www.corrieredellosport.itdi Xavier Jacobelli
Castellanos è arrivato, ma non può certo bastare alla squadra che fra 26 giorni debutterà a Lecce. Intanto Zielinski rinnova con il Napoli e Berardi è sempre al Sassuolo e all'orizzonte non si intravede un sostituto all'altezza di Milinkovic Savic. E a inizio luglio il tecnico aveva detto...Taty Castellanos è arrivato sotto le Tre Cime di Lavaredo, ha segnato subito un gol in allenamento e i tifosi hanno applaudito. Il vice Immobile si è appalesato in Cadore e questa è una buona notizia per la Lazio, ma, certamente, non basta per indurre Sarri a rompere il suo silenzio sempre più assordante in materia di mercato. Le ultime dichiarazioni pubbliche dell'allenatore risalgono all'inizio di luglio, in occasione dell'intervista che rilasciò a Sportitalia: "Da un punto di vista egoistico, centrato il secondo posto avrei dovuto dare le dimissioni. Ci ho pensato, però mi trovo in un ambiente in cui sto bene. Dobbiamo rivolgere la testa alle prime quattro posizioni, sapendo che il nostro cammino sarà molto difficile".
Lazio, mercato a rilento
Senza dubbio. Lo sarà ancora di più se la Lazio non accelererà i tempi delle operazioni di rafforzamento. Ceduto Milinkovic Savic per 40 milioni, assommabili ai circa 50 milioni garantiti dalla qualificazione alla fase a gironi di Champions, Sarri voleva Milik che, però, è stato riscattato dalla Juve; puntava su Zielinski e Berardi, ma il primo va verso il rinnovo con il Napoli e il secondo è sempre una bandiera del Sassuolo. Ricci sembrava in dirittura d'arrivo, però il tira e molla fra Lotito e Cairo allo stato attuale non induce all'ottimismo. Quanto a Kamada, il nazionale giapponese, mancato milanista, è in ballottaggio con Zakharyan e Hudson-Odoi per il posto extracomunitario. E poi c'è il terzino sinistro: al momento Luca Pellegrini è rientrato alla Juve e lo segue anche il Nizza.
Lazio, debutto alle porte
Fra ventisei giorni, la Lazio debutterà in campionato a Lecce (20 agosto, stadio Via del Mare, ore 20.45). Ventisei giorni possono essere tanti, in realtà sono pochi perché lo sanno anche i muri di Auronzo che Sarri desiderava cominciare a lavorare in ritiro con la rosa se non al completo, quasi. La questione non è andare al supermercato per dire pago uno e compro tre, citando il lessico lotitiano. La questione è che altre rivali dei quartieri alti si sono mosse con largo anticipo, come se, in tempi non sospetti, Sarri avesse trasmesso loro un messaggio subliminale, dicendo: "Siamo arrivati secondi perché abbiamo fatto bene, ma siamo andati sull'onda di squadre che hanno fatto meno di ciò che potevano e non possiamo farci conto in futuro". Appunto.
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