Autore Topic: Che belle le trame dei film...  (Letto 1851 volte)

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Aquilotta del Nord

Che belle le trame dei film...
« : Domenica 6 Marzo 2011, 12:56:18 »
 ... soprattutto quando sono così realistiche e veritiere!

Stamattina faccio colazione e accendo Sky: becco un filmettino e l'ho pure guardato tutto  :o

Trama: Lei 40enne divorziata, due figli, va in vacanza alle Hawaii da sola e ti becca istruttoredisurffigodelsignoredu'pettoralicosì di 27 anni, che ovviamente si innamora subito di lei, ma lei è ritrosa, teme la differenza d'età, cede all'avventura (te credo  ;D) poi la faccenda si fa seria, lui vuole stare con lei da fidanzati, lei fa avanti e indietro dalle Hawaii per qualche mese e lui nel frattempo le resta fedele (:lol:) finché lui non decide di mollare addirittura le Hawaii e le piomba in casa giusto a Natale per dirle che rimarrà con lei ovunque lei voglia :lol:

Adoro i film che sembrano provenire dal pianeta Marte ;D

Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #1 : Domenica 6 Marzo 2011, 13:12:46 »
 ... soprattutto quando sono così realistiche e veritiere!

Stamattina faccio colazione e accendo Sky: becco un filmettino e l'ho pure guardato tutto  :o

Trama: Lei 40enne divorziata, due figli, va in vacanza alle Hawaii da sola e ti becca istruttoredisurffigodelsignoredu'pettoralicosì di 27 anni, che ovviamente si innamora subito di lei, ma lei è ritrosa, teme la differenza d'età, cede all'avventura (te credo  ;D) poi la faccenda si fa seria, lui vuole stare con lei da fidanzati, lei fa avanti e indietro dalle Hawaii per qualche mese e lui nel frattempo le resta fedele (:lol:) finché lui non decide di mollare addirittura le Hawaii e le piomba in casa giusto a Natale per dirle che rimarrà con lei ovunque lei voglia :lol:

Adoro i film che sembrano provenire dal pianeta Marte ;D
Ma quale pianeta Marte, queste cose accadono tutti i giorni, sono un po' diversi i protagonisti. Lei ha il banco di frutta e verdura, lui pesa 128 chili e gestisce una pizzeria a taglio.  ;D
Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!

IB

Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #2 : Domenica 6 Marzo 2011, 13:16:55 »
Ma quale pianeta Marte, queste cose accadono tutti i giorni...

Lei, in realtà, é un lui. Ha 70 anni e fa anche il presidente del consiglio.
Lui, in realtà, é una lei, ha 17 anni e lo fa "solo per amore".
Lui vuole stare con lei da fidanzati, lei gliela da, lui, dopo,ride e dice che ha scherzato, chiama Lele Mora, gli da 5 milioni di euro e finisce li.
Titoli di coda.

Offline Rebecca

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Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #3 : Domenica 6 Marzo 2011, 15:44:22 »
Applausi a IB!!! :D
La Lazio mia, in cima ar monno c'è la Lazio mia...

Offline chemist

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Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #4 : Domenica 6 Marzo 2011, 17:27:42 »
C'e' un mio amico dell'universita', peraltro ex-surfista ex-baseball player, abbastanza figo direi, che, a 32 anni, ha iniziato una relazione con una sua collega di lavoro di 12 anni piu' grande. 44 anni, 2 figli (6 e 8 ), separata, se devo dire la verita' non proprio una surfista o una cheerleader fisicamente. Una donna sicuramente intelligente ed arguta pero'. Dopo un annetto sono andati a convivere e dopo un altro annetto lei e' rimasta incinta di nuovo. Ora lui ha 40 anni e lei 52 e sembrano una coppia che va d'amore e daccordo con 3 figli.
A volte i marziani esistono e sono tra noi! Oppure i tempi stanno cambiando...

sfumatura

Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #5 : Domenica 6 Marzo 2011, 17:49:50 »
Io, ogni volta che lo rifanno, mi vedo "per amore del gioco"....un film proveniente da Marte :D, con Kevin Costner e Kelly Preston....mi mette sempre di buon umore :)

Aquilotta, se ti capita..non perdertelo ;)

Offline Sanfatucchio

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Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #6 : Domenica 6 Marzo 2011, 19:12:09 »
a dir la verità mia nonna aaveva 13 anni più di mio nonno nata alla fine dell'1800 vedova e con una figlia ha trovato quel bel maschietto de mi nonno e ci ha fatto due figli (laziali) mio zio e mio padre. Il bello è che mio nonno se ne andato a 56 anni e mia nonna intorno agli 82/83 che volete così è la vita....

Offline Ataru

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Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #7 : Lunedì 7 Marzo 2011, 03:02:56 »
io conoscevo uno che poi è morto

ce se potrebbe fa un film

magari ce se romanza sopra qualcosa

pe me se po' fà
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

zorba

Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #8 : Giovedì 10 Marzo 2011, 08:14:13 »
Ecco invece come rovinare dei film che sono diventati ormai dei cult per diverse generazioni......  :(

(Il Fatto Quotidiano 10.03.2011)

CINEMINO

AMICI VOSTRI La triste fine della supercazzola

Sta per uscire il sequel-prequel dei capolavori di Monicelli ambientato nella Firenze del ‘400: i fischi, già prima dell’uscita, sono più che comprensibili 

(di Marco Travaglio)

Sia chiaro che questo non è il processo al film “Amici miei – Come tutto ebbe inizio”, che non ho visto né certamente vedrò. Questo è il più classico dei processi alle intenzioni: all'idea malata che il trittico di “Amici miei” (atto primo, secondo e terzo) possa avere un sequel, anche se camuffato da prequel e ambientato nella Firenze del Quattrocento nel tentativo preventivo quanto disperato di scansare i confronti fra l'originale e la (brutta) copia. Per chi ancora non lo sapesse: la FilMauro di Aurelio De Laurentiis sta per mandare in centinaia di sale un cinepanettone primavera-estate di Neri Parenti, il regista dei Natale di qua Natale di là, ma anche degli ultimi Fantozzi, quelli che profanarono i primi due diretti da Luciano Salce. Al posto del leggendario quinquetto Tognazzi-Moschin-Noiret-Celi-Del Prete (poi sostituito da Montagnani), hanno reclutato Christian De Sica, Massimo Ghini, Michele Placido, Giorgio Panariello e Paolo Hendel. 
DECINE DI MIGLIAIA di fans degli “Amici miei” doc si stanno mobilitando su facebook nella pagina “Giù le mani da Amici miei:fermiamo De Sica e il suo annunciato prequel”. Il perchè della rivolta è inutile spiegarlo. Il film originale nacque da un'idea, quella sì geniale, di Pietro Germi, che fece in tempo a concepirla ma non a realizzarla perchè morì. Così i primi due film li diresse Mario Monicelli, che poi si fermò lì: l'atto terzo – molto meno memorabile – fu affidato al pur grande Nanni Loy. Monicelli, l'anno scorso, ha fatto in tempo a commentare la trovata malsana del sequel-prequel con queste definitive parole: “Avevano tentato di farmi collaborare al film, ma ho deciso di rimanerne fuori, hanno ragione quelli di Facebook”. Gli sarebbe piaciuta la battuta al vetriolo lasciata sulla pagina facebook da un fan: “Alla sola idea del prequel, Monicelli si è suicidato”. E anche quest'altra: “Il prequel è uno scempio, come rifare la Divina commedia in chiave moderna”.

Parenti replica alle critiche sul Corriere della sera: “Posso anche comprendere lo scetticismo, ma prima di giudicare un prodotto bisogna vederlo”. Eh no, troppo comodo: chi è abituato a giudicare i film solo dagli incassi non può dire al pubblico “pagate il biglietto e poi, se non vi piace, criticate pure”. A meno di restituire ai delusi il prezzo del biglietto con la formula “soddisfatti o rimborsati”. Il regista aggiunge: “Siamo così rispettosi del passato che il soggetto del film è degli stessi sceneggiatori di allora, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli”. Altra furbata: si potrebbe obiettargli che invece, purtroppo, il regista non è né Germi, né Monicelli, né Loy, e sventuratamente Tognazzi, Montagnani, Del Prete, Celi e Noiret sono tutti morti (Moschin è vivo, ma per sua fortuna non è stato coinvolto). Ma poi, e soprattutto: che c'entra l'Italia del 2011 (anzi la Firenze del '400) con quella del 1975, quando uscì l'atto primo? Trentacinque anni non sono nulla per i cinepanettoni, ma sono un millennio per i capolavori.A memoria d'uomo, l'unico remake della commedia all'italiana che ha eguagliato, anzi superato il modello, è il “Conte Max” con Alberto Sordi al posto di De Sica (Vittorio, naturalmente). Poi, purtroppo, venne quello di De Sica (Christian), anche se nessuno fortunatamente lo ricorda. Basta vedere uno dei trailer del nuovo “Amici miei” per sapere che anche stavolta finirà così. Vi si parla di un gruppo di amici che si danno al “cazzeggio” per vincere la noia. Ma “Amici miei”, quello vero, non è mai cazzeggio: è un cocktail unico di riso amaro, cattiveria allo stato puro, complicità velenosa, satira, invettiva, cinismo, moccolo, invenzione, genialità, godimento, carnalità, spensieratezza, popolo. In una parola: poesia. E' un impasto di Monicelli e Tognazzi, e morta lì.

La zingarata, la “supercazzola brematurata con scappellamento a destra come foss'antani” non è un liquame da trivio a base di trombate, corna, scoregge, culi, tette e giochetti di parole tipo buco-bucaiolo e via spetazzando. O meglio: è l'arte di mescolare tutti questi ingredienti senza renderli mai volgari. Anche Dante, nell'Inferno, descrive il diavoletto che “avea del cul fatto trombetta”. Ma ciononostante, anzi proprio per questo, la sua Commedia restò Divina.

NEL TRAILER come nell'idea del prequel di “Amici miei” manca lo spirito che fece grande l'originale. Uno spirito che nacque a metà degli anni 70 da una congiunzione astrale irripetibile: quella che allineò due mostri della regia e cinque mostri della recitazione al massimo della forma e al culmine della carriera. Semplicemente ridicolo, anzi tragicamente arrogante, pensare oggi di poter resuscitare quello spirito con il romano De Sica e il pugliese   Placido che cercano di parlare toscano, o con l'altro romano Ghini doppiato da un fiorentino. O di colmare l'abisso tirando dentro i toscani Hendel, peraltro bravissimo come caratterista e cabarettista, e Panariello, che non ha mai fatto ridere nessuno. Mai il Mascetti, il Perozzi, il Sassaroli, il Necchi e il Melandri avrebbero ripetuto due volte la stessa zingarata, la stessa beffa, la stessa supercazzola. I loro erano tutti pezzi unici. Per questo centinaia di migliaia di persone conoscono a memoria ogni loro battute e i loro nomi e cognomi, come la formazione della squadra del cuore che ha vinto l'ultimo scudetto. Lo stesso Monicelli, dopo l'atto secondo, passò la mano. Ora invece arriva Amici miei nella Firenze dei Medici. Seguiranno – c'è da giurarci – Amici miei sul Nilo, a New York, in Sudafrica, in Egitto, in India, a Miami, a Beverly Hills, a Rio. E presto, dopo De Sica, avremo Checco Zalone e poi tutta la squadra di Zelig. In vista dell'uscita nei cinema di tutt'Italia, i contestatori su facebook propongono il boicottaggio, addirittura l'occupazione di qualche sala cinematografica, per protestare contro la profanazione dell'originale. Per carità, i boicottaggi hanno sempre fatto il gioco dei boicottati. “Questo film – fa notare un saggio sulla pagina Fb – si boicotta da sè”. Basta non andare a vederlo. Se le sale restassero deserte, De Laurentiis, Parenti e De Sica tornerebbero ai loro cinepanettoni scoreggioni. E nessuno proverebbe più a profanare i capolavori. La supercazzola è cosa troppo seria per cadere in mano a questa gente.



Nella foto grande un’immagine dal set di Amici miei, con Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Philippe Noiret, Duilio Del Prete e Adolfo Celi. Sotto Michele Placido e Alessandro Benvenuti nel prequel

Offline Whistle

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Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #9 : Giovedì 10 Marzo 2011, 09:33:50 »
Ecco invece come rovinare dei film che sono diventati ormai dei cult per diverse generazioni......  :(

(Il Fatto Quotidiano 10.03.2011)

CINEMINO

AMICI VOSTRI La triste fine della supercazzola

Sta per uscire il sequel-prequel dei capolavori di Monicelli ambientato nella Firenze del ‘400: i fischi, già prima dell’uscita, sono più che comprensibili 

(di Marco Travaglio)

Sia chiaro che questo non è il processo al film “Amici miei – Come tutto ebbe inizio”, che non ho visto né certamente vedrò. Questo è il più classico dei processi alle intenzioni: all'idea malata che il trittico di “Amici miei” (atto primo, secondo e terzo) possa avere un sequel, anche se camuffato da prequel e ambientato nella Firenze del Quattrocento nel tentativo preventivo quanto disperato di scansare i confronti fra l'originale e la (brutta) copia. Per chi ancora non lo sapesse: la FilMauro di Aurelio De Laurentiis sta per mandare in centinaia di sale un cinepanettone primavera-estate di Neri Parenti, il regista dei Natale di qua Natale di là, ma anche degli ultimi Fantozzi, quelli che profanarono i primi due diretti da Luciano Salce. Al posto del leggendario quinquetto Tognazzi-Moschin-Noiret-Celi-Del Prete (poi sostituito da Montagnani), hanno reclutato Christian De Sica, Massimo Ghini, Michele Placido, Giorgio Panariello e Paolo Hendel. 
DECINE DI MIGLIAIA di fans degli “Amici miei” doc si stanno mobilitando su facebook nella pagina “Giù le mani da Amici miei:fermiamo De Sica e il suo annunciato prequel”. Il perchè della rivolta è inutile spiegarlo. Il film originale nacque da un'idea, quella sì geniale, di Pietro Germi, che fece in tempo a concepirla ma non a realizzarla perchè morì. Così i primi due film li diresse Mario Monicelli, che poi si fermò lì: l'atto terzo – molto meno memorabile – fu affidato al pur grande Nanni Loy. Monicelli, l'anno scorso, ha fatto in tempo a commentare la trovata malsana del sequel-prequel con queste definitive parole: “Avevano tentato di farmi collaborare al film, ma ho deciso di rimanerne fuori, hanno ragione quelli di Facebook”. Gli sarebbe piaciuta la battuta al vetriolo lasciata sulla pagina facebook da un fan: “Alla sola idea del prequel, Monicelli si è suicidato”. E anche quest'altra: “Il prequel è uno scempio, come rifare la Divina commedia in chiave moderna”.

Parenti replica alle critiche sul Corriere della sera: “Posso anche comprendere lo scetticismo, ma prima di giudicare un prodotto bisogna vederlo”. Eh no, troppo comodo: chi è abituato a giudicare i film solo dagli incassi non può dire al pubblico “pagate il biglietto e poi, se non vi piace, criticate pure”. A meno di restituire ai delusi il prezzo del biglietto con la formula “soddisfatti o rimborsati”. Il regista aggiunge: “Siamo così rispettosi del passato che il soggetto del film è degli stessi sceneggiatori di allora, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli”. Altra furbata: si potrebbe obiettargli che invece, purtroppo, il regista non è né Germi, né Monicelli, né Loy, e sventuratamente Tognazzi, Montagnani, Del Prete, Celi e Noiret sono tutti morti (Moschin è vivo, ma per sua fortuna non è stato coinvolto). Ma poi, e soprattutto: che c'entra l'Italia del 2011 (anzi la Firenze del '400) con quella del 1975, quando uscì l'atto primo? Trentacinque anni non sono nulla per i cinepanettoni, ma sono un millennio per i capolavori.A memoria d'uomo, l'unico remake della commedia all'italiana che ha eguagliato, anzi superato il modello, è il “Conte Max” con Alberto Sordi al posto di De Sica (Vittorio, naturalmente). Poi, purtroppo, venne quello di De Sica (Christian), anche se nessuno fortunatamente lo ricorda. Basta vedere uno dei trailer del nuovo “Amici miei” per sapere che anche stavolta finirà così. Vi si parla di un gruppo di amici che si danno al “cazzeggio” per vincere la noia. Ma “Amici miei”, quello vero, non è mai cazzeggio: è un cocktail unico di riso amaro, cattiveria allo stato puro, complicità velenosa, satira, invettiva, cinismo, moccolo, invenzione, genialità, godimento, carnalità, spensieratezza, popolo. In una parola: poesia. E' un impasto di Monicelli e Tognazzi, e morta lì.

La zingarata, la “supercazzola brematurata con scappellamento a destra come foss'antani” non è un liquame da trivio a base di trombate, corna, scoregge, culi, tette e giochetti di parole tipo buco-bucaiolo e via spetazzando. O meglio: è l'arte di mescolare tutti questi ingredienti senza renderli mai volgari. Anche Dante, nell'Inferno, descrive il diavoletto che “avea del cul fatto trombetta”. Ma ciononostante, anzi proprio per questo, la sua Commedia restò Divina.

NEL TRAILER come nell'idea del prequel di “Amici miei” manca lo spirito che fece grande l'originale. Uno spirito che nacque a metà degli anni 70 da una congiunzione astrale irripetibile: quella che allineò due mostri della regia e cinque mostri della recitazione al massimo della forma e al culmine della carriera. Semplicemente ridicolo, anzi tragicamente arrogante, pensare oggi di poter resuscitare quello spirito con il romano De Sica e il pugliese   Placido che cercano di parlare toscano, o con l'altro romano Ghini doppiato da un fiorentino. O di colmare l'abisso tirando dentro i toscani Hendel, peraltro bravissimo come caratterista e cabarettista, e Panariello, che non ha mai fatto ridere nessuno. Mai il Mascetti, il Perozzi, il Sassaroli, il Necchi e il Melandri avrebbero ripetuto due volte la stessa zingarata, la stessa beffa, la stessa supercazzola. I loro erano tutti pezzi unici. Per questo centinaia di migliaia di persone conoscono a memoria ogni loro battute e i loro nomi e cognomi, come la formazione della squadra del cuore che ha vinto l'ultimo scudetto. Lo stesso Monicelli, dopo l'atto secondo, passò la mano. Ora invece arriva Amici miei nella Firenze dei Medici. Seguiranno – c'è da giurarci – Amici miei sul Nilo, a New York, in Sudafrica, in Egitto, in India, a Miami, a Beverly Hills, a Rio. E presto, dopo De Sica, avremo Checco Zalone e poi tutta la squadra di Zelig. In vista dell'uscita nei cinema di tutt'Italia, i contestatori su facebook propongono il boicottaggio, addirittura l'occupazione di qualche sala cinematografica, per protestare contro la profanazione dell'originale. Per carità, i boicottaggi hanno sempre fatto il gioco dei boicottati. “Questo film – fa notare un saggio sulla pagina Fb – si boicotta da sè”. Basta non andare a vederlo. Se le sale restassero deserte, De Laurentiis, Parenti e De Sica tornerebbero ai loro cinepanettoni scoreggioni. E nessuno proverebbe più a profanare i capolavori. La supercazzola è cosa troppo seria per cadere in mano a questa gente.


Che vergogna.
Sono sicuro che faranno grandi incassi, come tutti i cinepattoni che i gonzi Italiani adorano.
Il pubblico italiano é figlio (e padre) della non-cultura dei nostri tempi, quindi questo tipo di film ha il successo assicurato... purtroppo.

Aquilotta del Nord

Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #10 : Giovedì 10 Marzo 2011, 09:36:56 »
E perché mai dovrebbe avere il successo assicurato? Iniziamo noi: BOICOTTIAMOLO!!  >:(

Onestamente mi stupisco di Placido.

Aquilotta del Nord

Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #11 : Giovedì 10 Marzo 2011, 09:46:44 »
(di Marco Travaglio)
... e Panariello, che non ha mai fatto ridere nessuno.

Ah, allora non sono l'unica a pensarlo  ;D Mi indispone talmente che appena lo incrocio in qualche zapping di microsecondi (non guardo tv) giro disgustata.

Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #12 : Giovedì 10 Marzo 2011, 09:58:16 »
Ah, allora non sono l'unica a pensarlo  ;D Mi indispone talmente che appena lo incrocio in qualche zapping di microsecondi (non guardo tv) giro disgustata.
Non sei l'unica, siamo in tanti  ;D
Per quanto riguarda il film, non saprei se dare ragione a Travaglio, certo il cast non è paragonabile, però potrebbe essere un'operazione commerciale indipendente dai vecchi "amici miei".
Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!

Offline Whistle

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Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #13 : Giovedì 10 Marzo 2011, 10:35:26 »
E perché mai dovrebbe avere il successo assicurato? Iniziamo noi: BOICOTTIAMOLO!!  >:(

Onestamente mi stupisco di Placido.

Ma certo che lo boicotto!
Non mi passa neanche per l'anticamera del cervello di andare a vedere una zozzeria simile, come non ho mai visto nessun "Natale a..."!!
Ma quando sto al supermercato e mi guardo intorno capisco che a molta gente questi film piacciono (lo dicono gli incassi).
Li fanno perché ci guadagnano.
Alla gente sai che gliene frega della profanazione dei primi Amici Miei!
Per me é un'autentica bestemmia solo pensare di rifare dei capolavori del genere, ma molti giovani non sapranno neanche che esistono...

P.S.
Anche Placido di zozzerie ne ha fatte in carriera...

zorba

Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #14 : Venerdì 18 Marzo 2011, 07:18:51 »
(Il Fatto Quotidiano 18.03.2011)

CINEMA CINEMA PARENTI MIEI

L’inutile prequel che non fa ridere

(di Federico Pontiggia)

“Ma che è in 3D?”. Mercoledì sera: davanti a un cinema romano dal nome galattico (Andromeda) e domicilio periferico, è calca di ragazzini. Complice il 150° dell’Unità, l’Italia tutta ha anticipato le uscite del tradizionale venerdì: il ready-made Sorelle mai di Bellocchio, Dylan Dog svilito in salsa yankee, Gnomo e Giulietta d’animazione. Ma l’uscita principe, almeno per numero di copie (600), è un’altra, e non è in 3D. Non lo è nemmeno il cartoon-western Rango, se è per questo, ma non si può essere precisi a 17 anni: “Siamo in nove, ci mette sulla stessa fila?”.
NON VENGONO accontentati, poco importa: Rango il camaleonte (merita davvero, piccoli cinefili crescono) se lo papperanno con popcorn di contorno e una residua speranza: “Che gli occhialetti ce li danno dentro?”. Non serviranno, e non servono nemmeno per fugare i nostri dubbi: non erano in coda per Amici miei – Come tutto ebbe inizio, che alla proiezione delle 20.20 non riempie un terzo della sala 2. Vox populi, vox Amici miei? Parlerà il botteghino, ma gli indizi su Facebook scottano. “Giù le mani da Amici miei: fermiamo De Sica e il suo annunciato prequel” conta 59.226 amici, mentre a frittata fatta sono 46.168 quelli de “La zingarata finale: boicottiamo Amici miei - Come tutto ebbe inizio”: se due gruppi fanno una prova… Non la fanno, dunque, facciamo tabula rasa di censure preventive, reati di lesa maestà, ma anche delle note di regia di Neri Parenti: “Certo un po' mi tremavano le gambe per un confronto con cotanti mostri di registi e attori. Ho cominciato a prendere le mie precauzioni, stessi autori e soggettisti intanto: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi e Tullio Pinelli. Attori tutti nuovi presi, come ai tempi del predecessore, da ogni campo artistico. Portare lo svolgimento del film nel passato, nel 1487, periodo in cui le beffe erano all'ordine del giorno”.Perché quello sfornato da Filmauro è il prequel dell’antesignano ideato da Pietro Germi, poi scomparso, e diretto da Mario Monicelli nel ’75, con due repliche a soggetto: Amici miei atto II, firmato dallo stesso regista viareggino nel 1982, e Amici miei atto III, per la regia meno felice di Nanni Loy (1985). “Adesso ci siamo, si parte! Il sogno è uscito dal cassetto”, gongolava Parenti al primo ciak, e ci fermiamo qui, tralasciando la parola chiave che ha riempito colonne e post a film visto o non: profanazione. 
MA CONCEDETECI due note a margine: Oscar Wilde avrebbe fatto la gioia dei critici più indolenti, elevando all’ennesima potenza il valore ermeneutico del trailer, con l’aforisma enologico “Per conoscere l'annata e la qualità di un vino non è necessario berne l'intero barilotto”, e i commenti alle cliccatissime sequenze dei primi Amici di Monicelli su YouTube illuminano d’immenso il buio che avremmo ritrovato in sala: “Non fate rovinare un capolavoro, sarebbe come dipingere le gambe della Gioconda”. Suggestiva, ma sbagliata questa analogia leonardesca (anche lui citato nel film, come Boccaccio e Botticelli), perché il vero problema del sequel-prequel Filmauro è l’opposto: gli mancano le gambe per reggersi in piedi e provare a camminare da solo. Con buona pace degli scomparsi Monicelli, Germi, i soggettisti nonché quattro degli indimenticabili compagni di zingarate (Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Duilio Del Prete, Adolfo Celi, mentre è vivo e vegeto Gastone Moschin), Come tutto ebbe inizio non ne scomoda l’albero genealogico. E’ un sottotitolo fanfarone, perché la fotografia ipersatura di Luciano Tovoli mette il belletto a un simulacro, in altre parole, alla copia di un originale (diremmo) mai esistito. Complice il buon Neri alla regia, Christian De Sica, Massimo Ghini, Paolo Hendel, Michele Placido e Giorgio Panariello sono al massimo Parenti miei, nonostante spaccino copie conformi delle battute primordiali: “Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione” e, per sommo dispiacere di filologi ed esegeti del ’75, addirittura la “supercazzola”. Ma, ammesso e non irrefutabilmente concesso che 36 anni fa fu capolavoro (Monicelli tendeva a minimizzare), non vale la pena stracciarsi le vesti, perché sono battute a caso, tanto che se non ci fossero i nomi di Leo, Piero e Tullio nel soggetto e nella dedica finale (Monicelli non c’è) l’accusa di plagio non sarebbe peregrina. Non avessimo memoria, ci vorrebbero gli occhiali 4D per un immaginifico viaggio nel tempo: solo così potremmo toccare con mano e credere che questi lontani, lontanissimi Parenti abbiano avuto degli Amici. Senza lenti correttive (e correzionali), la realtà è dura: Placido che fa roteare la mano a dire “ne vedremo delle belle” è il manichino iperbolico del Melandri di Moschin, il nobile De Sica si becca un clisterone con cannula non lubrificata, Panariello e Ghini discettano sulle dimensioni virili di un nano, mentre Chiara Francini, già moglie del legnaiolo Massimo Ceccherini e amante di brigata, ostenta la camicia da notte che niente rivela e Hendel è un “buco” nell’acqua. Che dire, nulla, perché del “Descrivimi minuziosamente come sono fatti i tuoi capezzoli!”, telefonato dal Mascetti di Tognazzi, non v’e traccia, e nemmeno di quella allegra mestizia, quel cinismo ridanciano, quello “scappellamento a destra” che chiudeva la commedia all’italiana e provava scientemente a chiudere un occhio sul piombo di quegli anni,   barattando il nichilismo con la sindrome di Peter Pan.
OGGI NON STIAMO meglio, ma il cinema, questo cinema, non aiuta: né a riflettere, né a evadere. Non è Natale a Firenze, ma non consola, anzi: aridatece i peti, perché almeno una risata, la più inconfessabile, ce l’avrebbero strappata. Invece no, e c’è chi all’uscita se la prende col figlio: “Altro che il film panettone? Na noia”. Ma non è cosa, il destino era già scritto, 16 anni fa, per bocca del Perozzi di Noiret: “Il bello della zingarata è proprio questo: la libertà, l'estro, il desiderio... come l'amore. Nasce quando nasce e quando non c'è più è inutile insistere. Non c'è più!”.


DISTRIBUZIONE ALTERNATIVA

IL GRANDESCHERMO È SUL COMPUTER

(di Anna Maria Pasetti)

Nobildonna ma rivoluzionaria, Eleonora Pimentel Fonseca finì sulla gogna. Nella Napoli di fine ‘700 aveva osato insultare il re borbone invocando libertà, uguaglianza e fraternità. Una temeraria illuminista presa per “svergognata” nella fossa dei peggior leoni reazionari. Una vicenda straordinaria eppure poco nota che Enzo Striano raccontò nel ’86 ne “Il resto di niente” e che nel 2004 Antonietta De Lillo illuminò in un magnifico ed omonimo film interpretato da Maria de Medeiros. Pluripremiato eppur rimasto seminvisibile nelle sale, oggi viene restituito al pubblico grazie a una “sala cinematografica” via web. L’evento è stato pensato dalla regista con un team di collaboratori e consiste nella possibilità di vedere il film in streaming a partire da lunedì 21 marzo alle 21.30. Con tanto di forum virtuale successivo che permette agli spettatori di dialogare con la cineasta. 

NUOVE tecnologie – e dunque metodologie distributive – a servizio di un cinema italiano da riscoprire o addirittura inedito. “Penso alla rete come una delle migliori innovazioni tecnologiche per la condivisione e la partecipazione”, spiega la De Lillo, napoletana doc, che ha fondato qualche anno fa la vivace casa di produzione Marechiarofilm, attivissima nell’ascolto delle nuove esigenze creative e nella realizzazione di un cinema “partecipato e resistente”. “Internet non deve sostituire la comunicazione del mondo reale – quindi neppure la sala come contenitore di corpi e supporti – ma è certamente il miglior modo di cui disponiamo oggi per abbattere le barriere, per dimostrare la possibilità di una democrazia della fruizione cinematografica in cui l’utente non sia solo depositario di un testo ma ne diventi il contesto attivo”. Lo streaming e il downloading sono concetti già consolidati sul globo, e si sa, ma in Italia come sempre latitano se non laddove siano associati alla pirateria. Il caso, dunque, ha il sapore di intelligente azione/reazione al duplice furto, quello web e quello delle istituzioni. “I tagli alla cultura, le bizzarre anomalìe di come il poco rimasto venga assegnato, le atroci regole di un mercato che paralizza la diversità cinematografica – se non fai commedie oggi sei un cadavere dal punto di vista del marketing consolidato: la decadenza di certe frange del nostro Paese ci obbliga a diventare inventori non solo di storie ma di metodi, contenitori, situazioni. Ma tutto questo senza dimenticare il passato, anzi la Storia. E non mi riferisco solo all’anniversario dei 150 anni dell’unità italiana. La Storia dei grandi eventi ma anche dei meno conosciuti, come le gesta di una donna portoghese colta e intelligente che nel 1799 fece la sua battaglia a Napoli per portare i principi della Rivoluzione Francese, può aiutare tutti a riflettere sul presente e sui possibili futuri”.

PER ANTONIETTA De Lillo, di recente ideatrice anche dell’evento Pranzo di Natale che raccoglieva filmati natalizi girati dalla gente comune, il ponte tra il passato e il futuro assume i tratti della memoria. Una memoria che non dimentica i problemi che questo stesso film ebbe ai suoi tempi in uscita cinematografica tradizionale con l’Istituto Luce, nonostante i riconoscimenti anche internazionali. “Il film ha una sua volontà resistente, di permanenza nel tempo, e merita di essere visto da chi non ne ha avuto la possibilità, ben vengano dunque eventi che superino la percezione già tradizionale dell’home video”.
La piattaforma web che permetterà la visione in anteprima lunedì sera è il sito di cinema www.MyMovies.it (previa registrazione per avere l’invito online) e poi da martedì 22 marzo sia www.marechiarofilm.it e www.onthedocks.it. in cui sarà possibile anche accedere ai contenuti del backstage. “La nostra idea non guarda solo al vintage, ma anche alla diffusione di nuovi film di giovani registi impossibilitati a distribuzioni alternative”. E sulle novità, ma del proprio cinema, la De Lillo ha pronto un progetto dal titolo Morta di soap, sulla vicenda autobiografata dell’attrice Adele Pandolfi, tra le ex eroine di Un posto al sole. “La sceneggiatura scritta da Garofalo, Brunetta e Chiti è pronta da due anni, nel cast hanno già aderito accanto ad Adele, Valeria Golino, Isabella Ferrari e Michaela Ramazzotti, senza parlare di una troupe che include professionisti carichi di David di Donatello..eppure il Ministero dei Beni Culturali ci ha rimbalzato due volte la richiesta di sostegno. Con nomi di questo calibro le porte dovrebbero spalancarsi ma le anomalìe - per non definirle diversamente - non smettono di colpire”.

zorba

Re:Che belle le trame dei film...
« Risposta #15 : Giovedì 24 Marzo 2011, 08:15:02 »
(Il Fatto Quotidiano 24.03.2011)

CONDANNATO YAHOO!

Stop ai link per lo streaming

(di Federico Mello)

È una sentenza durissima quella emessa ieri dalla nona sezione del Tribunale di Roma. Per la prima volta la magistratura ha stabilito il principio della responsabilità dei motori di ricerca nel mancato contrasto alla pirateria online. La nona sezione del Tribunale di Roma “inibisce a Yahoo! la prosecuzione e la ripetizione della violazione dei diritti di sfruttamento economico sul film About Elly mediante il collegamento a mezzo dell’omonimo motore di ricerca ai siti riproducenti in tutto o in parte l’opera, diversi dal sito ufficiale del film”.
A dare trionfalmente la notizia è Open Gate Italia, società che da anni segue le controversie legate alla pirateria online. 
La questione appare molto tecnica, ma in realtà è piuttosto semplice per chi ha un po’ di dimestichezza col mezzo (e comunque riguarda già milioni di persone). Mentre fino al qualche anno fa, infatti, erano i circuiti “torrent” e “peer to peer” (software come “emule” e portali come “The Pirate Bay") quelli più utilizzati dagli utenti per fruire di contenuti protetti da copyright, adesso risultano molto più utilizzati servizi in streaming come “Megavideo” che non necessitano di scaricare i file. Questi contenuti in streaming, però, non sono facili da trovare, perciò una miriade di siti web pubblicano dei semplici link a serie tv e film. Ma per la legge italiana, risultano “pirateria” anche dei semplici link a materiali protetti: nel caso specifico il tribunale contesta a Yahoo di non aver inibito l’indicizzazione – ovvero la comparsa nei risultati delle ricerche – di alcuni di questi siti (che in questo caso pubblicavano link al film About Elly) anche se il motore di ricerca era al corrente che “linkassero” contenuti considerati illegali. “Dopo questo primo importante successo, che apre la strada a tutti i detentori di diritti, i prossimi obiettivi saranno Google e YouTube” ha tuonato Tullio Camiglieri, presidente di Open Gate Italia. Per gli amanti dello streaming, è suonato un preoccupante campanello d’allarme.