Roma, 2013.
Mark Fish è un tifoso della Lazio con relazione stabile, rapporto a tempo indeterminato e in I classe bonus malus. I suoi migliori amici sono MagoMerlino, un insegnante innamorato di una sua studentessa, e Franz Kappa, un agente di borsa. Fish ha anche un cane, con il quale passeggia per le strade di Villa Pamphili (non è vero, ma la produzione ha insistito molto su questo aspetto per motivi pubblicitari). Il padre, BobLovati, è un vigile del fuoco in pensione che pensa ancora ai fasti della presidenza Lenzini.
Mark Fish è stato condannato da nove anni a un calciomercato al cardiopalma, con operazioni all’ultimo secondo, ed ora ha problemi con la legge dopo che la polizia, in seguito ad una soffiata, ha trovato nel suo appartamento numerose copie di “Pane e Pallone” (un libello di un pericoloso dissidente) ed un ettolitro di olio canforato (sostanza illegale e dopante, utilizzata nei campi di calcetto e in alcuni forum). Pertanto, si appresta a vivere l'ultima sua notte da sognatore in compagnia dei suoi amici e della sua compagna.
Mark Fish non riesce a capacitarsi della sua colpa e in un monologo inizia a insultare tutti, prima di capire che il solo colpevole è lui, soltanto lui, perché crede ingenuamente in una Lazio sempre più forte.
Il gruppo si reca così in una trattoria di Torpignattara, per salutare Fish. Questi però è convinto che non reggerà a una stagione di mezza classifica perché teme la reazione dei tifosi giallorossi dopo le umiliazioni del 26 maggio e della stampa demoplutogiallorossa e allora, per non presentarsi allo stadio con un "faccino pulito" si fa picchiare da Franz Kappa, quindi saluta la sua Cesira e sale in auto con il padre, per recarsi al Lazio Style per acquistare l’abbonamento.
In realtà, Bob Lovati non si dirige verso il Lazio Style, ma intraprende un viaggio in una metaforica venticinquesima ora (nella sequenza si vede l’auto, una FIAT 127 bianca tre porte, che passa di fronte al Flaminio) dove Fish potrà rifarsi una vita da tifoso e rimediare ai suoi errori. Il sogno, però, si infrange, lasciando il posto al suo inevitabile destino che si compie nel momento in cui è costretto a esibire la sua “tessera del tifoso” allo steward, ormai condannato a una stagione di transizione.