Autore Topic: 314 a 311. Fiducia al governo Berlusconi..  (Letto 13603 volte)

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Giglic

Re:314 a 311. Fiducia al governo Berlusconi..
« Risposta #120 : Sabato 18 Dicembre 2010, 09:21:41 »
Ho capito: governa chi riceve la fiducia dal Parlamento

Il Presidente del consiglio dei ministri è nominato dal Presidente della Repubblica che nomina anche, susuggerimento del PdC, i ministri. Punto
Poi si presenta in parlamento per la fiducia, ma quando lo fanno sono già ministri in carica in tutto e per tutto. Se non ottieni la fiducia ti dimetti, ma rimani in carica per l'ordinaria amministrazione fino alla nomina di un nuovo governo.
Nel 1972 il primo governo Andreotti durò 9 giorni, il tempo che trascorse dalla nomina alla sfiducia del parlamento. Quello è un governo della repubblica a tutti gli effetti. Tra parentesi, chi votò DC in quelle elezioni sapeva che se volevano arginare il PCI in rimonta, Andreotti era il PdC designato (altrimenti c'era Moro...), e chi votava PSDI, PRI, PLI, lo faceva sapendo che ci si alleava con la DC di Andreotti in chiave anticomunista. Bene, nessuno gridò alla "non rispettata volontà del popolo" in quel caso... e giustamente: il popolo aveva eletto una legislatura, non un governo.

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Re:314 a 311. Fiducia al governo Berlusconi..
« Risposta #121 : Sabato 18 Dicembre 2010, 09:40:49 »
io ritengo che la cosa più odiosa dell'attuale legge elettorale, forse più della mancanza di scelta dei candidati, sia lo sbarramento. ci stanno convincendo che per garantire la governabilità occorre rinunciare sempre più ad ampi spazi di democrazia. cosa falsa se analizziamo che fine ha fatto la più grande maggioranza parlamentare degli ultimi decenni almeno...
impedire che una buona fetta dell'elettorato non abbia propri rappresentanti in parlamento è una delle cause degli scontri di questi giorni (che tra l'altro io non condanno affatto).

Sicuramente lo sbarramento è un grande problema che emargina un buona fetta di elettorato. Concordo pienamente.
Non concordo ovviamente nella non condanna degli scontri dell' altro giorno. Il motivo è semplice: sono scontri funzionalissimi al sistema, nonchè sicuramente scatenati da chi nel sistema ci è dentro fino al collo. Pensare al centro sociale come a centro avulso dal sistema è assurdo.

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Re:314 a 311. Fiducia al governo Berlusconi..
« Risposta #122 : Sabato 18 Dicembre 2010, 09:53:33 »
Il Presidente del consiglio dei ministri è nominato dal Presidente della Repubblica che nomina anche, susuggerimento del PdC, i ministri. Punto
Poi si presenta in parlamento per la fiducia, ma quando lo fanno sono già ministri in carica in tutto e per tutto. Se non ottieni la fiducia ti dimetti, ma rimani in carica per l'ordinaria amministrazione fino alla nomina di un nuovo governo.
Nel 1972 il primo governo Andreotti durò 9 giorni, il tempo che trascorse dalla nomina alla sfiducia del parlamento. Quello è un governo della repubblica a tutti gli effetti. Tra parentesi, chi votò DC in quelle elezioni sapeva che se volevano arginare il PCI in rimonta, Andreotti era il PdC designato (altrimenti c'era Moro...), e chi votava PSDI, PRI, PLI, lo faceva sapendo che ci si alleava con la DC di Andreotti in chiave anticomunista. Bene, nessuno gridò alla "non rispettata volontà del popolo" in quel caso... e giustamente: il popolo aveva eletto una legislatura, non un governo.

Lì c' era di mezzo anche la politica estera, nonchè l' opportunismo determinato dal Piano Marshall.

Senza il ricatto implicito del Piano Marshall(che ci ha ricostruito le case, ma comprato l' anima) sarebbe stato certamente più facile trattare col PCI, che all' epoca era un partito certamente degno di interesse, così come il suo segretario.
Il delirio comunista è arrivato dopo il '68 con l' apertura al "progressismo"(regressismo) morale e socio-culturale.

Va detto che, seppur con meno voti, stessa sorte di alienazione forzata, toccò all' MSI, partito anche questo, degno di  interesse almeno fino alla delirante apertura all' atlantismo di Almirante..

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Re:314 a 311. Fiducia al governo Berlusconi..
« Risposta #123 : Sabato 18 Dicembre 2010, 20:37:06 »
Lì c' era di mezzo anche la politica estera, nonchè l' opportunismo determinato dal Piano Marshall.

Senza il ricatto implicito del Piano Marshall(che ci ha ricostruito le case, ma comprato l' anima) sarebbe stato certamente più facile trattare col PCI, che all' epoca era un partito certamente degno di interesse, così come il suo segretario.
Il delirio comunista è arrivato dopo il '68 con l' apertura al "progressismo"(regressismo) morale e socio-culturale.

Va detto che, seppur con meno voti, stessa sorte di alienazione forzata, toccò all' MSI, partito anche questo, degno di  interesse almeno fino alla delirante apertura all' atlantismo di Almirante..

Dal 1972 si arriva al piano Marshall, senza il quale - ma parlo per sentito dire, forte al massimo di qualche lettura - non avevamo i soldi per "mettere insieme il pranzo con la cena".
Da quanto dici con il 1968 non soltanto si avvia il  progressismo comunista (immagino ancora in corso), ma anche la stagione atlantista di Almirante.
A quanto pare, sei un nostalgico degli anni 50.
Per la cronaca è l'anno del signore 2010 e da tempo parte consistente dell'opinione pubblica ritiene che i comunisti non mangino bambini; altra parte consistente ritiene che i comunisti siano scomparsi.

PS In tema di anni 50 ti consiglio un film uscito nel 1975 dal titolo, oggi particolare, "Forza Italia".
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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