Autore Topic: La Lazio nelle Scuole | Felipe Anderson: "Ho sempre voluto fare il calciatore"  (Letto 354 volte)

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Felipe Anderson ha risposto quest'oggi alle domande degli alunni presenti all'Istituto Comprensivo "Via del Calice", Via Alessandro della Seta 8.

“Sin da quando sono piccolo conosco l’importanza di un derby. I tifosi biancocelesti mi hanno sempre scritto di questa partita, anche due anni prima di venire alla Lazio, quando ebbi l’opportunità d’iniziare a vestire la maglia biancoceleste, i tifosi già mi scrivevano parlandomi della stracittadina. Ho vinto l’ultimo derby e sono contento di averlo fatto, è una partita unica.

A 15 o 16 anni non è semplice stare lontano da casa e rinunciare ai divertimenti per diventare calciatore. Prima delle partite prego e sento musica ma non per scaramanzia, è pura abitudine.

In campo è difficile restare concentrati: ci sono sfide più semplici e altre più complicate ma la testa deve sempre essere al 100% dentro la sfida.

Ognuno è libero di esultare come vuole ma sempre nel rispetto degli avversari, dei tifosi e di chi guarda da casa. Le voci da fuori vanno messe da parte, quando si è in campo si deve restare solo concentrati sulla partita e sulla squadra.

Difficile seguire una dieta tutti i giorni, ma due o tre giorni prima della gara è importante nutrirsi bene: solitamente mangiamo risotto o pasta prima della partita, poi salmone o pollo ma nessun dolce.

Quando si è piccoli, l’allenatore vede se sei veloce o se sai fare gol o sai difendere. A 14 anni, quando giocavo nel Santos mi avevano detto che ero bravo a centrocampo e mi hanno posizionato lì.

Da quando sono piccolo tutti mi dicevano che ero bravo e quindi ho sempre voluto fare questo lavoro. Ho studiato ma non avrei mai pensato di non fare il calciatore”. 

 

A margine dell'evento, il centrocampista biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky. 

“Quando siamo tra i bambini è molto bello: sono sinceri e vedere questo entusiasmo intorno a noi è motivo di grande felicità. Quando ero piccolo volevo incontrare anche io i calciatori, ma non ci sono mai riuscito. Sono felice che loro abbiamo questa possibilità.

Io avrei fatto il calciatore, è una passione che coltivo sin da quando ero piccolo e ho fatto di tutto per realizzare questo sogno. Il calcio è sempre stato un lavoro per me, anche a tredici anni quando i miei amici giocavano per divertirsi. E’ importante che questi ragazzi conoscano i nostri valori: tutti pensano sia facile essere un calciatore, ma in realtà per svolgere ogni lavoro servono personalità e sacrifici.

Siamo in pochi ad allenarci durante questa settimana, ma dobbiamo dare tutto in campo perché gli altri compagni stanno lavorando con le rispettive Nazionali e, in vista delle prossime partite importanti che ci aspettano, dobbiamo lavorare al massimo per farci trovare pronti”.  

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