Autore Topic: Salas: «La Lazio, un sogno»  (Letto 729 volte)

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Salas: «La Lazio, un sogno»
« : Mercoledì 19 Gennaio 2011, 10:57:19 »
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Ricordatevi, El Matador. Per tre stagioni, tra il 1998 e il 2001, Marcelo Salas il Cileno fece della Lazio la sua seconda casa: 117 partite, 48 reti e 6 titoli, fra cui uno Scudetto. All'avvicinarsi del secondo derby Lazio-Roma della stagione, per gli ottavi di finale della Coppa Italia, sfoglia l'album dei ricordi.

Traduzione a cura di Breizh

Stasera, c'è Lazio-Roma in Coppa Italia. Ha un aneddoto sul derby?
Un giovedì pomeriggio, dovevamo giocare contro la Roma la domenica successiva, io e Almeyda abbiamo deciso di andare a fare la lampada. Io ero in moto e in una salita sono caduto rovinosamente e mi sono ferito al polpaccio. Perdevo molto sangue e allora abbiamo chiamato il medico sociale che è venuto ad aiutarci. Mi hanno messo dei punti di sutura senza anestesia perché se no, sarei risultato positivo in caso di controllo antidoping. La partita è finita 3-3 (novembre 1998) ma ho ancora perso molto sangue a causa di un tackle proprio in quel punto. Alla fine mi faceva un male cane. Ma in ogni caso, avrei dato tutto per questa squadra.

Che ricordi ha dei suoi inizi alla Lazio?
Poco prima della Coppa del Mondo 98, quando giocavo al River Plate, molte squadre mi seguivano e la Lazio è venuta a trovarmi. A quell'epoca avevano un gruppo fantastico, grandi ambizioni, e volevano fare un colpo sensazionale.

In quel periodo, c'era un po' una colonia argentina, là...
Il mio arrivo alla Lazio è coinciso proprio con gli inizi di questa colonia argentina, con Diego Simeone, Juan Sebastian Veron, Claudio Lopez, Hernan Crespo, Roberto Sensini e Almeyda, che già c'era quando sono arrivato io. Ci si vedeva molto spesso, ci facevamo degli asados, vivevamo in modo sudamericano. Dunque non ho avuto nessuna difficoltà di adattamento. In effetti, la Lazio somigliava all'Universidad de Chile, dove ho cominciato la mia carriera. Grande storia, grandi tifosi ma una certa mancanza di titoli.

Che ricordi conserva dei suoi anni passati là?
Sono senz'altro i migliori della mia esperienza in Italia. In tre stagioni ho vinto sei titoli: la Supercoppa italiana e la Coppa delle Coppe nel 1998-99, la Supercoppa europea, il Campionato italiano e la Coppa Italia nel 1999-2000 e infine la Supercoppa italiana nel 2000-01. La mia vita a Roma era perfetta. Abitavo in una casa magnifica proprio accanto al centro sportivo, a Formello, un posto molto tranquillo. E poi, è là che sono nate le mie due figlie...

E il suo rapporto con i tifosi?
I tifosi erano completamente pazzi, ma di una pazzia geniale. So che si ricordano di me ancora oggi, e la cosa è reciproca. È per questo che dopo, durante la mia carriera, ho sempre detto che il mio sogno era di poter indossare di nuovo la maglia della Lazio. Purtroppo, non è stato possibile.

Intervista di Alexandre Gonzalez, con Eric Maggior

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