Autore Topic: Dieci anni fa  (Letto 786 volte)

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Giglic

Dieci anni fa
« : Giovedì 21 Luglio 2011, 11:49:36 »
Nello stesso periodo di pochi giorni succedevano tre cose che, prese singolarmente, sarebbero degne di essere ricordate per sempre, ma che tutte insieme sono state vissute, almeno da chi scrive, come un’immersione in un mondo brutto, dal quale fatico ancora oggi a considerarmi fuori. Mi riferisco allo scempio della Diaz, ed alla morte di Carlo Bo ed Indro Montanelli.
Mi vorrei soffermare soprattutto su quest’ultimo. Nonostante quanto andasse affermando (magari per vanità) , il suo ricordo a dieci anni dalla morte, non si è affievolito per nulla, anche se in parecchi casi l’appropriazione del suo pensiero è stata strumentale.
Di destra, ma di una destra che in Italia non è mai esistita (liberale e laica, quando da noi in generale è sempre stata reazionaria e clericale) se non per brevi periodi, aveva chiara la missione della sua vita: in questo è stato fortunatissimo. Ma aveva anche un talento naturale per lo scrivere e per la chiarezza, che in un’Italia abituata alla cultura “di maniera”, erano una piacevole eccezione.
La mia passione per la storia è completamente merito suo. Leggere i suoi libri vuol dire entrare in un romanzo “vero” (anche se molte cose erano solo “verosimili”) che ti spinge a volerne sapere sempre di più, e che ti fa innamorare dei personaggi e dei contesti in cui questi si muovono. E’ stato, a mia memoria, il primo giornalista a scrivere come parlava, operazione che in italiano è tutt’altro che facile, e che probabilmente era possibile solo ad un toscano come lui.
Approfondendo gli argomenti ho notato che per amore del racconto qualche volta sacrificava la verità, così come certe volte aggiungeva particolari inventati per “amor di verisimiglianza”, come scriveva lui, ma la scoperta di questi “errori” non me lo ha fatto disprezzare per nulla, anzi ha innalzato ancora di più la mia stima, perché un maestro che fa crescere i suoi studenti fino a criticarlo è il migliore possibile.
Politicamente e giornalisticamente ha fatto errori, anche marchiani (l’invito alla Clara Luce ad agire da estera contro il PCI, l’accusa a Peppino Impastato di essere morto mentre preparava un attentato, il diniego dell’uso delle armi chimiche in Etiopia nel 1936), ma tutti “sapevano di bucato” (altra sua maniera di dire) nel senso che non ne ha mai fatto uno per interesse personale.
Pezzi di Montanelli si possono trovare in tanti dei suoi pupilli giornalistici, dall’amara satira di Travaglio ai vivi resoconti di Severgnini, dalla destra nostalgica di Granzotto all’acceso anticomunismo di Staglieno. Ma nessuno riesce, né riuscirà mai, ad avere le sue qualità ed i suoi difetti tutti insieme. Leggerlo voleva dire scoprire sempre qualcosa di nuovo, su cui magari non si era d’accordo, ma che ti portava a dire “non ci avevo pensato”.
Di destra, dicevo. Probabilmente, proprio per questo motivo, negli ultimi anni si era avvicinato alla sinistra (cosa c’è mai stato di destra nel berlusconismo?) ed al campione di quella destra che lui vedeva ormai solo a sinistra: Massimo D’Alema, da lui sempre elogiato.
Del resto, come diceva, “in Italia non si può creare una destra senza manganello, né una sinistra senza bordello. Avendo sperimentato entrambi, preferisco il bordello”.
Sembrano passati solo pochi giorni, in realtà è un’eternità. E non solo perché in quello stesso anno l’undici settembre è capitato qualcosa che ha sconvolto determinati equilibri e, per quanto possa valere, anche la mia vita lavorativa.

Offline BobLovati

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Re:Dieci anni fa
« Risposta #1 : Giovedì 21 Luglio 2011, 13:20:37 »
Da Montanelli ho imparato a " leggere " la storia, senza credere che sia una sequenza di date e fatti, sic et simpliciter.

Al ginnasio ricordo che portavo Storia dei Greci e Storia di Roma, che il professore di latino ed italiano, oltre a quello di storia, evidentemente, mi chiedevano di leggere in classe.

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Laziale, Ducatista e fiumarolo

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