Autore Topic: Rovella-Ricci, i gemelli diversi di Lazio e Torino  (Letto 74 volte)

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Rovella-Ricci, i gemelli diversi di Lazio e Torino
« : Sabato 28 Settembre 2024, 10:21:01 »
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Facevano coppia nell’Under 21 poi entrarono nel mirino di Sarri: domani che sfida a centrocampo

Spalletti stregato, il Parco dei Principi incantato: Samuele Ricci sa nascondere la palla, come ha fatto un mese fa a Parigi uscendo in dribbling sotto gli occhi di Mbappé. Vanoli lo ha rimesso al centro del Toro che non governava il campionato di Serie A da 47 anni. Erano i tempi di Pulici, Graziani e Pecci in regìa. Uno studio del Cies lo ha certificato tra i top. Il granata sarebbe il secondo centrocampista più affidabile in Europa: 92,5% di precisione nella gestione della palla sotto pressione. Davanti c’è solo Kimmich del Bayern Monaco, un’autorità nel ruolo. Se Ricci è il play del futuro e si è già preso l’Italia, Rovella guida la Lazio. Un motorino del centrocampo, abilissimo nell’interdizione, un mostro nel recupero palla, come si è visto sul neutro di Amburgo, di fronte alla Dinamo Kiev, nel primo turno di Europa League. Negli occhi del popolo biancoceleste c’è ancora Lucas Leiva, un radar davanti alla difesa. Nicolò sta provando a inserirsi nella scia del brasiliano. Baroni lo ha sistemato in coppia con Guendouzi (o Vecino) e il suo gioco, senza un play di ruolo, è decollato. 

Il destino

Palleggio e contrasto, visione del gioco e fase difensiva. Domenica il duello tra Ricci e Rovella, due tra i migliori centrocampisti under 23 della Serie A orienterà la sfida tra Torino e Lazio. Si tratta di un incrocio intrigante, considerando i precedenti di mercato. Sarri voleva Ricci a Formello nell’estate 2023 che conduceva alla Champions. Era perfetto per il suo giro-palla. Spaghetti indigesti per Lotito. Il muro preso da Cairo, che chiedeva 25 milioni per il cartellino del suo centrocampista, indusse il presidente della Lazio (come succede ogni volta in cui non raggiunge il traguardo) a smitizzare e demolire l’obiettivo di mercato. Meglio puntare su Rovella, preso dalla Juve per 17 milioni e inserendo nell’operazione il prestito biennale con obbligo di riscatto di Luca Pellegrini. Il mercato funziona così: è un continuo compromesso. 

Rovella-Ricci, il duello

Diciamo di più, anzi la verità. Ricci e Rovella non sono alternativi, ma complementari. Hanno caratteristiche differenti. Gemelli diversi. Poco più di un anno fa, facevano coppia nel centrocampo dell’Under 21 di Paolo Nicolato che fallì l’ingresso alle Olimpiadi di Parigi. Tonali, lasciato da Mancini, completava il trio. Ricci tocca di prima e lancia. Cairo se l’è tenuto stretto e ha fatto bene: la sua valutazione aumenterà. Rovella è abituato a correre, un moto perpetuo, di solito porta palla, è ideale per un centrocampo a due. Sarri, però, ci stava lavorando, impostandolo come vertice basso di una linea mediana a tre, ruolo per cui è richiesta specializzazione. Baroni, arrivato a fine giugno, non è dello stesso parere: lo ha provato e riprovato durante le amichevoli precampionato, poi ha scelto in modo definitivo, puntando sui due mediani davanti alla difesa. Non lo considera un regista classico. Rovella giocava a due anche a Monza e nel Genoa, all’inizio della carriera, si muoveva da interno. Ora sta trovando la dimensione naturale e più consona al suo modo di tenere il campo. Investimento riuscito. Equilibrio e dinamismo. Forma un tandem di livello con Guendouzi, sembra aver cancellato la pubalgia che lo aveva tormentato nella scorsa primavera. Domani a Torino servirà una prova super per provare a fermare i granata e non perdere contatto con il vertice della classifica. La Lazio, di partita in partita, sta dimostrando progressi. 

Le prospettive

Questo è un esame per il regista eletto da Spalletti e per il mediano di Segrate, che un anno fa sembrava davanti nello scouting azzurro e ora deve inseguire. Ricci, titolare con Francia e Israele a settembre, ha scavalcato Fagioli e Locatelli: c’è un domani per la regia della Nazionale, si può giocare e tentare il futuro anche senza Jorginho. Rovella dovrà lottare e sudare per riguadagnare posizioni, resta nei monitor azzurri, ma per ora sembra tagliato fuori: davanti ci sono dei colossi.

Spalletti stregato, il Parco dei Principi incantato: Samuele Ricci sa nascondere la palla, come ha fatto un mese fa a Parigi uscendo in dribbling sotto gli occhi di Mbappé. Vanoli lo ha rimesso al centro del Toro che non governava il campionato di Serie A da 47 anni. Erano i tempi di Pulici, Graziani e Pecci in regìa. Uno studio del Cies lo ha certificato tra i top. Il granata sarebbe il secondo centrocampista più affidabile in Europa: 92,5% di precisione nella gestione della palla sotto pressione. Davanti c’è solo Kimmich del Bayern Monaco, un’autorità nel ruolo. Se Ricci è il play del futuro e si è già preso l’Italia, Rovella guida la Lazio. Un motorino del centrocampo, abilissimo nell’interdizione, un mostro nel recupero palla, come si è visto sul neutro di Amburgo, di fronte alla Dinamo Kiev, nel primo turno di Europa League. Negli occhi del popolo biancoceleste c’è ancora Lucas Leiva, un radar davanti alla difesa. Nicolò sta provando a inserirsi nella scia del brasiliano. Baroni lo ha sistemato in coppia con Guendouzi (o Vecino) e il suo gioco, senza un play di ruolo, è decollato. 

Il destino

Palleggio e contrasto, visione del gioco e fase difensiva. Domenica il duello tra Ricci e Rovella, due tra i migliori centrocampisti under 23 della Serie A orienterà la sfida tra Torino e Lazio. Si tratta di un incrocio intrigante, considerando i precedenti di mercato. Sarri voleva Ricci a Formello nell’estate 2023 che conduceva alla Champions. Era perfetto per il suo giro-palla. Spaghetti indigesti per Lotito. Il muro preso da Cairo, che chiedeva 25 milioni per il cartellino del suo centrocampista, indusse il presidente della Lazio (come succede ogni volta in cui non raggiunge il traguardo) a smitizzare e demolire l’obiettivo di mercato. Meglio puntare su Rovella, preso dalla Juve per 17 milioni e inserendo nell’operazione il prestito biennale con obbligo di riscatto di Luca Pellegrini. Il mercato funziona così: è un continuo compromesso. 

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