Autore Topic: Lazio in vetta con il segreto di Reja  (Letto 940 volte)

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Offline Daniela

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Lazio in vetta con il segreto di Reja
« : Lunedì 27 Settembre 2010, 11:10:10 »
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Il tecnico: «Hanno promesso di accettare tutte le mie scelte»

Ora che è arrivato sulla vetta della classifica, Edy Reja guarda verso il basso senza vertigini. La «sua» Lazio ha un’anima (il gruppo) e un profeta (Hernanes, questo il suo soprannome), ma, soprattutto, l’atteggiamento di chi va in scena conoscendo a memoria lo spartito. Reja viene da lontano, molto lontano, perché il prossimo dieci ottobre brinderà alle sessantacinque candeline (è il più anziano tra i suoi colleghi) e, a 34 anni, si occupava già di schemi ed uomini sulla panchina del Molinella in serie D.

Mai fino ad oggi il tecnico di Lucinino, frazione di Gorizia, si era spinto tanto in alto. Il primato in serie A, seppur euforia del momento, l’aveva sfiorato a più riprese quando, alla guida del Napoli, faceva sognare il San Paolo prima dell’esonero nel marzo del 2009. Ma, di primi posti, Reja ne ha sentito parlare a lungo durante le cene al ristorante «Alla Fortuna» di Grado: Edy e la moglie Livia seduti allo stesso tavolo con Fabio (Capello) e la signora Laura. «E’ uno dei pochi, se non l’unico amico che ho nel calcio...», spiegò un giorno sir Fabio, oggi ct dei Leoni d’Inghilterra. L’amicizia e l’affetto fra isontini nacque fin dai tempi in cui Reja correva dietro ad un pallone nella piccola università del calcio messa sù nei primi anni ‘50 da Guerrino, papà di Capello. Poi, il salto alla Spal, l’affitto di casa da dividere, le future mogli conosciute grazie all’amico: fra le telefonate di congratulazione per l’aggancio all’Inter al primo posto, questa mattina, ci sarà sicuramente anche quella di Capello.

La Lazio corre e vince. Archiviato il brutto scivolone di Marassi contro la Sampdoria al battesimo della stagione, i biancocelesti si sono messi a girare a mille all’ora: tre punti con il Bologna, colpo a Firenze, pareggio con il Milan e bottino pieno a Verona. «Il fusto degli ulivi esprime la sofferenza della crescita...», è la metafora scelta da Reja per fotografare la sua vita. Gli ulivi sono la sua passione come il vino e l’arte. La crescita è quella che chiede sempre alle sue squadre. «Questo primo posto sta a significare che stiamo lavorando bene. Ho un gruppo di ragazzi dal valore medio alto, ma, soprattutto, intercambiabili senza che ne risenta il prodotto: ad inizio stagione - così il tecnico biancoceleste - lo spogliatoio mi ha promesso che avrebbe sempre accettato le mie scelte. Se sarà così a lungo, faremo molta strada...».

In effetti, numeri alla mano, la Lazio ha cambiato fisionomia cinque volte su cinque. Unica certezza, la presenza di Hernanes là in mezzo, fra la linea di metà campo e quella d’attacco. «É un giocatore straordinario ed ancora non ha espresso le sua vere potenzialità», spiega il condottiero di Formello. Hernanes, il «profeta», è il giocatore straniero dal miglior impatto sul campionato dopo Ibrahimovic.

Lotito, patron laziale, lo ha soffiato ad una concorrenza che, fino a pochi mesi fa, includeva anche Milan ed Inter (Galliani e Moratti lo scartarono perché troppo lento): di tredici milioni di euro è stato l’investimento, da stropicciarsi gli occhi sono, fino adesso, le sue trame in campo. Hernanes è diventato uno dei punti di forza del Brasile del dopo-Dunga e, a Formello, lo paragonano già a Kakà o al miglior Veron. Reja se lo coccola e, intanto, pensa al Brescia, prossima tappa. «Non esaltiamoci troppo...», spiega. L’ultima volta della Lazio in testa fu due anni fa: 5 ottobre 2008, sesta giornata. Era la squadra di Zarate. Ieri, Zarate ha ritrovato la via del gol, ma, questa, è la Lazio del gruppo. Con un centrocampo dai piedi di velluto.
GUGLIELMO BUCCHERI

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