Autore Topic: Limiti da superare  (Letto 18257 volte)

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Offline MagoMerlino

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Re:Limiti da superare
« Risposta #220 : Venerdì 17 Febbraio 2017, 18:39:33 »
Ipotizzo qualcosa di ben più esteso. Mantenendo l'attuale format a 20 della Serie A.
20esima e ultima: retrocessione diretta
Dalla 19esima alla 12esima: play-out su 3 turni.

In dettaglio:
TURNO UNO (gara unica in casa della meglio piazzata nella stagione regolare)
12esima vs. 15esima
13esima vs 14esima

TURNO DUE (gara unica in casa della meglio piazzata nella stagione regolare)
Le due perdenti del I turno contro 16esima e 17esima. Miglior posizione finale nella regular season determinerebbe 'Perdente A' e 'Perdente B'
Perdente A vs. 17esima
Perdente B vs 16esima

TURNO TRE (gara unica in casa della meglio piazzata nella stagione regolare)
Le due perdenti del II turno contro 18esima e 19esima. Miglior posizione finale nella regular season determinerebbe 'Perdente C' e 'Perdente D'
Perdente C vs. 19esima
Perdente D vs 18esima

Alla fine di tre sole giornate supplementari (disputabili in 8 giorni: mercoledì-domenica-mercoledì) resterebbero due Club, gli sconfitti nel Turno III di play-out.
Da valutare, a quel punto, se retrocedere direttamente i due Club o farli spareggiare in un girone a tre, da disputare ancora su 8 giorni, con la terza (post play-off) della Serie B. In quel caso la sola prima classificata eviterebbe la retrocessione. Alle due retrocesse o alla retrocessa e alla mancata promossa andrebbe un sostanzioso indennizzo sotto forma di 'paracadute finanziario'.

###########

Risultato atteso: si renderebbe significativo conseguire ogni posizionamento dalla 11esima alla 19esima posizione. Di conseguenza ci si potrebbe attendere DA TUTTI maggior impegno e tensione verso l'effettiva competizione sino a fine stagione.
Nessuno sarebbe 'spacciato' senza speranze e anche l'ultima in classifica potrebbe continuare a lottare per agguantare la 19esima posizione sino a quando la matematica non finisse per condannarla senza appello.
Azzardatissimo e inapplicabile, soprattutto sportivamente non equo. Non puoi presentare all'ultimo spareggio decisivo per non retrocedere, la dodicesima classificata in campionato contro la con la diciottesima, avendo la dodicesima giocato (e perso, magari dopo i supplementari e rigori) due partite in 3 giorni, contro un avversario che si è potuto preparare all'impegno per 10 giorni.... non sono più spareggi, è un'esecuzione....
Senza pensare che la dodicesima, magari fino a 3-4 partite dalla fine del campionato poteva ancora ambire al settimo posto.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline Jim Bowie

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Re:Limiti da superare
« Risposta #221 : Venerdì 17 Febbraio 2017, 19:16:50 »
Vogliamo far diventare il calcio una industria dello spettacolo? Bene allora impariamo dagli americani.
Quante sono le squadre in Italia che possono sostenere un campionato di serie A?
Juve
Inter
Milan
Toro
Lazio
Riomma
Bologna
Fiorentina
Parma
Sassuolo
Napoli
Salerno
Bari
Foggia
Catanzaro
Cosenza
Cagliari
Palermo
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Nessuna retrocessione.
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Chiamiamolo IFL.( aitalian futboll ligh)
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Re:Limiti da superare
« Risposta #222 : Venerdì 17 Febbraio 2017, 19:25:58 »
A mio avviso non si può discutere mischiando due cose distinte, il calcio ante diritti TV ed il calcio post diritti TV.
Il calcio che molti di noi amano e' morto finito kaput lo si può commemorare ma non riportarlo in vita.
Di quel calcio, fatto di Lenzini, Viola, Rozzi, Gaucci, Moratti Sn. Barbera, non è rimasto nulla se non ricordi che si sbiadiscono  nel tempo, ed anche la cura proposta da Zap, nel suo intervento, non è applicabile perché significherebbe tornare ad un calcio autarchico che non garantirebbe vita in campo europeo.


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Re:Limiti da superare
« Risposta #223 : Venerdì 17 Febbraio 2017, 19:35:19 »
Vogliamo far diventare il calcio una industria dello spettacolo? Bene allora impariamo dagli americani.
Quante sono le squadre in Italia che possono sostenere un campionato di serie A?
Juve
Inter
Milan
Toro
Lazio
Riomma
Bologna
Fiorentina
Parma
Sassuolo
Napoli
Salerno
Bari
Foggia
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Gli americani hanno sempre inteso lo sport professionistico in tal modo, ma teniamo conto che, ad esempio nel Basket, oltre alla NBA, c'è una NCAA che da noi non esiste, e guarda che il Basket dei College, oltre ad essere il vivaio in cui nascono il 90% dei giocatori futuri NBA, è altamente competitivo e altamente coperto a livello mediatico, ma soprattutto prevede un'organizzazione universitaria fatta di strutture sportive e logistiche che da noi neanche tra mille anni potremmo avere, e poi, fattore più importante, uno sport popolare come il calcio non può esimersi dal rispetto e dal rifarsi alle nostre tradizioni, italiane ed europee, che TUTTE prevedono promozioni e retrocessioni.

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Re:Limiti da superare
« Risposta #224 : Venerdì 17 Febbraio 2017, 20:30:50 »
Gli americani hanno sempre inteso lo sport professionistico in tal modo, ma teniamo conto che, ad esempio nel Basket, oltre alla NBA, c'è una NCAA che da noi non esiste, e guarda che il Basket dei College, oltre ad essere il vivaio in cui nascono il 90% dei giocatori futuri NBA, è altamente competitivo e altamente coperto a livello mediatico, ma soprattutto prevede un'organizzazione universitaria fatta di strutture sportive e logistiche che da noi neanche tra mille anni potremmo avere, e poi, fattore più importante, uno sport popolare come il calcio non può esimersi dal rispetto e dal rifarsi alle nostre tradizioni, italiane ed europee, che TUTTE prevedono promozioni e retrocessioni.
Lo dici a me?
Ma lo sport dei college sarebbe surrogato dalle attuali primavere, veri bacini dove fare crescere talenti.
Cioe un Messi anche e stato acquistato da qualche parte deve aver iniziato a tirare calci...
L'esempio piu calzante e' il baseball, sicuramente primo tra i 4 sports  nazionali.
Bene nel Baseball gli atleti professionisti usciti dai colleges sono si e no il 20 per cento.
Nel baseball esistono le squadre AAA, AA che altro non sono che affiliazioni della MLB.
Molti giocatori sono centro/sud americani, basta scorrere i rosters delle squadre.

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Re:Limiti da superare
« Risposta #225 : Venerdì 17 Febbraio 2017, 20:33:38 »

Questa non la capisco

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Re:Limiti da superare
« Risposta #226 : Sabato 18 Febbraio 2017, 08:30:32 »
Considerazioni interessanti, le vostre. Vi leggo con piacere. Mi pare, tuttavia, che siano stati sinora trascurati alcuni elementi cruciali, mancando i quali il valore di ogni riflessione finisce purtroppo col risultare decisamente ridimensionato.

1) Riforma dei campionati. Non bastassero le recenti dichiarazioni del Presidente della Figc Tavecchio ("[..] è pura utopia pensare di dire a quelli del lato destro della classifica di Serie A di ridurre il campionato da 20 a 18 squadre [...]"), dovrebbe bastare il buon senso a indurci a riflettere che una simile riforma, necessariamente condivisa dalla maggioranza dei Club, inclusi quelli potenzialmente impattati dalla riduzione delle partecipanti, risulta di quasi impossibile attuazione.
Teorizzare o persino arrivare quasi a esigere la riduzione dei campionati a 18 o 16 squadre equivale a pretendere, entro un orizzonte temporale di pochi mese, il dimezzamento delle emissioni di gas serra nell'atmosfera. Posizione legittima ma inevitabilmente fuori dalla realtà.

2) Classifiche rielaborate. L'esercizio teorico di eliminare i risultati delle ultime due o quattro compagini della Serie A, così determinando quale sarebbe la classifica in un'attuale Massima Serie a 18 o persino 16 squadre, è un'interessante contributo alla discussione ma - di fatto - si risolve in un vero e proprio non sense (absit iniuria verbi, chiarisco per l'amico TD). Semplicemente perché non è possibile elaborare i risultati di un campionato a 20 facendo finta che la Serie A abbia invece 16 o 18 squadre. Nel momento in cui cambiano le condizioni di partenza (numero delle squadre del campionato, con conseguenti diverse valenze dei posizionamenti in classifica, eccezion fatta per le primissime posizioni) muta completamente lo scenario: ogni utilizzo dei risultati ottenuti nello scenario precedente diviene purtroppo impossibile.

3) Questione diritti tv. Tema ambivalente. Ho sentore che le emittenti che coprono attualmente d'oro i Club di Serie A, con oltre 1 miliardo di euro di diritti tv, non accoglierebbero a cuor leggero una riduzione delle partecipanti alla Massima Serie nell'ordine di due o persino quattro Club. Meno partite, a senso, si tradurrebbero in una riduzione del valore complessivo dei diritti tv.
E' d'altronde vero che la torta verrebbe a quel punto divisa tra 18 o 16 commensali, con potenziali vantaggi soggettivi, generalizzati o limitati in particolare ad alcune Società, la cui quota annuale di diritti tv potrebbe sensibilmente aumentare. Tema di non agevole definizione, dunque.

4) Stabilità dei campionati. Recupero l'interessante e per me pienamente condivisibile precedente post di BobLovati, che affronta un tema di grande rilevanza. La formula dei campionati, come tradizionalmente sostenuto da un valido manager dello sport quale è Adriano Galliani, deve garantire alle Società partecipanti (imprese economiche a tutti gli effetti, ormai), stabilità e prospettive potenzialmente non dico certe ma prevedibili.
In tal senso la vecchia formula della Serie A (18 squadre e quattro retrocessioni) era per i club medio-piccoli e non solo il trionfo dell'incertezza, dell'aleatorietà, dell'impossibilità di pianificare. Ogni stagione cambiava il 22,22% del totale della Serie A, quasi 1/4 delle partecipanti. Non a caso l'aumento delle partecipanti alla Serie A dal 2004-05 si è tradotto in una riduzione delle retrocessioni. Una marcata inversione di tendenza: all'aumentare delle duellanti si sono ridotte, di una unità, le retrocessioni. Nell'attuale serie A cambia, ogni anno, il 15% del totale delle squadre. --> Probabilmente mantenere il format a 20, come d'altronde avviene nei due maggiori compionati Uefa, e ridurre a una le retrocessioni dirette, con play-out assai 'estesi' (dalla 12esima alla 19esima posizione, magari coinvolgendo nell'atto finale la terza della Serie B), potrebbe restituire significato a molte gare oggi affrontate a cuor leggero, a partire dalla 20esima/25esima giornata, da duellanti prive sostanzialmente di obiettivi.
Parto dal tuo eccellente intervento, assai ricco di contenuti, per le mie puntualizzazioni:

1) quella che proponi è un'impeccabile descrizione degli attuali rapporti di forza: ma anche, a mio avviso, dell'impasse da cui dobbiamo uscire.
Una fra le dinamiche portanti nella Seconda Repubblica del pallone è stata la devolution sempre più massiccia dalla FIGC alla Lega.
Occorre un passo indietro su questo punto ricostituendo un'autorità super partes, in grado di rompere il cartello dei club quando tale sommatoria di interessi di parte diventa incompatibile con quello generale.
In grado, quindi, di imporre un taglio agli organici del massimo campionato per uscire da una formula che ne sta distruggendo la credibilità tecnica e, a ruota, quella commerciale.
E di imporlo, se necessario, con un momentaneo deficit di democrazia.
L'alternativa è quella di andare avanti con gli attuali, paralizzanti equilibri: e quindi, a medio termine, di affondare tutti.
A meno che la svalutazione della serie A non sia da intendere come funzionale ai grandi club, per allentare i legami col torneo nazionale e spiccare più facilmente il salto verso la Superlega.
Il che renderebbe ancora più intricate le complessità gestionali legate alla presente situazione

4) La tua analisi pone un tema importante: la difficoltà, per un club medio-piccolo, nell'ammortizzare a livello economico un passaggio di categoria.
Segno che i meccanismi preposti a tale scopo mancano, abbandonando la materia a un'eccessiva deregulation, o non funzionano.
Ed è lì che secondo me si deve intervenire: a livello qualitativo, non a livello quantitativo diminuendo le retrocessioni.
Altra considerazione: la tua proposta di playout estesi ha validi motivi di interesse, ma non centra il cuore del problema.
Prendiamo la graduatoria attuale - sempre con le riserve da te espresse al punto 2), in merito alla "classifica virtuale" a 18 squadre stilata da ThomasDoll - e ipotizziamo un Pescara ultimo, destinato alla retrocessione diretta.
Ebbene, in funzione del divario tecnico Palermo e Crotone occuperebbero comunque gli altri due posti nella serie cadetta.
E lo farebbero non dopo un girone di ritorno pressoché inutile, ma dopo un girone di ritorno pressoché inutile più dei playout pressoché inutili.
Perché il cuore del problema è un altro: il calcio italiano non è in grado di esprimere ogni anno 20 formazioni comprese entro un range di credibilità competitiva.
Sicuramente dopo le prime 18, e forse dopo le prime 16, si situa regolarmente un salto di categoria tecnica troppo accentuato.
E questo a prescindere dalla formula cui viene demandata la definizione della parte destra della classifica

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Re:Limiti da superare
« Risposta #227 : Sabato 18 Febbraio 2017, 08:41:54 »
ed anche la cura proposta da Zap, nel suo intervento, non è applicabile perché significherebbe tornare ad un calcio autarchico che non garantirebbe vita in campo europeo.
C'è un precedente a questo proposito: la chiusura delle frontiere dopo la Corea nel '66.
Seguì un decennio - quello degli anni '70 - di evidente sofferenza nelle Coppe: ma caratterizzato da volate scudetto memorabili, di non banale livello tecnico e con un buon ricambio al vertice, anche per merito della Lazio.
Stagioni nelle quali, allargando la base di reclutamento della Nazionale, si gettarono le basi per il bellissimo Mondiale del '78 e per il trionfo in quello successivo.
Non so come andrebbe in un contesto internazionale profondamente mutato, ma una fase di cinghia stretta e di ricostruzione potrebbe avere un senso.

Offline Ataru

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Re:Limiti da superare
« Risposta #228 : Sabato 18 Febbraio 2017, 09:02:12 »
Io metterei una regola che impone il 51% di giocatori in campo di nazionalità italiana. Impopolare, forse. Ma sul lungo periodo potrebbe essere anche copiata all'estero per favorire la crescita delle serie minori che tornerebbero ad essere fucina di talenti
osa c'è da psicolo propriono capisco.
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Offline Wasicu

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Re:Limiti da superare
« Risposta #229 : Sabato 18 Febbraio 2017, 09:20:30 »
Io metterei una regola che impone il 51% di giocatori in campo di nazionalità italiana. Impopolare, forse. Ma sul lungo periodo potrebbe essere anche copiata all'estero per favorire la crescita delle serie minori che tornerebbero ad essere fucina di talenti

Sarebbe un modo per incrementare il prodotto nazionale che nella storia comunque e'
sempre stato molto ricco di ottimi elementi.    Io sarei anche daccordo su una presa di
posizione di legge di questo genere, ricordando sempre che il calcio e' una industria e
merita un certo tipo di attenzione che naturalmente manca o c e' ma molto limitata nel
senso qualitativo della cosa. 

Offline BobLovati

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Re:Limiti da superare
« Risposta #230 : Sabato 18 Febbraio 2017, 11:39:08 »
non so se è legalmente possibile fissare limiti anti leggi UE nelle serie professioniste   ::)
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Ataru

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Re:Limiti da superare
« Risposta #231 : Sabato 18 Febbraio 2017, 12:08:12 »
non so se è legalmente possibile fissare limiti anti leggi UE nelle serie professioniste   ::)
ne puoi assumere quanti ne vuoi. In campo ne puoi mettere quanti ne vuoi. Però 6/11 devono essere italiani
osa c'è da psicolo propriono capisco.
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Offline Jim Bowie

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Re:Limiti da superare
« Risposta #232 : Sabato 18 Febbraio 2017, 13:30:12 »
C'è un precedente a questo proposito: la chiusura delle frontiere dopo la Corea nel '66.
Seguì un decennio - quello degli anni '70 - di evidente sofferenza nelle Coppe: ma caratterizzato da volate scudetto memorabili, di non banale livello tecnico e con un buon ricambio al vertice, anche per merito della Lazio.
Stagioni nelle quali, allargando la base di reclutamento della Nazionale, si gettarono le basi per il bellissimo Mondiale del '78 e per il trionfo in quello successivo.
Non so come andrebbe in un contesto internazionale profondamente mutato, ma una fase di cinghia stretta e di ricostruzione potrebbe avere un senso.
Lo ricordo, ma quello era il calcio ante diritti TV, oggi non sarebbe piu attuabile.
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« Risposta #233 : Sabato 18 Febbraio 2017, 13:57:07 »
Questa non la capisco

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...vuol dire che nel campionato più ricco, quello delle squadre che danno ingaggi più elevati, eppure è successo che una neopromossa vincesse il campionato, certo sarà un'eccezione, intanto è successo.

Offline Frank 73

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Re:Limiti da superare
« Risposta #234 : Sabato 18 Febbraio 2017, 15:04:14 »
Guarda caso quello inglese è il campionato, tra quelli maggiori, con la più equa distribuzione dei diritti televisivi.
E' quella la strada, ridurre la sproporzione di introiti tra i club. Partendo da quella dei diritti televisivi, che sono la voce più rilevante. L'abbandono del metodo democratico che auspicava il Matador per ridurre il numero delle squadre della serie A andrebbe, a mio avviso, utilizzato per imporre una distribuzione equanime di quelle risorse. Il nostro campionato ne avrebbe solo benefici. Quindi non si farà.
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Offline DinoRaggio

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Re:Limiti da superare
« Risposta #235 : Domenica 19 Febbraio 2017, 07:36:54 »
Nonostante tutte le dichiarazioni a favore della serie A a 18 squadre, non credo che ci schioderemo dal campionato a 20, voluto soprattutto per esigenze televisive. Anzi, accendiamo un cero a Sant'Antonio che non si allarghi a 22...
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

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Re:Limiti da superare
« Risposta #236 : Lunedì 20 Febbraio 2017, 19:32:59 »
Guarda caso quello inglese è il campionato, tra quelli maggiori, con la più equa distribuzione dei diritti televisivi.
E' quella la strada, ridurre la sproporzione di introiti tra i club. Partendo da quella dei diritti televisivi, che sono la voce più rilevante. L'abbandono del metodo democratico che auspicava il Matador per ridurre il numero delle squadre della serie A andrebbe, a mio avviso, utilizzato per imporre una distribuzione equanime di quelle risorse. Il nostro campionato ne avrebbe solo benefici. Quindi non si farà.
Concordo, una distribuzione più equa dei diritti tv, riduzione a 16, e paletti finanziari e di struttura societaria per giocare in serie A sono le riforme da fare.