Forse dovrebbe andare su "coprologia", ma anche no. Perché riguarda la percezione, il brand, il legare un immaginario a una sola squadra, quella nata da un parto di regime, qui a Roma. E siamo sempre lì, "it's all about marketing, baby" (e IB sarà d'accordo con me).
Da corriere.it di oggi, a firma dello sconcertante Sconcerti, uno dei nostri "nemici" più lucidi, di solito:
"...Così ieri il Napoli ha messo fuori la Roma dalla rincorsa. Era nell'aria da un po' di giorni. Più la società si avvicina a essere venduta e più la squadra fa un passo indietro. Perdi d'identità, non hai riferimenti, sai che cambieranno i dirigenti, che andrà via l'allenatore, dimentichi per cosa stai correndo. Ora la sconfitta darà almeno la calma che purtroppo serve in queste occasioni. Difficile sapere se gli americani vinceranno subito o meno, ma gli ultimi 15 anni hanno dato alla città la coscienza di una forza mai avuta nei precedenti cento. Roma ha troppo popolo, troppa massa critica, troppo potere. Non può che essere ricca, non può che avere una sua grande differenza, quindi una grande squadra..."