Da Eurosport
Juan Antonio Samaranch se n'è andato. L'ex presidente del CIO ci lascia a 89 anni a causa di una grave insufficienza coronarica. Era ricoverato in un ospedale di Barcellona dopo essere stato colpito da un attacco cardiaco ed era intubato. I medici definivano le sue condizioni “gravi, ma stabili”, anche se avevano già annunciato che la situazione era critica visto il suo stato di salute e vista l’età avanzata e che le prime 48 ore dopo la rianimazione sarebbero state determinanti per stabilire se ce l’avrebbe fatta oppure no.
Samaranch, nato a Barcellona il 17 luglio 1920, era un personaggio politico in Spagna, ma il mondo lo ha conosciuto per la sua intensa attività nell’ambito sportivo: fu infatti presidente del Comitato Olimpico Internazionale per lungo tempo, esattamente dal 1980 al 2001. La sua militanza nel CIO però è di data ancora più antica: ne fu infatti eletto membro nel lontano 1966, grazie alla sua grande esperienza come ex sportivo e al fatto che parlasse correttamente sette lingue (spagnolo, catalano, italiano, inglese, francese, tedesco e russo).
La presidenza di Samaranch al CIO, oltre che lunga, è stata costellata di difficoltà: eletto infatti poco prima dei Giochi di Mosca, dovette affrontare tutti i risvolti collaterali della Guerra Fredda, che ebbero ampie ripercussioni anche sul mondo dello sport. Nel 1980, a Mosca appunto, ci fu il boicottaggio da parte degli Stati Uniti, “favore” che poi l’Unione Sovietica insieme a tutta l’Europa dell’Est restituì nell’edizione successiva, quella del 1984 svoltasi a Los Angeles.
Le influenze del mondo politico su quello sportivo furono molteplici durante la sua presidenza, così il CIO si trovò a dover spesso fronteggiare le mutazioni della catrtina politica mondiale con la soppressione di vecchi Stati in favore di nuovi, anche se il grande merito di Samaranch resta quello di essere riuscito a risanare economicamente il comitato, dandogli un nuovo slancio e aumentando così di edizione in edizione il numero dei partecipanti.
Sotto la sua supervisione ci fu anche lo “scisma” delle Olimpiadi Estive da quelle Invernali: l’ultimo anno congiunto fu il 1992, quando ci furono i Giochi Invernali ad Albertville e quelli estivi a Barcellona. Dal 1994 i Giochi Invernali intrapresero la loro strada in autonomia, con l’edizione di Lillehammer.
Il tema delle assegnazioni fu molto controverso, sempre sotto la sua presidenza. Ci fu infatti uno scandalo dopo l’assegnazione dei Giochi Invernali 2002 a Salt Lake City, quando si scoprì un giro di tangenti e di favori sessuali. Samaranch ne era estraneo e si salvò, ma dovette scusarsi pubblicamente con il mondo. Dopo questo episodio, stabilì che ad assegnare i Giochi Olimpici non sarebbe più stato il CIO da solo, ma una commissione più ampia.
La sua carriera da presidente olimpico fu segnata anche da un’altra difficoltà. Il 16 settembre 2000 perse la moglie Maria Teresa, malata di cancro. I Giochi di Sydney, però, si erano aperti solo il giorno prima, e così Samaranch fece atto di presenza alla cerimonia inaugurale, volò in Spagna dalla moglie e poi, dopo qualche giorno di lutto, ritornò in Australia per assolvere il suo dovere istituzionale.
Nel 2001 Juan Antonio Samaranch decise di non ripresentarsi alle nuove elezioni presidenziali. Raccolse il suo testimone il belga Jacques Rogge, ancora in carica, mentre Samaranch fu fatto presidente onorario a vita del CIO.
L’ultimo suo atto di rappresentanza nel mondo dello sport fu il sostegno della candidatura di Madrid come città ospitante per l’edizione 2016. La sua fu un’arringa accorata. “Cari colleghi, so che sono molto vicino alla fine dei miei giorni – disse in occasione della presentazione del progetto al CIO – Ho 89 anni. Permettetemi di chiedervi che prendiate in considerazione di premiare il mio Paese con l’onore e l’onere di organizzare i Giochi Olimpici del 2016”.
Nonostante questo appello sentito, Madrid e Samaranch hanno dovuto incassare la sconfitta, visto che la città scelta è stata Rio de Janeiro. Samaranch però la sua battaglia l’aveva già vinta nel 1985, quando poté annunciare che la XXV edizione dei Giochi Estivi si sarebbe svolta nella sua amata Barcellona, dove nacque e dove si è congedato dalla vita