Ho conosciuto personalmente Sven Goran Eriksson nel 1997, nei ritiro precampionato di Vigo di Fassa....un vero gentiluomo, educato, umile. E queste sono qualità, anzi caratteristiche tutti gli riconoscono da sempre.
Come tecnico non tutti hanno bene sottolineato che non è stato solo un tecnico bravo e vincente ma anche un precursore: arrivò alla Roma, coadiuvato da Claguna per motivi di patentino, e di fatti propose ed attuò la zona di Liedholm in versione elaborata e moderna, quindi ai dettami del suo connazionale aggiunse i reparti corti e soprattutto il pressing.
Quella Roma viene ricordata per il tonfo interno con il Lecce, ma quella squadra propose un calcio moderno e bello da vedere, la differenza con Arrigo Sacchi è che al Mister di Fusignano Berlusconi mise a disposizione il top del top sia a livello societario, strutture, staff ed ovviamente giocatori.
Eriksson arrivò in una Roma che nella prima metà degli anni '80 aveva duellato con la Juventus pluridecorata, ma era la parabola finale di quella squadra, lo scudetto del 1983 e soprattutto la finale di Coppa dei Campioni del 1984 erano l'apice di quella squadra e di quel club, eppure nel 1986 stava compiendo una grande impresa, ma Eriksson successi ne aveva già avuti, in patria ed all'estero, in Italia fu inizalmente bollato come "il perdente di successo", proprio per il venir meno sotto il traguardo, ma quello era dovuto al fatto che le squadre che allenava erano tecnicamente indietro rispetto alle big del tempo (Napoli, Milan ed Inter..), ed invece quando glie ne fu data la possibilità, da Cragnotti nell'estate del 1997, prese la Lazio ed insieme DIVENTAMMO vincenti, e lui era un vincente, perchè capì che per vincere non ci volevano solo giocatori forti ma un certo tipo di uomini, e tutti Noi Laziali sappiamo chi portò a Roma.
Subito Coppa Italia e finale di UEFA, poi arrivò tutto il resto, certo si lottava contro squadroni, lo scudetto perso nel 1999 sicuramente fu una delusione immane, e forse qualcosa pure si sarà rimproverato (quella squadra arrivò satura....a centrocampo....a quella cessione di Venturin a metà campionato...), ma nello sport si fanno le scelte, le stesse scelte che nel 2000 Sven fece e permisero lo scudetto, e lui fu l'unico a crederci quando la juve era avanti di 9 punti, e trasmise questa voglia/speranza/determinazione a tutta la Lazio.
A dispetto della sua estrema educazione e signorilità era anche un severo decisionista (chiedere a Salas, Boksic e Conceicao).
L'amore per il calcio lo portò forse a fare una scelta di cui lui stesso, successivamente, ammise l'intempestività, e forse fu il solo tentennamento tra due amori, quello per la sua Lazio vincente, e quello di poter guidare la Nazionale di chi aveva inventato il Football.
Ma anche nel momento della separazione tra i Laziali, la Lazio ed Eriksson prevalse l'amore, il rispetto e la gratitudine.
Grazie Sven, hai regalato alla mia, e quella di tanti Laziali, tante emozioni che ricorderemo per tutta la vita.