Autore Topic: Mamma butta la pasta  (Letto 1911 volte)

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bak

Mamma butta la pasta
« : Lunedì 3 Gennaio 2011, 19:11:05 »
Torna ad allenare il vecchio leone Dan Peterson, uno tra i più grandi coach arrivati in Italia.
L'Olimpia sostituisce Bucchi [poi qualcuno mi deve spiegare come ca..o si fà ad allenare un allenatore due volte finaliste contro la bionica Siena [cit. Boniccioli].
Non sò il buon Dan cosa possa ancora dare a 75 anni, ma da simpatizzante varesin-canturino, quindi anti Olimpia a ccient pi ccient, guarderò con simpatia il lavoro di quest'uomo che, insieme a Morse, Recalcati, Meneghin e il grandissimo Aldo Giordani, mi hanno fatto innamorare di questo sport.

jumpingjackflash

Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #1 : Lunedì 3 Gennaio 2011, 19:12:39 »
 :o
peccato! le sue telecronache su SI cominciavano a tornare un lieto appuntamento

auguri mr.Lipton (per me n.1)

Giglic

Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #2 : Lunedì 3 Gennaio 2011, 19:39:22 »
Torna ad allenare il vecchio leone Dan Peterson, uno tra i più grandi coach arrivati in Italia.
L'Olimpia sostituisce Bucchi [poi qualcuno mi deve spiegare come ca..o si fà ad allenare un allenatore due volte finaliste contro la bionica Siena [cit. Boniccioli].
Non sò il buon Dan cosa possa ancora dare a 75 anni, ma da simpatizzante varesin-canturino, quindi anti Olimpia a ccient pi ccient, guarderò con simpatia il lavoro di quest'uomo che, insieme a Morse, Recalcati, Meneghin e il grandissimo Aldo Giordani, mi hanno fatto innamorare di questo sport.

Hey Danny Ainge, usa una forchetta per prendere quella palla, ok????

Tifo Varese da quando ho l'uso della ragione, e Milano per me è sempre stata l'anticristo. Ma Peterson e la sua 131 è un caso a parte. le sue urla alle gesta del Dr. J ancora mi risuonano in testa. (OT Rocco, ma Mike Syslvester te lo ricordi? EOT)
Ho conosciuto personalmente la psicologa che lui aveva in squadra, e so come gestisce lo spogliatoio. Questo negli anni '80 era un vero precursore, e non solo per quanto riguarda il "giuoco della palla a cesto"

bak

Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #3 : Lunedì 3 Gennaio 2011, 19:51:00 »
A voglia se me lo ricordo. E Chuck Jura della Mobilquattro Milano [l'anti Simmenthal milanese dell'epoca]?
Comuque tra le tante cose fatte a Milano, spesso andavo al Pala Trussardi a godermi l'Olimpia dell'epoca [Mc Adoo, Premier, Meneghin, D'Antoni etc] che spettacolo, ma sempre simpatizzando il grande Varese

Giglic

Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #4 : Martedì 4 Gennaio 2011, 06:41:19 »
A voglia se me lo ricordo. E Chuck Jura della Mobilquattro Milano [l'anti Simmenthal milanese dell'epoca]?
Comuque tra le tante cose fatte a Milano, spesso andavo al Pala Trussardi a godermi l'Olimpia dell'epoca [Mc Adoo, Premier, Meneghin, D'Antoni etc] che spettacolo, ma sempre simpatizzando il grande Varese

Aspetta aspetta... non posso consultare wikipedia, ora, ma la Mobilquattro non fu quella che diventò Desio a inizio anni '80?
Se è così, la Virtus è nata a Milano :-)
Quella Olimpia giocava da Dio, ma per farla dovettero aspettare di prendere sberle clamrose dal Banco di di Larry Wright e Bianchini (e comunque, passato lui, anche con gli stessi giocatori dovettero sudare e non poco: con Livorno rubarono, e con Caserta persero in casa la quinta).
Un'ultima curiosità. Dino Contro Andrea Meneghin, all'esordio del figlio, fu una Milano Varese del 1988 (subito dopo che Peterson se ne andò), giusto?

bak

Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #5 : Martedì 4 Gennaio 2011, 08:42:35 »
Si la Mobilquattro divenne Desio, ma solo venti anni dopo (inizio anni 90)

Quanto ai Meneghin, padre e figlio, ho trovato questo su internet
Il passato è oggi: sfida Dino-Andrea Meneghin
14-10-2010 11:19

Padre e figlio per la prima volta contro nel massimo campionato di basket
Il 14 ottobre 1990 è una data da ricordare per il basket italiano e per la famiglia Meneghin. Padre e figlio per la prima volta in campo insieme da avversari nel corso di una partita di Serie A. Dopo giorni di attesa, Varese, che schiera tra le sue fila il giovanissimo Andrea Meneghin, appena sedicenne, ospita Trieste, squadra del veterano Dino, quarantenne. Il giovanissimo Andrea fa il suo ingresso in campo a sette minuti dalla fine, in tempo per poter mettersi in mostra con qualche buona giocata e ricevere a fine gara, nonostante la sconfitta per 93-89, i complimenti dall'avversario più temuto e più amato: suo padre Dino.
Nei giorni precedenti alla sfida Meneghin 'senior' non aveva nascosto una certa emozione e curiosità per un'emozione assolutamente inedita come quella di scendere in campo contro il proprio figlio: "Una sensazione che manca alla mia lunga carriera" aveva dichiarato alla vigilia della sfida. Al termine dell'incontro un lungo abbraccio tra padre e figlio, a lungo applaudito dal pubblico, ha suggellato l'incrocio tra due generazioni della pallacanestro italiana.

Redazione Datasport (AGM Datasport)


Tieni presente che Andrea è un 74, quindi molto difficile che potesse essere schierato prima del 90.
Capitolo Olimpia e scudetti. Con Livorno, ancora oggi non si è capito come andarono le cose su quel canestro di Forti, ricordo solo che Premier, uno che mi è stato sempre cordialmente più che antipatico, si accapigliò con i tifosi di Livorno. Comunque fu una meteora in quel mondo, dato che dopo l'exploit di quell'anno galleggiava tra 6° e 10° posto, fino a fondersi con l'altra Livorno e sparire in serie C.
Ben diverso il discorso legato alla Juve caserta che, dopo aver ceduto Oscar e Glouchkov, costruì la squadra scudetto con esposito, gentile, Dell'Agnello e Tellis Frank. Comunque Caserta arrivò altre due volte in finale, proprio contro Milano (1986 e 87), vinse la Coppa Italia nell'88 e arrivò diverse volte in finale di Korac, ricordo una volta contro la Virtus Roma.

Giglic

Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #6 : Martedì 4 Gennaio 2011, 09:55:01 »
Si la Mobilquattro divenne Desio, ma solo venti anni dopo (inizio anni 90)

Quanto ai Meneghin, padre e figlio, ho trovato questo su internet
Il passato è oggi: sfida Dino-Andrea Meneghin
14-10-2010 11:19

Padre e figlio per la prima volta contro nel massimo campionato di basket
Il 14 ottobre 1990 è una data da ricordare per il basket italiano e per la famiglia Meneghin. Padre e figlio per la prima volta in campo insieme da avversari nel corso di una partita di Serie A. Dopo giorni di attesa, Varese, che schiera tra le sue fila il giovanissimo Andrea Meneghin, appena sedicenne, ospita Trieste, squadra del veterano Dino, quarantenne. Il giovanissimo Andrea fa il suo ingresso in campo a sette minuti dalla fine, in tempo per poter mettersi in mostra con qualche buona giocata e ricevere a fine gara, nonostante la sconfitta per 93-89, i complimenti dall'avversario più temuto e più amato: suo padre Dino.
Nei giorni precedenti alla sfida Meneghin 'senior' non aveva nascosto una certa emozione e curiosità per un'emozione assolutamente inedita come quella di scendere in campo contro il proprio figlio: "Una sensazione che manca alla mia lunga carriera" aveva dichiarato alla vigilia della sfida. Al termine dell'incontro un lungo abbraccio tra padre e figlio, a lungo applaudito dal pubblico, ha suggellato l'incrocio tra due generazioni della pallacanestro italiana.

Redazione Datasport (AGM Datasport)


Tieni presente che Andrea è un 74, quindi molto difficile che potesse essere schierato prima del 90.
Capitolo Olimpia e scudetti. Con Livorno, ancora oggi non si è capito come andarono le cose su quel canestro di Forti, ricordo solo che Premier, uno che mi è stato sempre cordialmente più che antipatico, si accapigliò con i tifosi di Livorno. Comunque fu una meteora in quel mondo, dato che dopo l'exploit di quell'anno galleggiava tra 6° e 10° posto, fino a fondersi con l'altra Livorno e sparire in serie C.
Ben diverso il discorso legato alla Juve caserta che, dopo aver ceduto Oscar e Glouchkov, costruì la squadra scudetto con esposito, gentile, Dell'Agnello e Tellis Frank. Comunque Caserta arrivò altre due volte in finale, proprio contro Milano (1986 e 87), vinse la Coppa Italia nell'88 e arrivò diverse volte in finale di Korac, ricordo una volta contro la Virtus Roma.

Sugli anni hai ragione tu, andavo a memoria.
Livorno aveva due squadre: la "allibert" e la "enichem" ed ovviamente, essendo livornesi, si menavano di brutto. Poi fusero le squadre (la enichem, poi enimont aveva come sponsor la maxitangente...) e cominciò il declino. Caserta invece è sempre stata abbastanza presente, è vero.
Su Desio: credo sia stata l'unica squadra (quando aveva come sponsor la Filanto) a chiudere la regular season a 0 punti. Tanto che ridiedero allo sponsir un terzo della sponsorizzazione.

bak

Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #7 : Giovedì 6 Gennaio 2011, 15:50:06 »
Or ora controllato, iron men è nato il 9 gennaio...
Poi dici le affinità elettive con certi personaggi 

Notare l'avatar, please 

Giglic

Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #8 : Venerdì 7 Gennaio 2011, 08:20:55 »
Or ora controllato, iron men è nato il 9 gennaio...
Poi dici le affinità elettive con certi personaggi 

Notare l'avatar, please

Tutto sacrosanto. Ieri ho visto (dopo Mi-CE su SKY), Desio Montegranaro al palalottomatica. Devo dire che qualche differenza c'è.

Offline MCM

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Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #9 : Domenica 9 Gennaio 2011, 01:15:47 »
 da simpatizzante varesin-canturino,

aaaaaah...il pianella!...
Che palazzetto, che casino...uno spettacolo vero.
Il tempio di sport più emozionante che abbia mai visto...di qualsiasi sport...


Ci giocai anche due volte da avversario quando giocavo nelle giovanili.
Non c' era nessuno...faceva un freddo cane.. :P ;D

Si la Mobilquattro divenne Desio,

ahhh....la mitica Aurora!...
Famosa per essere l' unica squadra ad aver perso tutte le partite di un campionato di serie a, ma rimane nella storia. Tutt'ora la squadra con più pubblico forse dell' intera Serie C1.
L' anno scorso perse la finale play-off...

che ricordi :-X

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Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #10 : Domenica 9 Gennaio 2011, 06:48:11 »
begli anni.
reggio emilia poi era un campaccio e a venezia c'era dapipagic che ne faceva a mazzi di canestri.
vidi a caserta un juve-virtus rm e loro erano convinti di spezzarci alla vigilia.
il barone della valle fece delle cose grandiose invece e i miei cugini rimasero allibiti.
a  fine match esplose la contestazione a marco ricci, che poi arrivò al messaggero.
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

bak

Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #11 : Lunedì 10 Gennaio 2011, 21:05:10 »
''Allenare è un mestiere per giovani ma ce la farò a far grande Milano''
Dan Peterson ha festeggiato con il secondo successo consecutivo sulla panchina dell'Armani i 75 anni e le 500 panchina in A: ''Cosa mi manca? Il tempo, ecco cosa mi sta stressando. Avevo messo via il pensiero di tornare, ma ha bussato l'Olimpia: un onore, un'emozione''di STEFANO VALENTI

ROMA - C'era una volta l'odiata Olimpia, quella che vinceva, quella che non piaceva. Quella potente, quella che non era molto vicina alla gente, se non erano suoi tifosi. Era l'Olimpia allenata da Dan Peterson, più Nano che Ghiacciato a vederlo con gli occhi del nemico. Quella di oggi, ennesimo miracolo nel miracolo, è pure applaudita in trasferta, la squadra come, soprattutto, il suo allenatore. Pure se si porta via la vittoria e, nel caso di Cremona, forse anche la qualificazione alla Final Eight che per la squadra di casa sarebbe la prima della storia. "A Cremona sono stati molto gentili. E poi ci vuole coraggio a fischiare uno di 75 anni..." si schernisce Peterson.

Giornata piena la sua, ieri. Alla sveglia è già tempo di festeggiare il compleanno, entra in campo ed è la sua partita numero 500 in A, finisce ed agguanta la seconda vittoria in altrettante gare allenate, dal rientro. Non manca nulla, Peterson.
"Manca il tempo. Ecco ciò che veramente mi sta stressando, l'aver perso la possibilità di usare il mio tempo. Telefonate, sms, e-mail, interviste, conferenze stampa".
Ce la fa, Coach?
"Ce la farò. Chiaro, avevo messo via il pensiero di tornare ad allenare e se hai settantacinque anni non hai la fila a chiedertelo. E' un mestiere per giovani o, meglio, non per vecchi... Però ha bussato l'Olimpia: un piacere, un onore, un'emozione".
Ci racconta quel pranzo con il presidente Livio Proli?
"Ho pensato: mi chiederà un consiglio. Poi, andando avanti: mi chiederà di fare il consulente, ma non posso, lo faccio già per la Reyer Venezia. Poi mi fa: lei allenerebbe l'Olimpia?  Ed allora solo in un caso non avrei accettato, se mi avesse detto "se ho il suo sì, cambio Bucchi. No Bucchi, era già fuori".
Debutta contro Caserta e quella diretta tv su Sky fa il record stagionale di ascolti (88.000). Da noi funziona "Ballando con le Stelle" format che fa ballare chi nella vita è famoso per fare altro. Lei è un richiamo per quelli che, da trent'anni in giù, son curiosi di vedere se l'uomo di televisione e spettacolo Peterson sa pure allenare una squadra di basket.
"Diciamo anche che il 5 gennaio non c'era la concorrenza del calcio. Però è stato vissuto come un avvenimento, questo è vero. Ho appena parlato con il direttore di Sportitalia, Bruno Bogarelli, che mi ha detto "Coach, a 75 anni sei ancora trendy...". Mi rendo conto che i giovani che mi chiedono autografi mi hanno visto solo in tv o fare pubblicità".
Tutti lustrini e paillettes questo ritorno, Peterson. Non è che presto si annoia?
"Ai tempi del Liceo il mio allenatore diceva: "Ne vinci una? Non esaltarti. Ne perdi una? Non abbatterti. Credo che l'equilibrio sia tra le mie doti, ho incassato critiche anche dure, ho avuto elogi, ci so navigare dentro".
E' con queste doti che in sei-sette minuti si spiega la zona 1-3-1 a chi non l'ha mai fatta in vita sua?
"L'ho raccontata in modo didattico il mattino della gara di Cremona, durante la seduta di tiro. Mai fatta in scrimmage, mai in un cinque contro cinque. E non sapevo neanche se l'avrei usata".
L'ha fatto.
"Cremona ci stava facendo a fette. Volevo spezzare il loro ritmo, dovevamo proporre qualcosa di nuovo".
Quella difesa paga sempre: magari non l'avrete fatta bene, ma dall'altra parte non c'è più l'abitudine ad attaccarla.
"E' probabile, questo. Se fai una 2-3 o una 3-2 le avversarie l'attaccano con tranquillità. La 1-3-1, con i giusti raddoppi, è una cosa diversa. Noi l'abbiamo fatta male, ma con impegno. La vera ricchezza sono stati i loro tiri affrettati, ed i rimbalzi ed i recuperi che ci ha fruttato".
C'erano una volta D'Antoni e Meneghin, l'asse play-pivot. Oggi il suo play, Finley, è volato in America. Ed il suo pivot, Petravicius, l'aspettate per fine mese. Ma quell'asse resta fondamentale?
"Io vorrei sempre avere quello che chiamo Polo Nord-Polo Sud. Finley l'abbiamo mandato da James Andrews, il miglior ortopedico d'America, che per coincidenza vive e lavora nella città di Finley, a Birmingham, in Alabama. Dobbiamo capire come sta con quel ginocchio. Lo aspettiamo per venerdì. Contro Caserta è stato importante, ha dato fiato a Jaaber, ha pressato, dato 4 assist, segnato 10 punti. Su Petravicius aspettiamo di valutarlo a fine gennaio".
Siete sul mercato?
"Il club sì, non io. Posso dare una valutazione in estate, quando la squadra si costruisce. Adesso ho una squadra da allenare tutti i giorni e non posso certo trasmettere loro il messaggio che sto cercando altri giocatori".
Ha una squadra con taglia fisica da Eurolega, adesso che l'Eurolega non c'è quella taglia fisica è dominante in Italia.
"Ci manca un centro vero, alto e potente, ma intanto per qualche minuto abbiamo provato Rocca e Pecherov assieme. E non abbiamo un play puro né in Finley, né in Jaaber. Ma con Mordente e Nardi il ruolo lo copriamo".
L'idea però è che contro Siena non basti neanche stavolta.
"Siena resta la più forte, 2-3 piani sopra a tutti. Sappiamo dove hanno messo l'asticella. E' solo gennaio, c'è tempo per provarci, ma non è abbondante".
Lei l'ha analizzata in Eurolega: avrà un punto debole.
"Non penso. Giocare contro di loro è come sfidare il Real di Messina o il Panathinaikos di Obradovic. Per batterli serve la partita dell'anno, ma non basta che tutti diano il 100%. Serve che qualcuno dia il 101%".
Giorgio Armani, che viene in trasferta a vedervi, è uno che dà il 101%.
"L'ho conosciuto ieri, mi ha dato il benvenuto, è un grande. Ma non perché adesso è anche il mio proprietario. Lo era già prima, per aver salvato l'Olimpia".
Milioni di persone guardano Ballarò su Rai3, lei e Bianchini Ballarò lo facevate trent'anni fa...
"Sai quanti ci hanno chiesto di tornare in televisione assieme? Lo prometto, a fine stagione lo faccio. Valerio è un amico vero".
Il nuovo Bianchini può essere solo Pianigiani, il numero uno. Tra voi due era una lotta tra numeri uno, a buttar giù l'altro. Sarà lei a buttar giù Pianigiani?
"Erano tempi diversi. Tiriamo via tutto quello che Simone ha attorno e che a volte ne sminuisce i meriti. Pianigiani è un allenatore formidabile, vale i più grandi. Allena anche la Nazionale e nessuno può farlo meglio di lui".
Ma chi sono i suoi, di nuovo, colleghi? Allineati, difensivisti, omologati, timorosi.
"Serve tempo per dare un giudizio. Però Caserta ci ha sfidato a viso aperto, con coraggio, a Milano. E Cremona ci ha proposto dieci attacchi e dieci difese diverse. La teoria, dopo le prime due partite, non combacia con la realtà".
Ha preso in mano l'Olimpia, che da due anni arriva alla finale scudetto e perde contro una squadra nettamente superiore. Lei cosa puoi fare, di più e meglio?
"Seguo l'esempio di Karch Kiraly, il più grande pallavolista americano. Che dopo la medaglia d'oro alle Olimpiadi ha risposto "... come ho vinto? Pensando ad un punto alla volta". Così riduci anche lo sforzo. Io so che domenica giochiamo contro Pesaro. Chi ci sia dopo non ho idea".
Noi le diciamo che a metà febbraio c'è la Final Eight di Coppa Italia. Quel torneo di quattro giorni nel quale si usa dire che in una gara secca Siena si può battere.
"Coppa Italia? Per me è il 2023... Chiaro, più facile batterla in una partita che in quattro. Ma quella lì bisogna vincerla".
Ci arriverà con il guardaroba nuovo, tutto firmato Armani.
"Sto proprio svuotando una parte del mio per far posto. A Cremona ero bellissimo". (10 gennaio 2011)

bak

Re:Mamma butta la pasta
« Risposta #12 : Domenica 23 Gennaio 2011, 11:52:42 »
Apprendo or ora su sky che è morto Pino Brumatti, punto fisso della Milano fino anni 60- fine anni 70.
Tristezza profonda, un altro tassello di gioventù che se ne và.