Autore Topic: La Nostra Lazio, gli ospiti Paolo Signorelli ed Arturo Diaconale all’unisono: “Insieme per restare in alto”  (Letto 633 volte)

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13 Gennaio 2017 – Ore 14:15

Intervenuti questa mattina nella trasmissione radiofonica “La Nostra Lazio”, ideata e condotta da Rodolfo Casentini e Carlo Cagnetti ed in onda sul canale web STAPRADIO, Paolo Signorelli de “L’Ultima Ribattuta – lultimaribattuta.it” e il Responsabile della Comunicazione della Lazio Arturo Diaconale hanno intrattenuto i radioascoltatori con un dibattito vivace e mai banale sulle vicende laziali, analizzate nella loro complessa totalità e senza tralasciare alcuna sfaccettatura. La conversazione è stata incentrata sull’attualità, sul momento vissuto dalla Lazio e sul rapporto – anzi, sul legame – che unisce la realtà del campo con la situazione di cornice, mediatica e supportiva: dalla decisioni prese dalla Curva Nord ai progetti futuri che coinvolgeranno la Lazio nella sua interezza.

Paolo Signorelli, nello specifico, fornisce una descrizione chiara e razionale circa il tifo che sostiene la prima squadra della capitale: se ne ricava una dichiarazione pienamente condivisibile, densa d’amore nella sua lucidità illuminante.


“Il momento storico attuale è un momento difficile, che ha richiesto determinate battaglie in contesti storici specifici: noi della Curva Nord abbiamo reputato di dover abbandonare lo stadio per contestazione e per protesta contro le barriere; poi abbiamo preso la decisione di tornare esclusivamente per la nostra Lazio. Quindi sono nate tantissime critiche, molto strumentali, che ci hanno additato come “filosocietari” o “lotitiani”. La realtà è che a noi non interessa di Lotito: noi vogliamo la gente allo stadio, che i nostri figli diventino della Lazio. La storia della Lazio è fatta di trasferte, è fatta – ahimè – di sangue: insegnare la lazialità disertando lo stadio è difficile” poiché, come giustamente evidenzia poi Rodolfo Casentini, la lazialità è fatta anche di adrenalina da stadio.


Paolo Signorelli poi aggiunge: “Mi trovo in disaccordo con i comunicatori che hanno avanzato questa battaglia a prescindere – al contrario di chi ha criticato costruttivamente, pur dichiarando obiettivamente gli errori di Lotito. Una critica a prescindere – motivata magari da antipatie personali – diventa dannosa. Noi della Curva Nord non abbiamo operato un dietrofront legato ai rapporti societari: abbiamo semplicemente constatato che la protesta legata alle barriere rischiava di danneggiare la Lazio, da qui il nostro passo indietro. Le barriere comunque non verranno tolte: per non perdere la nostra identità siamo allora tornati allo stadio.


Lotito deve impegnarsi nei confronti dei tifosi: la storia della Lazio parla chiaro, di vittorie e titoli ce ne sono stati pochi; ragion per cui non chiediamo al presidente i campioni, giocatori che possano far vincere lo scudetto. Però che almeno possa avvicinarsi ai tifosi, seppur il rapporto sia difficile ed aggravato da rotture e fratture: però credo che Lotito debba, in qualche modo, pensare di più e tenere a cuore i tifosi della Lazio.


Purtroppo viviamo il mondo Lazio in maniera assurda: gente che spera addirittura che la Lazio perda e, qualora invece vincesse, si parla di bilanci – o di futilità che non interessano al tifoso… Noi viviamo in una città che, sappiamo, sospinge una sola squadra; fatta di giornalisti romanisti che non si vergognano di decantare la propria fede. Se poi gli stessi comunicatori laziali remano contro la propria squadra, diventa veramente difficile essere laziali: bisognerebbe invece sostenere la causa Lazio con molta più veemenza. Oggi invece abbiamo 2/3 blocchi contrapposti – di cui la parte contestatrice in maggioranza – dove si strumentalizza l’ambiente laziale: perchè Lotito non toglie la lazialità a nessuno.”


Riferendosi alla strumentalizzazione delle notizie inerenti la Lazio, si prende ad esempio la vicenda Cataldi: “Dopo un girone d’andata quasi perfetto, cosa devo contestare? La cessione di Cataldi in prestito? Io Cataldi lo conosco bene, personalmente: il ragazzo, a malincuore, ha espresso la volontà di giocare. Ha da disputare l’Europeo Under 21, vuole restare in orbita nazionale: i tifosi l’hanno capito, certe persone a prescindere non vogliono capire. Rimane Murgia che è più laziale di tutti: Murgia, Lombardi, lo stesso Inzaghi… Vero è che certe scelte passate sono state sbagliate, ma adesso i laziali stanno tornando. Lotito, nonostante tutto, è colui che ci ha portato più in alto dopo Cragnotti, pur tenendo i bilanci in ordine.


In conclusione, salutando gli ascoltatori, Paolo Signorelli lancia un messaggio ai supporters biancocelesti: “Ai tifosi direi: Lotito o non Lotito, nessuno potrà mai togliere la lazialità.”

Ad Arturo Diaconale spetta invece il compito di illustrare le mosse della società Lazio, chiaramente volte ad un miglioramento della condizione attuale che ha già sovvertito positivamente i pronostici dell’inizio:


“Non a caso la Lazio sta ottenendo dei risultati oggettivamente imprevedibili, ha sfatato tanti pregiudizi, ha superato ogni aspettativa. Per me il bilancio di questi sei mesi è più che positivo: ora c’è da lavorare per far crescere sempre più squadra e società, renderle all’altezza della storia della Lazio, per portarle al livello internazionale che ad esse competono in maniera stabile.


Ma il progetto può essere ancora più ambizioso: non basta fare il responsabile della comunicazione e creare condizioni di maggior contatto, un rapporto meno conflittuale con parte dell’ambiente biancoceleste. Vorrei creare delle strutture che organizzino meglio la tifoseria, attuare un riassetto dei Lazio club, stabilire una serie di rapporti che poi diano un supporto organico, serio e stabile alla squadra. Non è un progetto che può essere realizzato nell’immediato: va studiato, preparato ed approfondito bene; dopodiché va portato avanti con determinazione.


Il principio generale è che la Lazio viene prima di tutto: purtroppo in passato non è stato così; quando invece la contestazione continua diventa autoflagellazione, perché colpisce la squadra. Lo stadio è inoltre un elemento centrale per creare aggregazione, per far vivere emozioni. Certo il problema è complesso: il calo di presenza negli stadi è generalizzato; tutti sono concordi nel ritenere che l’assenza di uno stadio di proprietà è uno dei fattori che riduce la presenza. C’è anche il problema, oggettivo, delle complicazioni derivanti dall’andare allo stadio: sui parcheggi, sull’obsolescenza delle infrastrutture. Non svelo nulla di segreto se dico che c’è stata una riunione, due giorni fa, per ovviare il problema legato al trasporto fino allo stadio: bisogna poi vedere se si può realizzare, come si può realizzare, con quali tempistiche. Però ovviamente sono problemi che devono essere affrontati e contestualmente risolti.” E in questa ultima affermazione Arturo Diaconale si riferisce anche alle barriere. Si continua poi a parlare di stadio: “Si dovesse sbloccare lo stadio della Roma, automaticamente si aprirebbe anche una strada per lo stadio della Lazio: il progetto è ancora in piedi, senza però voler raccontare una favola unicamente per raccogliere consensi. La restaurazione dello stadio Flaminio pare attualmente non realizzabile: perché perciò illudere?”


Un riferimento allo scudetto 1914/1915, ed alla maglia da indossare durante la sfida di coppa Italia Lazio – Genoa – che si spera possa essere la maglia bandiera: “So che c’era un vincolo per cui quella maglia non poteva più essere utilizzata, ma è un tema che non ho approfondito.


La storia dello scudetto deve essere perseguita, mi auguro possa essere realizzata: l’averla sollevata, in ogni caso, è un’idea intelligente per sottolineare la storia antica e prestigiosa di questa squadra.”


Poi si torna a parlare del calcio giocato: “Le sorti della Lazio si decideranno tutte nel girone di ritorno: le prossime tre partite sono certamente importanti; mentre le sfide con le big credo racchiudano solo un deficit psicologico. Sull’operazione Cataldi, il ragazzo è stato accontentato: è bene che lui possa andare a maturare, possa trovare continuità in una squadra di blasone. Credo sia stata una scelta assolutamente giusta. La mia sensazione è che, al momento, la squadra non abbia bisogni di particolare innesti. Poi, certo, può succedere di tutto: se c’è un occasione particolare è bene coglierla, ma fare mercato esclusivamente per il gusto di farlo credo non abbia senso. La Lazio si sta inoltre adoperando per i rinnovi: la società sta facendo tutto quanto è in suo potere, pure in ottica convenienza: l’obiettivo è tenerli tutti e tre (Keita, Biglia e De Vrij), l’offerta per Biglia è nota. La società tratta quotidianamente.”

Sono qui state estrapolate le dichiarazioni più significative di entrambi i personaggi, che per carisma e dialettica meriterebbero un ascolto approfondito: si rimanda quindi al podcast della trasmissione, disponibile online a questo link: https://www.spreaker.com/user/stapradio/la-nostra-lazio-puntata-n-3-del-13-01-20

La Nostra Lazio va in onda il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 10:00 alle 12:00 e vanta, durante la programmazione, gli interventi – ad ampio spettro e mai banali – di tanti illustri ospiti di conclamata fede laziale.

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