Autore Topic: "Quella casa è mia" di Francesca Luzi - L'Aquila che resiste  (Letto 860 volte)

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Offline giangoverni

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"Quella casa è mia" di Francesca Luzi - L'Aquila che resiste
« : Mercoledì 8 Giugno 2011, 17:04:42 »
Ho letto il libro di Francesca Luzi Via Rustici, 38: “Quella è casa mia” . Me lo ha regalato Francesca quando sono andato all’Aquila alla manifestazione sui libri “Volta la carta” organizzata da lei e da altri aquilani e aquilane, soprattutto aquilane. Ho passato una giornata importante della mia vita con Francesca e le altre perché ho visto come tanta gente urli il proprio diritto a vivere la normalità in una città che troppi vogliono morta per sempre, sostituita da casette prefabbricate, da case nuove, da centri commerciali che dovrebbero fungere da ritrovi degli aquilani in sostituzione delle loro belle piazze, dei loro corsi, dei portici che ti permettono di stare insieme e di passeggiare anche quando piove e fa freddo. E loro lo fanno ancora. Molti di loro, soprattutto i giovani rifiutano i centri commerciali e si riuniscono nella loro città come quando era viva e palpitante ed ora è ridotta quasi a un set cinematografico abbandonato, dove nessuno gira più un film.

Francesca Luzi ha raccontato quella terribile notte fra il 5 e il 6 aprile, come hanno vissuto la grande scossa insieme a suo marito e ai suoi due bambini, come si sono ritrovati con gli amici i parenti le persone care, come si sono cercati, come si sono aiutati, come hanno continuato a vivere. Un reportage lucido dal di dentro della tragedia che nessun inviato, anche il più dotato e il più sensibile avrebbe potuto scrivere. Francesca ha superato lo shock, ha riconquistato la sua “normalità” sia pure precaria, si è fatto coraggio e l’ha scritto, con un epilogo che è un atto di condanna per tutti noi, per la società dei media, per la società dell’apparire che ha dimenticato L’Aquila tutta presa da altre tragedia che fanno più audience.

“Il tempo passa – scrive Francesca Luzi – scorrono i fogli del calendario, la città ogni tanto riapre un angolo di strada meno devastato degli altri e ci dà l’illusione che tutto presto tornerà come prima. Ancora non si vede un cantiere aperto nel centro storico. La burocrazia sta strangolando ciò che resta della città. I riflettori dei media oramai si sono spenti sulla nostra tragedia: neppure una manifestazione di ventimila persone su una città di settantamila abitanti è stata presa in considerazione dalle reti nazionali e questo la dice lunga. Il nostro futuro è assolutamente incerto ma quello che è certo è che io non me ne andrò: qui sono nata e qui voglio morire”.

Francesca rappresenta L’Aquila che resiste, aquilane e aquilani che rivoglio la loro città dove continuare a nascere vivere e morire. E noi italiani di buona volontà dobbiamo essere con loro!

Giancarlo Governi


Offline Baruch

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Re:"Quella casa è mia" di Francesca Luzi - L'Aquila che resiste
« Risposta #1 : Mercoledì 8 Giugno 2011, 17:15:34 »
Gli aquilani sono persone bellissime. Sono stato all'Aquila pochi giorni dopo il sisma, ma quando ci sono tornato più di un anno dopo è stato molto peggio. Loro, gli aquilani, sembrano degli zombie, camminano lungo ex strade di un ex città solo per non arrendersi. Solo per rivendicare il loro essere rimasti lì, il loro non voler abbandonare una terra abbandonata da tutti, dalla Natura e dagli uomini. Camminano e ogni tanto si fermano nei locali che hanno riaperto, che si contano sulle dita di due mani. Fingono, fingono di vivere all'Aquila, ogni giorno. Impossibile capire senza vedere.
Grazie giango per la segnalazione.

ruud

Re:"Quella casa è mia" di Francesca Luzi - L'Aquila che resiste
« Risposta #2 : Mercoledì 8 Giugno 2011, 18:26:19 »
Grazie Giango, comprerò il libro ma non credo lo leggerò subito. Ancora devo trovare il coraggio di andarla a vedere dopo il sisma. Spero soltanto che i riflettori non vengano spenti, un grazie anche a Francesca, quindi.  :( :( :(

Offline Baruch

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Re:"Quella casa è mia" di Francesca Luzi - L'Aquila che resiste
« Risposta #3 : Martedì 14 Giugno 2011, 12:22:32 »
Da Repubblica

La mappa dei ricordi
per ricostruire L’Aquila


Una mappa dei ricordi per
ricostruire L’Aquila. Foto,
testi, video, sentimenti e
memoria. Basta qualche click per
comporre il diario di come era la
città prima del terremoto del
2009. Google, con il progetto “Noi
L’Aquila”, donato al Comune e
all’Associazione nazionale famiglie
emigrati, permette di caricare
sul sito www.noilaquila.it testimonianze
personali legate a
un luogo. Si realizza così una
geografia sentimentale:
il ricordo
di uno spettacolo a
teatro, di una festa a
Collemaggio, del mercato
delle erbe con i suoi venditori,
di un appuntamento in
piazza o di una vacanza. Per
tenere vivo il passato prossimo,
ma anche per promuovere
la rinascita del capoluogo
abruzzese.
«“Noi, L’Aquila” servirà a
far conoscere la città nel
mondo», dice il sindaco
Massimo Cialente. «A questo
contribuiranno i racconti
personali che i cittadini e i visitatori
lasceranno sul sito.
Perché i nostri non saranno
solo cenni di storia dell’arte,
ma pezzi di emozioni legate
ai luoghi. Solo attraverso le
storie ci si può innamorare
davvero di un posto. Speriamo
che le persone che si innamoreranno
così dell’Aquila
contribuiscano poi alla
ricostruzione».
Chi si collega al sito già da
oggi troverà i video di storici
dell’arte e archeologi che descrivono
il patrimonio artistico
danneggiato e le origini
di ogni monumento. Ma ci
sono anche frammenti di vita
cittadina. Il sindaco ha
scelto di ricordare il Cinema
Massimo. Natalia Nurzia, la
titolare del caffè in piazza
Duomo, rivà col pensiero al
profumo delle nocciole tostate
che si spargeva lungo
tutto il centro storico, ma annuncia
anche orgogliosa:
«Abbiamo ripreso a produrre
qui il nostro torrone». Andrea
Basti, ingegnere edile,
visita la sua scuola elementare,
la De Amicis, oggi un
edificio inagibile.
Accanto alla macchina
della memoria, Google porta
avanti il progetto di ricostruzione
virtuale dell’Aquila avviato
qualche mese fa. Utilizzando
i programmi Google
SketchUp e Google Modellatore
di Edifici 3D tutti potranno
costruire su Internet modelli
tridimensionali degli
edifici distrutti da collocare
sulla mappa di Google Earth.
Lo scopo è realizzare una
pianta tridimensionale che
possa aiutare la ricostruzione
vera. Dice l’architetto inglese
Barnaby Gunning,
ideatore del progetto che ha
interessato i giapponesi dopo
il terremoto di marzo: «Sostenere
che per ricostruire L’Aquila
ci vogliono una decina
di anni è una scusa per non fare
niente. Alcune parti della
città possono tornare agibili
in un tempo più limitato. Ci
vuole un ritmo continuo: nell’arco
di cinque anni dobbiamo
accelerare la possibilità di
riutilizzare lo spazio della
città, partendo dal centro. Le
iniziative in collaborazione
con Google aiuteranno a velocizzare
il processo».

Offline giangoverni

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Re:"Quella casa è mia" di Francesca Luzi - L'Aquila che resiste
« Risposta #4 : Martedì 14 Giugno 2011, 23:10:43 »
Non potendo ricostruirla realmente ai poveri aquilani non rimane che ricostruirsi la loro splendida città in modo virtuale.