Autore Topic: Aurelio e Lotito, troppo Giusti!  (Letto 37 volte)

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Aurelio e Lotito, troppo Giusti!
« : Domenica 8 Dicembre 2024, 10:01:13 »
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Leggi il commento sui presidenti di Napoli e Lazio, che si sfideranno oggi al Maradona

Gemelli diversi. Ma non troppo. Calcisticamente sono nati 47 giorni l’uno dall’altro. L’anno è il 2004: La Lazio di Lotito il 20 luglio, il Napoli di De Laurentiis il 6 settembre. Romani. Romanissimi. Con accento inconfondibile. Entrambi furono trattati con sufficienza al loro arrivo nel pianeta calcio. Anche perché parlavano strano. Usavano termini allora sconosciuti: pareggio di bilancio, utile. Si presentarono come imprenditori. Non come polli da spennare per far divertire il pubblico. Furono i primi, in Italia, a definire i club come aziende. Il risultato contabile veniva prima di quello del campo. E chiarirono che i proprietari erano loro, perché il grano ce l’avevano messo loro. I tifosi strabuzzarono gli occhi.

E cominciarono a vomitare il loro fiele (a fasi alterne ancora lo fanno). Hanno impiegato tempo ma alla fine i due presidenti li hanno educati. Oggi plusvalenza e ammortamento sono termini più usati di dribbling. Entrambi hanno vinto anche sul campo. De Laurentiis un po’ in più, perché in bacheca ha quello scudetto che a Lotito è sfuggito l’anno del Covid. E il suo Napoli ha frequentato la Champions decisamente più della Lazio. Ma in vent’anni entrambi hanno resistito mentre uno dopo l’altro, da Berlusconi a Moratti a Della Valle, i big dell’imprenditoria nazionale si sono fatti da parte e hanno certificato la loro impotenza di fronte al calcio che stava cambiando.

Claudio e Aurelio no. I conti in ordine – le basi della ragioneria e dell’imprenditoria – hanno consentito loro di poter continuare a sfidare i capitali provenienti dall’estero. Sono simili e forse per questo poche volte sono andati d’accordo. Una volta, quasi quindici anni fa, volarono persino gli schiaffi. Non fu un bello spettacolo. Allergici al politicamente corretto, hanno prodotto imitazioni di successo: entrambe affidate a Max Giusti. Lotito sa più sporcarsi le mani con la politica, ne capisce, non a caso è in Parlamento. Si muove a suo agio (anche se non sempre vince, anzi). A Roma direbbero che è più maneggione. Per De Laurentiis, invece, la politica è una lingua straniera ostica: è un terreno di cui non conosce né i tempi né i modi. A tavola tanto è bulimico ed eccessivo il primo, quanto misurato e salutista il secondo. Entrambi sono animali da palcoscenico. Date loro un microfono, non ve lo restituiranno più. La verità è che hanno segnato un’epoca. Senza di loro, chissà che fine avrebbero fatto la Lazio e il Napoli.

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