Autore Topic: Quando Cavani voleva la Lazio e sognava Zarate  (Letto 886 volte)

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Offline Daniela

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Quando Cavani voleva la Lazio e sognava Zarate
« : Mercoledì 30 Marzo 2011, 15:32:18 »



Non solo Champions. Napoli-Lazio è anche la sfida tra Zarate e Cavani. Due attaccanti di razza, ma soprattutto due giocatori che fanno sognare le rispettive tifoserie. Forse una sfida improponibile, considerando i tempi e e i gol messi a segno dall'uruguaiano in questa stagione. Tra loro c'è una differenza di 17 reti: 22 quelle segnate da Edinson, in rete anche ieri con la sua Nazionale, appena 5 quelle fatte da Mauro in questo campionato. Non solo. C'è pure la capacità di risultare decisivo per la propria squadra in rapporto non solo alle reti realizzate ma anche alle giocate e ai movimenti effettuati assieme ai compagni. Traduzione: se la formazione di Mazzarri non avesse avuto Cavani, probabilmente non starebbe lassù in cima, mentre senza Zarate molti credono che il campionato della Lazio potesse essere comunque questo, ovvero oscillare tra la quarta e la quinta posizione.

Messo così, il confronto tra il napoletano e il laziale, sembra ci sia un abisso. In realtà la storia calcistica dei due si è trasformata col passare delle stagioni. Curioso che i due ragazzi, entrambi classe 1987, molto simili di carattere, timidi, riservati, un po' introversi, siano stati molto vicini a diventare compagni di squadra. e per ben due volte. Nel lontano 2006, l'anno prima di approdare al Palermo e due anni prima dell'arrivo di Zarate, Cavani fu molto vicino ad indossare la maglia della Lazio e per una cifra davvero irrisoria, 300.000 dollari. Il presidente Lotito, all'epoca assistito e consigliato dal ds Walter Sabatini, ritenne di non iniziare nemmeno la trattativa. E questa è storia, anche se nel mercato di situazioni simili ce ne sono a bizzeffe. Il manager di Cavani, Claudio Anelucci, oltre ad essere un acceso tifoso biancoceleste, era ed è un tipo molto cocciuto. Tanto è vero che in diverse circostanze propose l'attaccante alla Lazio. Una volta l'uruguayano, avendo il Palermo giocato il giorno prima, venne in gita nella Capitale e per caso (diciamo così) si ritrovò all'Olimpico assieme all'amico procuratore. C'era la Lazio di Rossi e, a quel tempo, pure di Mauro Zarate. Cavani rimase impressionato dalla facilità di dribbling dell'argentino e dall'ambiente biancoceleste e cominciò a sognare di giocarci insieme. Detto, fatto, si sarebbe detto. Già, perchè a cavallo tra il 2009 e il 2010 Lotito tentò un assalto alla punta del Palermo, ma Zamparini pur riconoscendo la buona volontà del patron laziale, rifiutò di trattare e si tenne il calciatore. Una trattativa che andò avanti per un po', anche perchè Edinson all'epoca spingeva non poco per arrivare nella Capitale, ma alla fine non se ne fece nulla. La Lazio tornò alla carica verso la fine dello scorso campionato, ma il Napoli arrivò prima e tutto finì in un istante.

Pensate che tandem sarebbe stato Cavani-Zarate. Da mille e più magie. Uno, l'uruguayano, col fiuto del gol e che, col passare del tempo, è praticamente diventato un cecchino, e l'altro, l'argentino, l'avrebbe mandato a rete con una certa disinvoltura e facilità. Magari con l'avvento di uno come Cavani, Zarate non avrebbe mai attraversato quella brutta crisi dell'anno scorso e in parte anche di quest'anno. Ora è tutto diverso. Cavani è felice come pochi al mondo d'indossare la maglia del Napoli, e si vede, mentre Zarate sogna di vincere altri trofei con la maglia della Lazio. Domenica al San Paolo si ritroveranno l'uno contro l'altro: Zarate è in ascesa: nelle ultime partite, soprattutto quella col Cesena, pare aver ritrovato voglia di giocare e di divertirsi e di segnare. Reja lo dovrebbe confermare centravanti. E quando Maurito gioca lì davanti segna sempre o quasi. Uno stimolo in più, la sfida tutta argentina con Ezequiel Lavezzi. Un tempo valeva anche per la nazionale, ora Zarate davanti ha una montagna da scalare, ma l'età è dalla sua parte.
30.03.2011 09:02 di Marco Valerio Bava   
 Il Messaggero

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