Autore Topic: Nesta si racconta: "Dall'esordio alla Lazio fino a Miami, qui per imparare". Lahoud: "Una leggenda per mister!"  (Letto 407 volte)

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                           "La maggior parte delle persone lo chiamano "Leggenda". Io ho la fortuna di poterlo chiamare "mister"". Chiedete a Michael Lahoud, centrocampista del Miami e del Sierra Leone, cosa si prova ad avere come allenatore Alessandro Nesta. "Non avrei mai pensato che avrei giocato per lui, quando vedevo il campo per le prime volte, nella mia carriera. E' un'esperienza che sono fiero e onorato di condividere con i miei compagni al Miami. Come molte altre leggende del calcio, gli viene tutto così naturale e facile. Mangia, dorme e respira calcio in un modo totalmente inedito in questo Paese. Siamo testimoni della sua passione e della sua fame di calcio quotidianamente". Un percorso nato sul campo da gioco, destinato a tornare sul rettangolo verde. La differenza è il cambio di prospettiva. Dai primi calci a un pallone fino ai provini con la Lazio: "Quando arrivammo lì - ricorda Nesta - abbiamo visto tantissimi bambini. Abbiamo pensato: "Sarà impossibile". Ma dopo il provino, un allenatore venne da me e mi offrì un posto. Per mio padre era un sogno che si realizzava. Non ha mai potuto giocare a calcio, ha sempre dovuto lavorare intensamente per sostenere mia madre, me e i miei due fratelli". Era un ragazzino quando esordì nella Lazio dei grandi. Nesta giocava accanto a José Chamot: "Ero un diciottenne, mentre lui era già un uomo. Per me era un idolo. In ogni sfida era un guerriero, sempre con la stessa intensità. Ho sempre provato a essere come lui".



DA GIOCATORE A MISTER - Dopo la Lazio, il passaggio al Milan e l'esperienza Oltreoceano. Prima di annunciare l'ultima stagione, nel 2013, nel Chennaiyin di Materazzi: "Il Milan mi aveva offerto ancora un anno di contratto, ma le mie gambe non avrebbero potuto correre come facevano prima - scrive Miamiherald.com - Sono competitivo e non volevo sedermi in panchina. Avevo subito 11 interventi. Così ho deciso di avere un'esperienza in un altro paese e finire la mia carriera con Marco". Un viaggio che conduce, poi, a Miami: "Dissi a mia moglie: "Trascorriamo lì sei o sette mesi e vediamo se possiamo viverci". Quei mesi sono diventati un anno, poi due. Ancora siamo qui. E ci piace"L'ambizione è quella di continuare la carriera da allenatore: "Forse la mia esperienza nello spogliatoio da calciatore aiuta, ma è completamente diverso essere un allenatore o un giocatore. Per me, giocare era naturale, è stato facile. Come allenatore bisogna studiare ogni giorno, ogni gioco, ideare strategie, mantenere i giocatori rilassati". Senza fare paragoni: "Devi dimenticare il passato. Se confronti i giocatori qui con quelli del tuo passato, avrai sempre problemi". E se la scorsa stagione fu complicata, quella che adesso sta affrontando il Miami è completamente diversa. Lo conferma anche Lahoud: "Nell'ultimo anno, ho visto Nesta trasformarsi da un umile allenatore alla prima esperienza in maestro. Ho imparato e continuo a imparare tanto da lui, ogni settimana".



         

   



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