Autore Topic: Genoa-Lazio 2-3: Immobile spegne i sogni del 16enne Pellegri  (Letto 467 volte)

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Genoa-Lazio 2-3: Immobile spegne i sogni del 16enne Pellegri
« : Lunedì 18 Settembre 2017, 08:01:22 »
http://www.corriere.it/sport/calcio/serie-a/17_settembre_17/serie-a-genoa-lazio-2-3-immobile-spegne-sogni-16enne-pellegri-d3651eb6-9be5-11e7-99a4-e70f8a929b5c.shtml



Biancocelesti tre volte in vantaggio e due volte raggiunti, complice l’ingenuità dei rossoblu e un clamoroso errore di Gentiletti. Per il baby grifone prima doppietta in A

di Stefano Agresti

Si chiama Pietro Pellegri, è un bambino gigantesco: ha compiuto 16 anni a marzo, è alto un metro e novantuno. Quando entra in campo siamo alla mezz’ora di Genoa-Lazio e il suo inserimento sembra più che altro una bocciatura solenne per Centurion, che gli lascia il posto. Invece è la mossa che scombina i piani di Inzaghi e ribalta la partita: se i biancocelesti riescono comunque a vincerla è solo perché un ex, Gentiletti, regala a Immobile la palla della vittoria a una manciata di minuti dalla fine con un passaggio scellerato, roba da scuola calcio.

Ma questa partita entrerà nella storia per quello che combina il ragazzino, per il quale non a caso sono pronte a fare pazzie la Juve, l’Inter, il Milan. Segna l’1-1 a inizio ripresa, complice una deviazione di Radu, replicando alla rete di Bastos; realizza anche il 2-2 irrompendo al volo a centro area su un cross da sinistra di Zukanovic. In serie A conta quattro presenze, una sola da titolare, per complessivi 131 minuti: ha segnato tre reti, la doppietta alla Lazio si aggiunge al gol alla Roma nel magico giorno dell’addio di Totti. È un fenomeno, non solo di precocità.

Non basta però Pellegri a frenare la Lazio, che vola a velocità da scudetto. Nel senso che da 18 anni, stagione di grazia 1999-2000, non chiudeva imbattuta le prime quattro partite del campionato: quel torneo si concluse con il secondo – e ultimo – titolo biancoceleste, in panchina c’era Eriksson, Inzaghi era in campo. Adesso il centravanti è Immobile, al nono gol della stagione tra Supercoppa (2), campionato (6) ed Europa (1). Non è più un ragazzino, ma fa paura.

Chi pensava che la Lazio soffrisse il doppio impegno – Europa League e campionato – viene smentito dai fatti. Almeno per il momento. Inzaghi, benché ne cambi sei rispetto alla partita vinta ad Arnhem contro il Vitesse, è subito padrone della partita, né va in difficoltà per la scelta di Juric di affidarsi a un tridente leggero, senza un vero terminale offensivo, pieno di velocità e tecnica (Ricci, Taarabt, Centurion). La Lazio gioca palla a terra, chiude il Genoa nella sua metà campo, si accende per le accelerazioni di Milinkovic-Savic e soprattutto Luis Alberto: è padrona della partita, insomma. E il gol, quasi immediato (13’), è la logica conseguenza della superiorità di una squadra straordinariamente sicura di sé. Milinkovic-Savic calcia di destro una punizione che dovrebbe appartenere a un mancino, Perin ribatte male e rimette la palla in mezzo all’area, Bastos l’accompagna in porta.

Juric non sa come cambiare le carte in tavola, così poco dopo il 20’ comincia a far scaldare Pellegri e alla mezz’ora lo manda in campo al posto di Centurion, dirottando Taarabt sulla fascia. Il bambino riaccende due volte la partita, come raccontato, ma non basta: la Lazio vince, la Lazio vola.

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