www.corrieredellosport.itdi Daniele Rindone
Ieri Sergej ha detto sì all’Al-Hilal. Anche Lotito ha accettato la “proposta indecente” del club di Riyad ROMA - Il principe del deserto è il Sergente Milinkovic, ora “Milionkovic”. Non credendo ai suoi occhi ha detto sì all’offerta galattica dell’Al-Hilal (20 milioni all’anno per 3 anni, totale di 60 al netto dei bonus), andrà a giocare nella squadra d’oro di Riyad. E lo stesso ha fatto Lotito, presidente-cammelliere della massima “pagare moneta vedere cammello”. Ha accettato 40 milioni, ma solo dopo aver tentato per l’ultima volta di rinnovare il contratto a Sergej mettendo sul piatto 5 milioni all’anno. Tanti per la Lazio, niente in confronto ai petrodollari arabi. «Milinkovic mi ha telefonato pregandomi di lasciarlo andare», ha raccontato Lotito a Tag24. La telefonata di domenica a tarda sera ha chiuso la storia laziale di Milinkovic e ha automaticamente annullato l’appuntamento Lotito-Juve di ieri. Checché ne dica il presidente neppure lui era nelle condizioni di rinunciare a 40 milioni, sono un record per un giocatore in scadenza nel 2024, perdibile a zero.
Il racconto
La notte era stata scioccante, la mattinata accomodante. Gli avvocati del Sergente hanno visionato i contratti. La Lazio ha trattato con l’Al-Hilal per stabilire le modalità di pagamento. Lotito ci ha provato, ha chiesto il versamento cash dei 40 milioni. Entro oggi si troverà una soluzione. Tra i passaggi da completare c’era anche la definizione della commissione per il manager di Sergej, Mateja Kezman, era al vaglio del governo arabo e per la Lazio spettava interamente alla società di Riyad. Kezman è stato decisivo per l’operazione. La prima offerta dell’Al-Hilal era di 20 milioni, poi è salita a 30. Solo a 40 Lotito ha mollato la presa. Kezman aveva promesso di fare il possibile per accontentarlo, ci è riuscito.
I dettagli
Milinkovic, per la precisione, guadagnerà venti milioni all’anno più bonus, possono far lievitare lo stipendio a 30 milioni. Diventerà uno dei giocatori più pagati al mondo. Quaranta milioni spettano alla Lazio. Quaranta per il costo del cartellino, nessuno li avrebbe mai offerti in Europa. Milinkovic è stato voluto fortemente dall’allenatore dell’Al-Hilal, Jorge Jesus. Si unirà a Koulibaly e Ruben Neves, anche loro strapagati.
La scelta
Il gigante serbo fremeva per chiudere con l’Al-Hilal per non doversi presentare giovedì a Formello. Niente contro la Lazio, la decisione era presa da tempo, sognava di lottare per lo scudetto o la Champions. Sergej non è mai stato ipocrita, non può esserlo ora. La scelta di giocare in Arabia a 28 anni è dettata dall’interesse economico, è palese. Non pensa di aver chiuso con il calcio d’élite, fra due o tre anni potrà tornare in Europa. Lotito non gli ha risparmiato una frecciatina: «L’offerta vale molto per il giocatore e meno per la società. Ha chiesto di andare via. Non è un problema di rapporti, è un problema di testa. Non era un problema di soldi con noi, voleva cambiare aria. Se uno vuole andare in Arabia lo stimolo sono solo i soldi. Ho cercato fino all’ultimo di tenerlo, eravamo disponibili a rinnovare il contratto e incrementarlo». Milinkovic anni fa era mister 100 milioni, i 40 milioni di oggi sono una manna per la Lazio anche se Lotito non lo ammette: «Io non ho parlato di un’offerta giusta perché se aspettassimo quella giusta non lo cederemmo a quelle cifre. Ho preso un impegno con il ragazzo, se fosse arrivata un’offerta minima per la Lazio poteva andare. L’offerta è più bassa di 50 milioni. Questo è un atto di fede». Fede e ragione.