www.lalaziosiamonoi.itDa potenziale detenuto a Professore del centrocampo. E' la metamorfosi di Francelino Matuzalem da Natal, 30 anni suonati, geometrie carioca nel piede sinistro ed un passato contrassegnato da qualche errore di percorso. Ricordi sbiaditi di un "Matu" che non c'è più, cresciuto con la maglia del Vitoria Bahia e piombato sotto i riflettori del grande calcio alla tenera età di vent'anni. Mentre la Lazio vinceva il suo secondo scudetto lui si barcamenava nella movida napoletana, con l'ex tecnico Novellino che di tanto in tanto a tenerne a bada i bollenti spiriti. Poi le parentesi di Parma, Piacenza, fino alla definitiva esplosione nel Brescia del "Divin Codino". Il trampolino di lancio di una carriera che l'ha prima portato a strappare consensi e trofei in Ucraina nello Shaktar Donetsk di Lucescu, poi diventare con una modalità controversa (art.17) tesserato nella più calda Saragozza. Ma il suo destino era segnato e nel 2008 è sbarcato nuovamente in Italia, nella Lazio, trasformato nell'anima. Quando gli infortuni glie l'hanno permesso ha rivoltato la manovra del centrocampo biancoceleste, come l'improvvisa svolta spirituale ha cambiato il suo pensiero. Bibbia, chiesa Cristiano-Evangelica, famiglia e Formello, che raggiunge con la sua slanciata Maserati nera. "E' la mia preferita", ammette ai microfoni di Lazio Style Radio, prima della confessione: "Se non fosse stato per il calcio ora sarei in carcere". Per fortuna della Lazio non è andata così. Finalmente il tunnel degli infortuni sembra superato. Dopo i primi due anni capitolini in cui ha collezionato appena 32 presenze, ha risolto gran parte dei suoi problemi posturali con l'aiuto dello staff sanitario biancoceleste. E i risultati iniziano a vedersi anche nei numeri. Domenica contro il Palermo scenderà in campo per la diciassettesima volta in stagione, la tredicesima dal primo minuto, per la quarta di fila si dividerà le mansioni di "taglia e cuci" con Ledesma. Ormai il tecnico goriziano ha scoperto la forza del "doppio regista" e non sembra aver più intenzione di tornare indietro. Con i fraseggi ed il palleggio dell'italo-argentino e del brasiliano ha scoperto l'elisir di lunga vita e fluida manovra, che sta lentamente traghettando la Lazio verso l'Europa che conta: "Giocare la Champions con la maglia della Lazio è il mio sogno più grande". Pazienza se dovrà realizzarlo con il numero sbagliato (11): "Il mio preferito è l'8".
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