Autore Topic: Riposa in pace Vittorio...  (Letto 3530 volte)

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mrmoto

Re:Riposa in pace Vittorio...
« Risposta #20 : Lunedì 18 Aprile 2011, 03:47:39 »
Scordiamoci al più presto di chi è responsabile. Che caschino nel oblio. Ricordiamoci invece, per sempre, di lui, piccolo grande angelo.

Offline sassoxsasso

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Re:Riposa in pace Vittorio...
« Risposta #21 : Venerdì 22 Aprile 2011, 00:53:39 »
ma perché non sono stati fatti funerali di stato? non difendeva il senso più alto e nobile della condizione umana?

mi son meravigliato di non leggere su alcune testate le stesse affermazioni che furono fatte per Enzo Baldoni: "in fondo se l'è cercata"
meno male, qualcuno ha deciso di tacere di fronte a questo enorme dramma.

riposa in pace.
"La Lazialità non te la può togliere nessuno. O ce l’hai o non ce l’hai. Evidentemente tu non ce l’avevi.

Giglic

Re:Riposa in pace Vittorio...
« Risposta #22 : Venerdì 22 Aprile 2011, 06:27:39 »
ma perché non sono stati fatti funerali di stato? non difendeva il senso più alto e nobile della condizione umana?

mi son meravigliato di non leggere su alcune testate le stesse affermazioni che furono fatte per Enzo Baldoni: "in fondo se l'è cercata"
meno male, qualcuno ha deciso di tacere di fronte a questo enorme dramma.

riposa in pace.

L'hanno detto, l'hanno detto...

bak

Re:Riposa in pace Vittorio...
« Risposta #23 : Venerdì 22 Aprile 2011, 10:24:27 »
Baldoni, in confronto a Arrigoni, è stato trattato da signore, altrochè.

zorba

Re:Riposa in pace Vittorio...
« Risposta #24 : Martedì 26 Aprile 2011, 07:22:56 »
(Il Fatto Quotidiano 26.04.2011)

RESTIAMO UMANI GLI ALTRI VIK CHE AMANO IL MONDO

L’utopia di Arrigoni e di chi lascia una vita normale per contrastare ingiustizie e difendere diritti La madre: “Vittorio non era un eroe, ma una persona coerente”

(di Roberta Zunini)

Bulciago (Lecco)  DA UN INTERNET POINT DEL TERRITORIO occupato di Gaza, il 24 aprile dello scorso anno, Vittorio Arrigoni aveva ricordato il valore della Resistenza ai lettori del suo blog Guerrilia Radio. Aveva suggerito di partecipare alle celebrazioni del 25 aprile per onorare e non dimenticare il sacrificio di tanti giovani partigiani che avevano dato la vita per togliere all'Italia e all'Europa il cappio del nazifascismo, della dittatura, del pensiero unico. Un cappio sempre pronto a essere rimesso al collo di chi si oppone alle ingiustizie, alla logica del più forte, alle verità dogmatiche. Non solo metaforicamente: Vittorio Arrigoni è stato strangolato il 14 aprile scorso, forse da una cellula di estremisti islamici, sicuramente da una visione distorta dei principi religiosi, dalla brama di potere e dalla violazione sistematica dei diritti umani taciuta da troppi, Onu compresa.

Esattamente un anno dopo dal palazzetto dello sport di Bulciago, dove si è tenuto il suo funerale italiano, il volontario dell'International Solidarity Movement è riuscito ancora più efficacemente a ricordare il 25 aprile. Lo ha fatto attraverso la sua bara. Non simbolo di morte ma di vita coerente. “Mi ha sempre sostenuto il ricordo di mia zia Stella, la sorella di mia mamma che durante la notte, su una barchetta, andava sull'altra sponda del lago a portare aiuto ai partigiani. Avrebbe potuto morire, ma per lei era più importante perseguire i suoi ideali di giustizia e libertà”. Concludendo il suo scritto – letto da un amico durante la cerimonia laica – Vittorio Arrigoni diceva di avere ereditato dai suoi familiari il bisogno di schierarsi contro gli oppressori, i soprusi, a favore della libertà di parola e di movimento. Il ragazzo che rappresentava l'Anpi di Como ha letto un messaggio in cui l'associazione di partigiani dichiarava di dedicare la giornata del 25 aprile a Vik Utopia. La cerimonia è durata quasi tre ore alla presenza di più di 2000 persone, arrivate da ogni parte d'Italia e d'Europa. C'erano anche i rappresentanti della Mezzaluna rossa palestinese, numerose famiglie di immigrati egiziani e libanesi. Molti hanno cantato Bella Ciao. “Siamo qua da tanti anni – dice il signor Azizi – conosciamo il significato di questa canzone, l'abbiamo sentita tante volte”. Tanti ragazzi erano arrivati in pullman da Roma, Torino, persino dalla Grecia e dalla Spagna. Molte persone erano arrivate da sole, da Firenze, da Verona, da Genova. Alcuni da Napoli. Alla stazione Garibaldi di Milano, dopo aver fatto già parecchie ore di treno, erano saliti su un vecchio trenino regionale. Karina, una trentacinquenne di origine argentina, dice: “Ho lasciato i bambini con il padre, perché non volevo farli stare troppe ore in treno, vengo da Verona. Non conoscevo Vik, non avevo visto nemmeno mai visto i video da Gaza che caricava sul suo blog. Quando ho letto della sua morte così orribile e della sua vita così esemplare, sono andata a comprare il suo libro Restiamo umani. Ho scoperto una realtà, quella di Gaza di cui sapevo poco”.

Giovanni, un quarantenne di bell'aspetto, non vorrebbe commentare: “Mi pare evidente perché sono qui”. È arrivato da solo, con l'Eurostar da Roma. “Dico solo che in un momento in cui ci si deve solo vergognare di essere italiani, Vittorio Arrigoni è uno dei pochi esempi di cui andare orgogliosi”. Antonio è un informatico di Milano e Sonia una giovane antropologa torinese: “Avevamo invitato Vik a presentare il suo libro durante un dibattito. Alcuni lo ritenevano troppo personaggio, troppo protagonista. Vik non avrebbe voluto esserlo, ma ha dovuto usare il video per mostrare ciò che la maggior parte dei giornali e delle televisioni non fa vedere: la brutalità dell'embargo israeliano nei confronti della popolazione di Gaza. Era costretto a fare da scudo umano per difendere i contadini e i pescatori, perché le forze di interposizione dell'Onu non esistono per i gazawi”, sottolineano pacatamente .

Vittorio “non è stato un eroe o un martire, è stato un ragazzo con una vita un po' speciale che ha lottato con coerenza per difendere i diritti umani che devono valere per tutti, sempre”. Con queste parole la madre di Arrigoni, ha chiuso la cerimonia, ringraziando tutti coloro che l'hanno sostenuta in questo momento “di dolore ma anche di orgoglio”. Parole che hanno ridimensionato, secondo la sobrietà che ha distinto questa famiglia in due settimane di strazio, ciò che aveva detto poco prima, durante le esequie religiose il vescovo emerito di Gerusalemme, monsignor Cappucci: “Vittorio è stato, come noi vescovi, un pastore per una popolazione schiacciata e massacrata. Vittorio per noi è un martire, un santo”. Il rappresentante di Libera, l'associazione di Don Ciotti, ha deposto sulla bara un sacchetto di terra di una cascina del torinese confiscata alla ‘Ndrangheta. “Vittorio, oggi noi facciamo un patto: aiutaci ad andare avanti come hai fatto tu nella lotta per liberare le terre oppresse dall'ingiustizia e dal crimine”.

mrmoto

Re:Riposa in pace Vittorio...
« Risposta #25 : Mercoledì 27 Aprile 2011, 12:19:11 »
Io, nel mio piccolo infinito, mi sento della stessa squadra di Vittorio Arrigoni, e di lui sono tanto, tanto fiero.

Offline jegue98

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Re:Riposa in pace Vittorio...
« Risposta #26 : Mercoledì 27 Aprile 2011, 12:38:56 »
Io, nel mio piccolo infinito, mi sento della stessa squadra di Vittorio Arrigoni, e di lui sono tanto, tanto fiero.


Lo sono tutti coloro che credono in mondo più giusto. Da una parte e dall'altra.
So che ci sono Israeliani che sono profondamente contrari al proprio governo per tutto il male che hanno fatto in questi anni.
Odio genera odio e questo vale per tutti indistintamente.
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mrmoto

Re:Riposa in pace Vittorio...
« Risposta #27 : Mercoledì 27 Aprile 2011, 14:20:32 »

Lo sono tutti coloro che credono in mondo più giusto. Da una parte e dall'altra.
So che ci sono Israeliani che sono profondamente contrari al proprio governo per tutto il male che hanno fatto in questi anni.
Odio genera odio e questo vale per tutti indistintamente.

100%. Per la pace, contro la guerra e per l'unità del popolo umano.