Autore Topic: il bologna di porcedda  (Letto 7299 volte)

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Offline Andre

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Re:il bologna di porcedda
« Risposta #60 : Venerdì 21 Gennaio 2011, 21:54:00 »
pensata la stessa cosa appena letta la notizia ... ma temo che non si muoverà prima di fine campionato ...
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

Offline pizzeman

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Re:il bologna di porcedda
« Risposta #61 : Venerdì 21 Gennaio 2011, 22:25:24 »
Con Morandi in società tutto rientra nel giusto contrappasso.

Un po' come se noi avessimo Reitano nell'organigramma societario.

difficile, oggi come oggi...
Non il nome dietro, ma il simbolo davanti.

Offline Adiutrix

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Re:il bologna di porcedda
« Risposta #62 : Sabato 22 Gennaio 2011, 09:11:29 »
Come Zanetti s'è dimesso  :o o porca zozza annamose a pija Di Vaio, prima di subito.

me prenderei anche Perez.
"Natura deficit, Fortuna mutatur, Deus omnia cernit"

zorba

Re:il bologna di porcedda
« Risposta #63 : Sabato 22 Gennaio 2011, 09:55:52 »
(Il Fatto Quotidiano 22.01.2011)

BOLOGNA CAOS

SCHERZI A PARTE

Zanetti, neo-patron rossoblù, lascia la presidenza : “Problemi insormontabili”

(di Giancarlo Padovan)

Uno scandaloso fattore B. B come Baraldi, da cui derivò un immaginifico e mai attuato piano (il piano Baraldi appunto) che sarebbe dovuto diventare la stella cometa per il risanamento dei club professionistici, rimasto invece lettera morta nei titoli di molti quotidiani ormai vintage L’uomo, che di nome fa Luca, ex calciatore intelligente e azzimato, è un abile navigatore. Cesare Geronzi, il più potente tra i banchieri potenti, gli affidò la Lazio dopo il crac della Cirio di Cagnotti. Da quell’esperienza controversa non nacque un manager immacolato, ma certo inossidabile. L’anno scorso, Bologna sembrava l’ultima tappa del rilancio. Invece era la penultima. Dopo Bologna ancora Bologna. Solo che la seconda volta non ce lo vogliono più. Nessuno. Meno uno: il nuovo padrone che, per lui, era pronto ad andarsene e infatti se ne è andato. Perciò la Dotta s’è rotta. 

ROTTA dell’indigeno, del sardo impostore e del veneto importato. Rotta della cordata, ormai slegata, forse in drammatica caduta libera, privata del capo, durato appena trentadue giorni e già stanco, frustrato, mortificato più dai rumori che dai conti, perfino da certa stampa locale. Delle due l’una: o Massimo Zanetti, mister Segafredo per via del caffè, ha una strategia e si dimette perché vuole riottenere fiducia dai soci e mani libere dai tifosi, oppure c’è dell’altro più grosso. Per esempio, e non è solo un esempio, che l’abile regìa di Giovanni Consorte, l’uomo “abbiamo una banca” ai tempi della sventurata scalata alla Bnl, stia miseramente fallendo, dopo un effimero attimo di splendore. La vocazione da soccorso alpino del teatino (nato a Chieti nel 1948) la si deduce dalla consuetudine a cordate, scalate e salvataggi. L’ultimo, per l’appunto, quello del Bologna, sventrato da Sergio Porcedda (il sardo), che aveva comprato l’ottanta per cento delle quote da Menarini (l’indigeno) e che poi ha lasciato a Zanetti (il veneto importato). Date di un rosario doloroso e misterioso: il 25 giugno 2010 Porcedda acquista, peraltro senza versare un euro, dai Menarini, sempre rimasti sul fondo della vicenda metà garanti (bei garanti), metà creditori. Il 17 novembre, dopo un cumulo di bugie raccontate male, Porcedda ammette di non essere riuscito ad ottenere le fideiussioni per pagare gli stipendi. Il puzzo di bruciato disvela un incendio il giorno successivo (18 novembre) quando il Bologna viene deferito. Penalizzazione in vista (meno 1 in classifica, il 2 dicembre) e contestazione dura, con corollario di cupe minacce al patron avventuriero: “Con noi il signor Porcedda ha chiuso e non lo vogliamo più vedere né a Bologna, né allo stadio. Se si presenta alla prossima in casa, interverremo noi”.

È il 19 novembre e un mese dopo, introdotto da Consorte, ecco la coppia, come a Sanremo: Zanetti e Morandi. Cosa cantano? “Ti salveremo noi”. Ma Consorte ha fatto male i conti. Nella sua smania di scalare in cordata, ha messo insieme troppi industriali (tredici) che, com’era facile prevedere, hanno preso a litigare al sorgere dell’anno nuovo. In pratica sono irritati dai modi sbrigativi di Zanetti (padrone sì, ma avendo sganciato appena quattro milioni di euro), dalla sua preferenza per Baraldi, per l’eventualità sbandierata in questi giorni, che il prossimo direttore generale sia Fabrizio Lucchesi, uomo in odore di amicizia con Luciano Moggi. Bologna è allergica a Moggi dai tempi dei Menarini che avevano scelto Francesco Ceravolo come direttore sportivo. La trattativa fu bloccata, con annuncio di moti di popolo, proprio perché l’annuncio venne da Moggi che l’anticipò alla stampa. Ceravolo, ex responsabile del settore giovanile della Juve ai tempi della Triade, pagò (e ancora paga) con una rinuncia assai simile all’ostracismo.

Perché Baraldi è diventato l’argomento della discordia? Perché lo è – e lo è stato – prima di tornare in società per la seconda volta nel giro di pochi mesi. Baraldi entra al Bologna con i Menarini.

Lo fa perché da un po’ è fuori dal giro e perché doveva fare da apripista alla Meleam, azienda barese che nel calcio ha provato ad entrare fin troppe volte senza mai riuscirci. È il 14 aprile 2010. Il Bologna perde 3-2 in casa con la Lazio una partita condotta fino al 2-0. Poi il buio. La rimonta. La sconfitta. Baraldi, a fine gara, incontra i tifosi rossoblù e scarica la colpa sui calciatori. Non si sa cosa dica (pare che li abbia accusati di scarsa professionalità), di certo gli ultrà capiscono che si sono venduti la partita. Vanno all’attacco, i giocatori si ribellano e ottengono un confronto con Baraldi. Il quale nega di averli mai accusati.

LO STRAPPO è doppio, irrimediabile. Lo spogliatoio rifiuta Baraldi, i tifosi lo mettono alla gogna. Quando, dopo Porcedda, la società va in mano a Zanetti, molte sono le cose da fare, tranne una: richiamare Baraldi. Invece è la prima mossa di mister Segafredo. Bologna freme, ma questa volta Moggi non c’entra perché, ufficialmente, i due sono nemici. C’entra Bologna-Lazio della stagione scorsa. C’entrano le parole dette e poi negate. C’entra il rifiuto degli attuali calciatori del Bologna e dei senatori dello spogliatoio, notoriamente dotati di memoria elefantina. Segue confronto. Non seguono né chiarimenti, né certezze. Una, però, è incrollabile: Zanetti ribadisce a più riprese che Baraldi è un uomo suo e guai a chi lo mette in discussione. Non minaccia, ma fa capire. Gli altri, i soci allineati da Consorte, sfruttano la pausa natalizia per montare la fronda o qualcosa che ci assomiglia. Il 9 gennaio, quando il Bologna vince a Bari e Zanetti si presenta alla squadra, la lotta intestina è già scoppiata. Zanetti non la argina o non gli interessa arginarla e ieri, insieme a Baraldi e Trombetti (definiti i “miei collaboratori”) si dimette da presidente e consigliere di amministrazione “della nostra gloriosa società”. Zanetti resta socio, ma lascia le cariche. Intermezzo o interregno? Non si sa. Di certo la Dotta è rotta e s’è rotta.


L’ex presidente del Bologna Zanetti ( FOTO ANSA)

POMATA

Re:il bologna di porcedda
« Risposta #64 : Sabato 22 Gennaio 2011, 13:18:09 »
Approfittiamo dello sbandamento e prendiamoci i 3 punti ;)

zorba

Re:il bologna di porcedda
« Risposta #65 : Domenica 23 Gennaio 2011, 22:22:42 »
Approfittiamo dello sbandamento e prendiamoci i 3 punti ;)

Pomà, mi sa che la sbandata l'abbiamo presa noi.......  :P :P :P :P :P

POMATA

Re:il bologna di porcedda
« Risposta #66 : Domenica 23 Gennaio 2011, 23:05:34 »
Squadra frocia >:(

bak

Re:il bologna di porcedda
« Risposta #67 : Lunedì 18 Aprile 2011, 14:30:02 »
Rispolvero il topic. A Brescia hanno giocato senza ardore, idem contro il Napoli e ieri a Verona.
Come ho scritto in altro topic, sono andati vicino a restarmi simpatici, ma la gazzarra dopo Bo-Lazio, unitamente a queste prestazioni, me li hanno resi nuovamente antipatici. Ritentate, sarete più fortunati.

Offline WombyZoof

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Re:il bologna di porcedda
« Risposta #68 : Lunedì 18 Aprile 2011, 16:36:49 »
idem, dopo la dipartita di mr.vetriolo cazzone frescacciaro mi stavano tornando leggermente simpatici


ora spero che siano rimontati a 40 punti e retrocedano
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»