www.corrieredellosport.itI biancocelesti, impegnati stasera contro il Cagliari, puntano alle zone alte della classifica. Il calendario di A, prima della pausa, propone altre due squadre che stanno nelle zone a rischioPartita-trampolino. Dal salto nel buio al salto in alto, sempre più. La Lazio prova a tenere il ritmo di Atalanta e Fiorentina, scappate a più 3, arrivate a meno 3 dal Napoli. Il Cagliari è la terza occasionissima dopo Genoa e Como, aspettando il Monza. Va al salto Baroni, è un salto di dimensione. Sembrava inarrivabile la vetta, può essere ad un passo. Ci è riuscito come sempre. Con la forza delle idee, del realismo, tra gli ostacoli, saltando strapiombi, senza grandi ricchezze, sgobbando di brutto, facendo giocare come sa, facendo più di quello che è possibile. Dando un timbro tattico, tecnico e morale. Tutto questo in tutta umiltà: «Non mi sentirete mai celebrare me stesso, non mi sposto di un millimetro da questa cosa». Così Marco Baroni ha iniziato la sua scalata nel 2024, anno solare che lo vede quarto tra gli allenatori per punti conquistati col Verona (fino a maggio) e con la Lazio (fino ad oggi). In tutto sono 43 (19 quelli attuali). Al decimo turno di questo campionato lo precedevano Thiago Motta, Gasperini e Inzaghi. Quanto è stata dura la salita. Una corsa faticosa, diventata da Champions. Una parabola evolutiva, in pieno svolgimento. Una bella metafora di vita. Il 2024 volge al termine e Baroni spera di chiuderlo continuando questa corsa senza freni. Nel 2025 verrà assegnata la Panchina d’oro e l’impresa col Verona meriterebbe un premio speciale. Baroni vive nella realtà delle cose quotidiane, pensa all’oggi. All’orizzonte ci sono Cagliari, Porto e Nesta col Monza, una lunga settimana attende lui e la Lazio. Ogni tre giorni un esame, un nuovo volo da affrontare ripetendo «voliamo basso», una partita sempre senza appello per una squadra data per spacciata e da cui adesso tutti s’aspettano sempre più meraviglie. Una bella fregatura.
La strisciaQuesta Lazio, dei sogni perduti e riconquistati, da settembre ha il ritmo del Napoli capolista, solo Conte aveva vinto più partite di Baroni (sei contro cinque), sempre fino al decimo turno. Si punta il terzo successo di fila dopo Genoa e Como. Cagliari e Monza sono squadre che stazionano nelle sabbie mobili della classifica, l’occasione è ghiotta. La Lazio ci arriva con la necessità di sostituire Tavares, una manna con i suoi assist, il superamento del test in campionato avrebbe un forte valore simbolico. E’ la Lazio che all’Olimpico ha vinto cinque volte su sei, che prima dell’ultimo turno aveva la più alta percentuale realizzativa (16.4%), che sta crescendo in resistenza, che vantava il miglior attacco per gol segnati nell’ultima mezzora (11) e nell’ultimo duarto d’ora (otto), in generale nei secondi tempi (12 reti come Atalanta e Inter dopo dieci turni, ieri l’Atalanta è salita a 13).
L’identità Baroni ha ridato potenza offensiva alla squadra, vantava anche il miglior saldo positivo nel confronto tra i gol fatti quest’anno e l’anno scorso (nelle prime dieci giornate): 22 contro 13, più 9. Ha ridato i gol alla Lazio, un’anima, un gioco, un futuro: «Preferisco il segnale che diamo a noi stessi, la squadra non deve mai perdere la sua identità. Non deve mancare mai dell’aspetto prestativo», la sua massima, un ritornello. La sfida è riuscire a mantenere lo stesso ritmo fino alla fine, la stessa potenza fisica o quantomeno un andamento costante. Dentro un campionato così livellato è un obbligo. Finora ha funzionato il turnover, mai così ampiamente ripetuto tra partite di campionato e Coppa. Cagliari, Porto e Monza: tre tappe prima della prossima pausa. Cagliari e Porto nel giro di 96 ore, il Monza domenica. Partite si sovrappongono e si intrecciano, per ognuna serve un piano diverso. Cagliari e Monza possono garantire la stabilizzazione nelle zone altissime prima della sosta di novembre. Il Porto la garanzia del passaggio del turno in Europa e il mantenimento del primo posto nella maxiclassifica. Settimana-trampolino, settimana che profuma di Champions.
Partita-trampolino. Dal salto nel buio al salto in alto, sempre più. La Lazio prova a tenere il ritmo di Atalanta e Fiorentina, scappate a più 3, arrivate a meno 3 dal Napoli. Il Cagliari è la terza occasionissima dopo Genoa e Como, aspettando il Monza. Va al salto Baroni, è un salto di dimensione. Sembrava inarrivabile la vetta, può essere ad un passo. Ci è riuscito come sempre. Con la forza delle idee, del realismo, tra gli ostacoli, saltando strapiombi, senza grandi ricchezze, sgobbando di brutto, facendo giocare come sa, facendo più di quello che è possibile. Dando un timbro tattico, tecnico e morale. Tutto questo in tutta umiltà: «Non mi sentirete mai celebrare me stesso, non mi sposto di un millimetro da questa cosa». Così Marco Baroni ha iniziato la sua scalata nel 2024, anno solare che lo vede quarto tra gli allenatori per punti conquistati col Verona (fino a maggio) e con la Lazio (fino ad oggi). In tutto sono 43 (19 quelli attuali). Al decimo turno di questo campionato lo precedevano Thiago Motta, Gasperini e Inzaghi. Quanto è stata dura la salita. Una corsa faticosa, diventata da Champions. Una parabola evolutiva, in pieno svolgimento. Una bella metafora di vita. Il 2024 volge al termine e Baroni spera di chiuderlo continuando questa corsa senza freni. Nel 2025 verrà assegnata la Panchina d’oro e l’impresa col Verona meriterebbe un premio speciale. Baroni vive nella realtà delle cose quotidiane, pensa all’oggi. All’orizzonte ci sono Cagliari, Porto e Nesta col Monza, una lunga settimana attende lui e la Lazio. Ogni tre giorni un esame, un nuovo volo da affrontare ripetendo «voliamo basso», una partita sempre senza appello per una squadra data per spacciata e da cui adesso tutti s’aspettano sempre più meraviglie. Una bella fregatura.
La strisciaQuesta Lazio, dei sogni perduti e riconquistati, da settembre ha il ritmo del Napoli capolista, solo Conte aveva vinto più partite di Baroni (sei contro cinque), sempre fino al decimo turno. Si punta il terzo successo di fila dopo Genoa e Como. Cagliari e Monza sono squadre che stazionano nelle sabbie mobili della classifica, l’occasione è ghiotta. La Lazio ci arriva con la necessità di sostituire Tavares, una manna con i suoi assist, il superamento del test in campionato avrebbe un forte valore simbolico. E’ la Lazio che all’Olimpico ha vinto cinque volte su sei, che prima dell’ultimo turno aveva la più alta percentuale realizzativa (16.4%), che sta crescendo in resistenza, che vantava il miglior attacco per gol segnati nell’ultima mezzora (11) e nell’ultimo duarto d’ora (otto), in generale nei secondi tempi (12 reti come Atalanta e Inter dopo dieci turni, ieri l’Atalanta è salita a 13).