Premetto che quella di ieri era la seconda partita ufficiale dopo l'andata con il Rabotsky che ho seguito, quindi non so se cio' che segue va bene anche per San Siro e il Vaslui, ma non credo che non lo sia.
Non credo nemmeno di fare sconvolgenti rivelazioni, dicendo che in genere dovrebbe essere buona regola lasciar colpire di testa un compagno meglio piazzato per il rinvio, quando si e' spalle alla palla in arrivo e faccia alla propria porta. Tantopiu' dovendo scattre per colpirla
(o).
Ne che quando il proprio portiere sta uscendo sui piedi di un avversario in corsa, quasi nell'area piccola palla al piede, uscita dai tempi perfetti, non vado a 'contrastarlo', ma piuttosto mi preccupo di coprire il primo palo, tenendo sull'azione pronto a 'rubare' la palla qualora non fosse bloccata dal portiere, e ieri c'era tutto il tempo di togliere la palla a prima che calciasse in porta.
Queste non credo proprio siano cose che un allenatore debba insegnare a giocatori ormai navigati, con diverse stagioni in serie a nella stessa squadra, ed entrambi con numerosi estimatori anche tra i tifosi esperti di calcio.
Oltrettutto, ho visto una miriade di palloni buttati in fase di costruzione, non per anticipi da applauso degli avversari, ma per passaggi miracolosamente
(nel senso che solo dio puo' sapere come) sbagliati in frangenti dove non c'era pressione sul portatore di palla, ne sul ricevitore, ne tantomeno nel risultato.
Palle spedite metri troppo avanti, troppo indietro, di lato, di sopra
mi sa qualcuna pure di sotto
(non so come ma son sicuro sia cosi ).
E neanche questo credo sia compito dell'allenatore insegnare a giocatori tutti di una certa esperienza nei propri ruoli.
Al che dopo tanto pensarci, mi e' cominciata a ronzare nella mente una semplice, ma (forse) esplanatoria domanda.
Ma i giocatori si guardano quando sono i campo?
Notano le maglie simili a quella che indossano?