... chissà da che distanza vedremo Signori e gli altri... Mister, siamo arrivati? Si, guarda, quello è l'Olimpico... famme vedè famme vedè!!!
E tutto il pullmann, tutti i ragazzini che si fanno sul lato sinistro, spingendosi e spintonandosi, per vedere l'Olimpico dall'esterno.

Boni, state boni, mo c'entriamo dentro proprio! Seduti, su!

Imponente la voce del Mister e dei dirigenti presenti. Ma fanno ugualmente fatica a farsi dare retta.

E finalmente arriviamo. Scendiamo. Cielo sereno, bella giornata di sole nonostante si stia a novembre inoltrato.
Dall'esterno lo stadio mi sembra qualcosa di... di troppo grande. Di alieno. Di mitologico. Questa è la casa della Lazio. Una delle case della Lazio, è dove la Lazio gioca, è dove i nostri campioni giocano al calcio.
Camminiamo (i grandi devono faticare non poco per tenerci a bada, visto che c'è chi va a destra e chi a sinistra).
Camminiamo e lo stadio si avvicina sempre di più. E le persone con la maglia, la sciarpa e le bandiere biancocelesti sono sempre più numerose.
Tantissime. Mai visti tanti laziali cosi insieme!
E, nell'eccitazione generale, cominciamo con il coro... "LAZIO! LAZIO! LAZIO!"
Eccola li, la scalinata.
In cima a quelle scale c'è il mondo nuovo, quello che non conosco. In cima a quelle scale c'è il campo su cui scenderà la Lazio.
Faccio un gradino alla volta, anche se vorrei farne 10 alla volta. Sono emozionato e man mano che salgo mi emoziono sempre di più... sono sempre più vicino...
...ed eccomi qua. C'è il campo.
Bandiere della Lazio che sventolano ovunque, tribune piene di persone, grandi, anziani, bambini, di tutti i tipi.
Tribuna tevere bassa, lato sinistro, dalla parte della curva sud.
I nostri eroi entrano in campo.
Li riconosco tutti.
Signori, Cravero, Winter, Rambaudi, Casiraghi, Zeman...
Tutti urliamo i loro nomi, ci agitiamo, vogliamo che si girino verso di noi...
Mi fa un effetto strano vederli... hanno un aspetto cosi... cosi.... cosi UMANO.
Sono uomini anche loro. Ma sanno giocare a calcio splendidamente, per quello sono li.
Giusta osservazione del papà di un mio compagno di squadra venuto li con noi.

Nuovo terrore... ma la Lazio vince??? Non è che...
Inizia la partita... gol del Padova.
Terrore.
Stadio muto.
Mio padre mi ha parlato dello stadio quando segna la Lazio... ma non mi ha parlato dello stadio quando la Lazio subisce un gol. L'ho scoperto da solo.
Ma la Lazio vince??? Non è che... terrore, terrore assurdo perchè passano i minuti, ma il punteggio è sempre di 0-1... fino alla zampata di Rambaudi sul finire del primo tempo per il pareggio... e li scopro davvero un mondo nuovo.
Scopro quel "paradiso di gioia" di cui mi aveva parlato papà.
Ed è meraviglioso. Tutti festeggiano per quello che festeggio io, tutti per la Lazio, tutti provano le stesse emozioni belle che provo io, tutto è... una proiezione di me.
Questa è la magia e l'ho capito quel giorno.
Lo stadio SEI TE. Lo stadio è la proiezione dei tuoi sentimenti moltiplicata per cento, per mille, per diecimila, per un milione.
(e meno male che non sono capitato nell'era Lotito ad aver la prima esperienza allo stadio...)
E lo stesso al 2-1. Al 3-1- Al 4-1. Al 5-1.
5-1. Un trionfo.
Li abbiamo distrutti, i nostri Eroi li hanno fatti a pezzi.
Ed eccolo li Signori che, al gol del 3-1 esulta proprio sotto di noi, con noi che esplodiamo di gioia, sia per il gol che per vederlo tanto da vicino, tendere le mani verso di lui, quasi a volerlo abbracciare.

Terrori svaniti, uno dietro l'altro.
E' stato un trionfo.
Cori per la Lazio allo stadio, cori per la Lazio fuori, cori per la Lazio dentro il pullmann... corsa verso mio padre in serata, quando il pullman rientra al campo di Colleferro e torniamo a casa.
E per tutta la sera non ho parlato d'altro a casa.
E sapevo che il giorno dopo non avrei parlato d'altro.
Con mia sorella, con i miei compagni di classe, con gli altri compagni di squadra laziali e non (molti dei primi condividevano le mie stesse emozioni) con mia nonna dove andavo a pranzo ogni giorno dopo la scuola perchè i miei lavoravano entrambi, con la catechista, con il giornalaio dove prendevo le figurine, con i vicini di casa, con gli amici con cui giocavo in piazza, con i miei zii, le mie cugine, con gli amici e le amiche dei miei genitori.
Sapevo che quello che era successo quel giorno sarebbe rimasto nel mio cuore per sempre.
Lo sapevo mentre mi addormentavo a letto, la sera del 20 novembre 1994, abbandonandomi a sogni biancocelesti.

Ed ogni volta quando vado allo stadio ripenso a quel giorno e ai giorni che l'hanno preceduto... antiche emozioni che si fondono con le nuove... perchè ogni volta è un po' come riviverlo, ecco il perchè del titolo del topic.

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Da Laziowiki:

Domenica 20 novembre 1994, campionato di serie A 1994/95, decima giornata -
Roma, stadio Olimpico - Lazio-Padova 5-1


LAZIO: Marchegiani, Negro, Chamot, Venturin, Bergodi, Cravero, Rambaudi, Fuser, Casiraghi (68' Di Vaio), Winter, Signori (81' De Sio). A disp.: Orsi, Nesta, L.Colucci. All. Zeman.
PADOVA: Bonaiuti, Balleri, Gabrieli, Franceschetti, Rosa, Lalas, Kreek, Nunziata, Galderisi (56' Vlaovic), Longhi, Maniero. A disp.: Dal Bianco, Servidei, Cavezzi, Perrone. All. Stacchini/Sandreani.
Arbitro: Bolognino (Milano).
Marcatori: 9' Maniero, 45' Rambaudi, 50' Lalas (aut), 51' Signori, 77' Di Vaio, 90' Winter.
Note: ammoniti Casiraghi e Fuser per la Lazio, Balleri per il Padova.
Spettatori: 40.001.


(grazie a chi ha letto. Raccontate anche voi la vostra prima esperienza allo stadio, se volete :) )

Offline aquilafelyx

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Re:Antiche emozioni si fondono con quelle nuove. E' sempre come la prima volta...
« Risposta #1 : Martedì 4 Ottobre 2011, 23:17:58 »
:band7:

io ero un po' più grande per la mia prima volta ;) indimenticabile !! decisamente 8)
M'illumino di Lulic

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Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline BobLovati

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Re:Antiche emozioni si fondono con quelle nuove. E' sempre come la prima volta...
« Risposta #2 : Martedì 4 Ottobre 2011, 23:28:13 »
Per quei 2-3 che non lo sapessero, la mia prima partita ufficiale fu questa:

http://www.laziowiki.org/wiki/Domenica_24_maggio_1953_-_Roma,_stadio_Olimpico_-_Lazio-Juventus_0-1 

anche se, ma non riesco a focalizzare la partita, vidi un´amichevole allo Stadio Torino 1 o 2 anni prima.

Complimenti ( ed un applauso ) a " malacarne ", che, nonostante il nicche, è una persona cortesissima: un vero laziale, pe´dilla tutta   ;) 
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

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Offline aquilafelyx

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Re:Antiche emozioni si fondono con quelle nuove. E' sempre come la prima volta...
« Risposta #3 : Martedì 4 Ottobre 2011, 23:39:48 »
decisamente una data storica anche per BobLovati ;D

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Trippanera

Re:Antiche emozioni si fondono con quelle nuove. E' sempre come la prima volta...
« Risposta #4 : Mercoledì 5 Ottobre 2011, 01:03:25 »
Malacarne, nessuno di questi buzzurri       :-[   ti rende il plauso dovuto a chi sa donare con buona letteratura delle cose così preziose e personali. Grazie!   

Offline benvolio

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Re:Antiche emozioni si fondono con quelle nuove. E' sempre come la prima volta...
« Risposta #5 : Mercoledì 5 Ottobre 2011, 09:03:56 »
Grazie malacarne! ricordo perfettamente quella domenica ma non perche' ero allo stadio. Ero a Villa Celimontana con mio figlio di quattro anni e mentre lui faceva i primi armeggi in bici io, esattamente come te ragazzino (o meglio esattamente  ragazzino come te...) pensavo " ma tanto mo' la Lazio segna, pareggia te pare che non segna..." e stringevo nervosamente la vecchia radiolina di mio padre. Bravo malacarne!

leo

Re:Antiche emozioni si fondono con quelle nuove. E' sempre come la prima volta...
« Risposta #6 : Mercoledì 5 Ottobre 2011, 14:33:42 »
Davvero una bella testimonianza, complimenti  :D

sfumatura

Re:Antiche emozioni si fondono con quelle nuove. E' sempre come la prima volta...
« Risposta #7 : Mercoledì 5 Ottobre 2011, 14:36:41 »
Bellissimo racconto :)

malacarne

Re:Antiche emozioni si fondono con quelle nuove. E' sempre come la prima volta...
« Risposta #8 : Mercoledì 5 Ottobre 2011, 14:58:56 »
Grazie mille a tutti, davvero... mi fa piacerissimo che abbiate apprezzato e che vi sia piaciuto.

Grazie  ;)

(raccontate pure la vostra però  :P )