Autore Topic: Dal sogno all'incubo. E ora si teme la beffa (repubblica.it)  (Letto 1106 volte)

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Dal sogno all'incubo. E ora si teme la beffa (repubblica.it)
« : Lunedì 19 Aprile 2010, 16:11:23 »


Lo ''sgambetto della vita'' si è trasformato nella peggiore delle delusioni per squadra e pubblico biancoceleste. Il ko nel derby ha lasciato il segno nella classifica e nel morale. Continuano le polemiche per il gesto di Totti (Ledesma: ''Qualcuno è sprovvisto di stile e sportività''), Reja teme il referto di Tagliavento e la stangata del giudice sportivo
di GIULIO CARDONE

ROMA - Tu chiamale se vuoi emozioni. Ma qualcuno ne farebbe volentieri a meno. Dallo "sgambetto della vita" alla salvezza troppo presto sbandierata. I biancocelesti raccolgono i cocci di una serata da dimenticare sotto ogni punto di vista. Dal rigore sbagliato da Floccari alla punizione del vantaggio di Vucinic, dall'infortunio di Stendardo all'espulsione di Ledesma e al giallo di Kolarov, dalla rissa finale alla rinnovata paura della B, con quei miseri tre punti sull'Atalanta. Dal sogno coltivato all'incubo che si concretizza in appena 90 minuti. E il risveglio è tremendo. "Bisogna saper perdere, ma bisogna anche saper vincere. E' questione di stile e sportività: qualcuno ne è sprovvisto", le parole di Cristian Ledesma, espulso ieri sera a tre minuti dalla fine, attraverso il suo blog.

L'argentino rischia 3 giornate di squalifica. Ma quel "pollice verso" mostrato da Totti per la seconda volta in questa stagione non va giù: "E' un gesto indecente, non è degno di rispetto". Igli Tare è categorico ed esprime anche l'indignazione del presidente Lotito. La società era furibonda al termine del derby. La rabbia non è stata certo placata dalle scuse, parziali, del capitano giallorosso attraverso il proprio sito ufficiale ( "Non volevo offendere nessuno"). Poco importa che Di Canio, vecchio cuore laziale, lo giustifichi: "E' un gesto normale, anche se antipatico per i tifosi biancocelesti. Può comprenderlo solo chi vive il derby di Roma con una certa intensità".

Reja l'ha vissuto, anche se era la prima volta, ma la pensa diversamente: "Merita dieci giornate di squalifica. E'un provocatore. Si può esultare con i propri tifosi, ma non così. Dovremmo essere da esempio e questo tipo di atteggiamenti non sono certo educativi. Lo condanno apertamente. Oltre tutto non ha neanche meritato di vincere". I biancocelesti nel post-partita erano furiosi. Lichtsteiner per poco non veniva alle mani con uno stewart giallorosso. C'è chi giura di aver assistito ad una colluttazione Muslera-Mexes. Un gruppetto di giocatori voleva andare a prendere di petto Totti negli spogliatoi: è stato bloccato a fatica. Rabbia ormai inutile: "Da qui alla fine tutte le energie dovranno essere spese per la salvezza", spiega Tare. Domani è un altro giorno: "E' una stagione maledetta, ma l'importante è rimanere sereni e compatti. Concentriamoci sul Genoa. La Lazio è viva, ma mi preoccupano infortuni e squalifiche".


Già, perché per la delicata trasferta ligure, oltre a Ledesma, mancherà anche Kolarov. Si teme il referto di Tagliavento, contestato dal club soprattutto per la gestione dei minuti finali. E da Reja perché "ha tutelato solo loro", con riferimento particolare a Toni e De Rossi: il fallo di quest'ultimo su Floccari avrebbe meritato l'espulsione. Adesso si teme il referto dell'arbitro, cioè il danno dopo la beffa. "Mi auguro prevalga il buon senso e non vengano fermati altri calciatori per quanto accaduto a fine gara", ha detto Reja in conferenza. Trema Stefan Radu, coinvolto come Baronio nella rissa finale. Preoccupa anche la frattura del setto nasale di Stendardo, uscito dopo appena 5' e operato ieri sera: difficile un suo recupero per domenica, a meno che il difensore non se la senta di scendere in campo a Marassi con una mascherina protettiva.

Reja non si dà pace: "Il derby era nelle nostre mani ma gli episodi, compreso il rigore sbagliato, sono stati tutti a favore loro. Evidentemente è l'anno della Roma, ma noi dobbiamo continuare così, senza minare la nostra sicurezza, e salvarci quanto prima". Imperativo: smaltire il boccone indigesto. Il tempo è tiranno e non sono ammessi contraccolpi psicologici: "Ci sarà depressione fino a martedì, poi ripartiremo a testa alta", tuona sicuro Reja. L'Atalanta è a soli tre punti, ma dovrà vedersela con un calendario piuttosto arduo: la squadra di Mutti andrà prima a Milano per sfidare l'Inter, poi si giocherà (quasi) tutto contro il Bologna; infine affronterà Napoli e Palermo, in corsa per la Champions. Reja mette in guardia i suoi: "Ho sempre detto che ci saremmo salvati solo all'ultima giornata. Dobbiamo vincere tutte le gare che restano, contro Genoa, Inter e Udinese". Può riuscirci, la Lazio, solo se riuscirà a riprendersi dalla caduta più dolorosa di una stagione maledetta.

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