Autore Topic: 14 maggio 2000 - il 2º scudetto  (Letto 427 volte)

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Offline BobLovati

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14 maggio 2000 - il 2º scudetto
« : Sabato 14 Maggio 2011, 00:11:47 »
Oggi, alle 18.04, sarà l´undicesimo anniversario di quella splendida vittoria.
Io ho già raccontato più volte i miei ricordi di quel giorno, così come altri di noi; sarebbe bello che quelli che non lo hanno mai fatto, cogliessero l´occasione per raccontarcelo !   ;)


F O R Z A   L A Z I O     :band2:  :band2:  :band2:  :band2:
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Clazia

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Re:14 maggio 2000 - il 2º scudetto
« Risposta #1 : Sabato 14 Maggio 2011, 00:28:26 »
Eccomicici!

sta "cosa" qui appresso  la scrissi, e postai (marò, che brutta fine sta a fa l'italiano, nel senso di lingua italiana, nel doversi adeguare al web... ma questa è tutta un'altra storia) ...  "a suo tempo", e quindi non posso certo dire di non aver mai raccontato quei miei momenti... ma mi permetto di "ri" qui, stasera, anzi, oggi. Magari "fungerà" da incoraggiamento per altri.
Ovviamente, vi chiedo venia sin da subito se vi annoio con un "repetita":

14 maggio 2000.

Giornata meravigliosa, indimenticabile.

La mattina ho mandato la consueta email scaramantica ad un amico, mi mostro ottimista, gli butto là una di quelle cose tipo.. “non succede ma se succede…”. Lui mi ha risposto garbatamente ma praticamente dandomi della pazzaillusa.

Come sempre, passo a prendere le mie amiche/sorelline M.R. e R., siamo tutte e tre stranamente un po’ più euforiche del solito. Mio fratello P. lo incontriamo allo stadio, come sempre.

Quando finisce la “nostra” partita si resta tutti lì, dentro lo stadio, manco c’avessero sequestrato.

M.R. deve andare a fare pipì ma la notizia del goal del Perugia arriva mentre lei si è appena alzata: la pipì se la riporterà a casa.
R. è inchiodata, senza espressione, praticamente una statua.
P. fa il disinvolto ma in realtà c’ha le pulsazioni a mille.
Il ragazzo dietro a noi è stravolto, ha pure finito le sigarette, si vergogna a chiederle, ma la solidarietà tra fumatori è nota, se poi a quella si aggiunge la nota solidarietà tra Laziali… oltretutto ci dice pure qualcosa tipo “no, no, non lo so se je la fo, troppe emozioni tutte insieme, ieri è nato mio figlio, oggi qui…”

Faccio appello a tutte le scaramanzie che mi vengono in mente, o che in quel momento mi sembrano tali, e quindi non mi azzardo a cambiare posizione più di tanto, mi tengo il golf di cotone pure se sto schiattando dal caldo, non accavallo le gambe anche se ormai sono anchilosate, mangio una caramella piuttosto che un'altra, e così via
Ma gli altri intorno a me fanno tutti più o meno la stessa cosa, perché tutti sono stranamente pressochè immobili. Un ragazzo rimane addirittura in ginocchio e con la testa tra le mani giunte a mo’ di preghiera per tutto il tempo.

Mi manca la mia macchinetta fotografica, questa volta per fotografare la gente, la bellissima gente che ho intorno, le loro emozioni, che poi sono pure le mie. Del resto se anche me la fossi portata, magari per scaramanzia manco l’avrei usata.

Gli abbracci finali con tutti sono bellissimi, dolcissimi, perfino violenti, ma liberatori, intensissimi.

Nel tragitto di ritorno mi chiama sul cellulare l’altro mio fratello A. da Torino, ridiamo e cazzeggiamo euforici e demenziali come tanti anni prima, ci commuoviamo insieme pensando a come nostra Madre avrebbe gioito con noi, e come, di sicuro, starà ridendo di gioia Lassù.

Mi arriva un messaggino del mio amico a cui avevo mandato l’email “Ciao Avvocato Campione d’Italia”; poi un altro di mio nipote, appena uscito dalla Curva Nord “Siamo noi, siamo noi, i Campioni dell’Italia siamo noi”, poi uno di congratulazioni di un’amica, che non capisce niente di calcio ma sa bene del mio amore per la Lazio, e poi mille messaggi sulla segreteria di congratulazioni, di partecipazione a questa gioia bellissima.

A casa c’è una bottiglia di Ferrari in frigo da stappare per brindare con mio Padre.
Deve sempre esserci uno spumante in frigo per brindare. E’ sempre stata un’abitudine di casa mia, perlomeno da quando attendevamo le nascite dei nipotini.

Perché le cose belle, da festeggiare capitano all’improvviso, e non ci si può far trovare impreparati al festeggiamento.

Solo se le cose belle capiscono che le apprezzi continuano a capitarti.

 :band1:


Se volevo sentimme tranquilla mica che nascevo Laziale.

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