www.sslazio.itCarlo Regalia, ex direttore sportivo biancoceleste, è intervenuto quest’oggi ai microfoni di Lazio Style Radio, 89.3 FM.“Contro la Roma, i biancocelesti hanno disputato una gara molto intelligente, forti del vantaggio della sfida d’andata. Hanno meritato ampiamente il passaggio del turno. Il 2-0 del 1° marzo scorso costituiva un vantaggio importante.
In finale, i ragazzi di Inzaghi dovranno scendere in campo senza troppe tensioni. A volte capita che una squadra non al vertice batta la prima in classifica.
La Prima Squadra della Capitale ha una caratteristica fondamentale: riesce a far giocare peggio gli avversari senza però disdegnare un gioco d’attacco. La classifica del campionato ci dice che questa è una squadra che può ambire al terzo posto.
Casualmente si può vincere una partita: è una costante, invece, quando si fa bene in oltre 30 gare, come fatto dalla squadra di Simone Inzaghi. Lo dimostra il fatto che la Lazio è arrivata in semifinale di Coppa Italia dopo aver superato l’Inter a San Siro. Nell’ultimo atto di una manifestazione sportiva non si arriva mai esclusivamente per fortuna.
Questa è una squadra difficile da contrastare, che si difende bene ed è letale quando attacca.
Immobile e Milinkovic riescono a esprimere tutte le loro qualità. Il centravanti biancoceleste ha realizzato più di 20 gol in stagione e con i suoi continui movimenti aiuta anche gli altri ad andare a segno con costanza. Ha trovato la giusta maturazione.
Nei dodici mesi di Inzaghi, il tecnico è cresciuto tanto e la squadra è andata di pari passo con lui. L’allenatore ha dimostrato personalità, la stessa che aveva già quando era calciatore.
In vista della gara di domenica contro il Napoli, i biancocelesti non devono perdere. Mancano sempre meno partite; può giocarsela fino in fondo. Potrebbe risultare una sfida decisiva per il risultato finale in campionato. I 60 punti conquistati finora costituiscono un bottino importante per la zona europea.
Gli azzurri sono difficili da decifrare: non hanno punti di riferimento, giocano senza un punto di riferimento offensivo. Sarri ha fatto un capolavoro: i suoi attaccanti sono agili, validi tecnicamente e, tra loro, sono molto affiatati e non solo gelosi.
Ogni allenatore deve essere se stesso, senza copiare i suoi colleghi. Inzaghi e Sarri sono completamenti diversi tra loro, anche nel loro modo di stare in panchina”.