Autore Topic: Per sempre Tommaso  (Letto 1037 volte)

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Offline Frusta

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Per sempre Tommaso
« : Venerdì 2 Dicembre 2016, 09:10:21 »

Forse sei stato tutto quello che un uomo vuole essere, una volta venuto al mondo. Un buon padre. Un buon marito. Un gran Signore. Una bandiera. Di quelle da sventolare con fierezza. Di quelle inattaccabili. Di quelle a petto in fuori. Tommaso Maestrelli se ne andava 40 anni fa. Oggi. Ogni parola che ricordi ciò che ha fatto è un'offesa alla storia. Tutti sanno. Perchè c'è chi l'ha vissuto e chi l'ha scritto negli annali. Perchè dopo 40 anni il brivido al pensiero, è ancora vivo e pungente. E allora, un motivo ci sarà.
Per sempre Tommaso.
(ErMacca)
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline AlenBoksic

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Re:Per sempre Tommaso
« Risposta #1 : Venerdì 2 Dicembre 2016, 10:49:58 »
40 anni senza Maestrelli, l’animo
gentile che capovolse il calcio


Il Maestro non ha vinto lo scudetto con la Lazio. Lui è lo scudetto della Lazio. Mai come nel suo caso, un uomo ha rappresentato con i fatti la capacità di formare un gruppo, di valorizzarlo, di tenerlo unito anche nei momenti più difficili e di renderlo vincente. Un insieme di buoni giocatori, senza fuoriclasse assoluti, reso praticamente invincibile. Tommaso Maestrelli è morto 40anni fa ma la sua è tutt’ora una presenza tangibile non solo nella storia della Lazio ma dell’intero calcio italiano. Un uomo eccezionale nella normalità, nello stile sottotono, nella capacità di esaltare le individualità e metterle al servizio del gruppo. Un padre mai padrone, un tecnico autorevole sempre benvoluto da tutti.
Il Maestro ,questo il soprannome nell’ambiente, non è stato un bravo allenatore. Maestrelli è stato anche altro.Educatore, senza la pretesa di esserlo, in un’epoca di profondi cambiamenti nel calcio e nella società. Uomo
capace di coniugare tattica e buon senso, punto d’equilibrio in una rosa di “teste calde”. Dimostrò che è possibile risalire dalla serie B, “rischiare”di conquistare uno scudetto da neopromossa e vincerlo l’anno successivo lasciandosi alle spalle nientemeno che la Juve.
Nei suoi tre anni alla guida della Lazio, Tommaso Maestrelli ha capovolto le gerarchie del pallone. Eppure gli inizi non furono agevoli: nell’estate del 1971 la Lazio è appena retrocessa in B. I tifosi sono furiosi e la società cerca di scuotere l’ambiente cambiando il tecnico. Via l’argentino Lorenzo, arriva Maestrelli. Molti non sanno neppure chi sia e quel
poco che si sa, non convince. Innanzitutto è stato un calciatore della Roma e già questo, agli occhi di qualcuno, non depone a suo favore. Si dice che sia un allenatore capace, ma la sua è fino a quel momento una carriera in provincia:
Bari, Reggio Calabria, Foggia. In un clima di diffidenza Maestrelli, con modi pacati e
animo risoluto,conduce in porto una missione impossibile: conquistare il cuore della squadra, convincere con i fatti il pubblico. Al primo tentativo la Lazio torna in A con Chinaglia capocannoniere. Maestrelli capisce di calcio, soprattutto capisce di uomini. Non è stato un grande giocatore ma, forse proprio per questo,comprende le debolezze umane e
le trasforma in punti di forza. Un gruppo di intemperanti armati, talvolta spinti al limite del teppismo, riconosce in quell’uomo gentile ma fermo l’autorevolezza della guida.L’anno
dopo, la matricola Lazio, perde lo sprint per il
titolo all’ultima giornata. Ciò che accade l’anno dopo è consegnato alla storia: Chinaglia, Wilson e tutti gli altri si sentono defraudati e giurano vendetta sportiva. Maestrelli li prende sul serio e avvia con loro una fantastica cavalcata
verso il primo scudetto della Lazio.
Il tecnico ha forgiato un manipolo di “pazzi scatenati” e ne ha fatto una squadra. Qualità agonistiche, temperamento e unità d’intenti sono più forti delle spaccature interne che, infatti, si ricompongono la domenica, sotto il tunnel dell’Olimpico. È il trionfo di chi era stato accolto con scetticismo. Ma basta che una tremenda malattia cominci a minare il fisico di Maestrelli ed ecco che il paradiso biancoceleste sprofonda all’inferno. Si spezza il filo che teneva insieme il tutto.
Nell'aprile del ’75 si scopre che il Maestro ha un tumore al fegato. Gli predicono pochissimi mesi di vita. Grazie a un medico capace, quei mesi diventeranno 20. E a Maestrelli, in questo arco di tempo, riesce un altro miracolo: portare in salvo la Lazio che - senza di lui - era precipitata in classifica. Per il tecnico è un ulteriore atto d’amore, il più bello,verso società e tifosi ma il male non è vinto e stavolta non lascia scampo. Tommaso Maestrelli muore a 54 anni, il cuore cessa di battere alle 15 del 2 dicembre 1976. Data che segna la fine di una vita e l’inizio di un ricordo che non può sbiadire

Diego Mariottini,
(L'Unità odierna, pag. 14)
Voglio 11 Scaloni

Offline franz_kappa

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Re:Per sempre Tommaso
« Risposta #2 : Venerdì 2 Dicembre 2016, 11:34:38 »
40 anni (MAI) senza Maestrelli, [...]

Maestrelli non se n'è mai andato anche se è scomparso. Quindi oggi celebriamo i primi quaranta anni mai senza Maestrelli.

Il Maestro è tra noi, silenzioso ma immanente, ogni qual volta si parla della Lazio.
Egli è, indiscutibilmente, la Lazio.

L'unico vero atroce rimpianto, per me tifoso della Lazio, è il non avere avuto modo di poter avvicinare - anche una sola volta, anche solo per stringergli forte la mano e sussurrare solo un "grazie", che sembra poco ma che contiene tutto - l'uomo di sport che ha dato alla Lazio più di quanto nessuno mai darà alla Nostra.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline 74

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Re:Per sempre Tommaso
« Risposta #3 : Venerdì 2 Dicembre 2016, 13:53:25 »
...

:band2:

...
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Anselazio

Re:Per sempre Tommaso
« Risposta #4 : Venerdì 2 Dicembre 2016, 16:13:31 »
Maestrelli non se n'è mai andato anche se è scomparso. Quindi oggi celebriamo i primi quaranta anni mai senza Maestrelli.

Il Maestro è tra noi, silenzioso ma immanente, ogni qual volta si parla della Lazio.
Egli è, indiscutibilmente, la Lazio.


Parole potentissime quanto vere...indiscutibilmente

Offline Er Matador

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Re:Per sempre Tommaso
« Risposta #5 : Venerdì 2 Dicembre 2016, 17:09:41 »
Bellissime parole, Franz.
Mi permetto solo di aggiungere che il Maestro, a quella Lazio, diede anche un gioco fra i più spettacolari e innovativi di quel decennio.
Giusto rendere omaggio a una vicenda irripetibile sul piano umano, ma senza dimenticare che stiamo parlando di un grande allenatore.

Offline BobLovati

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Re:Per sempre Tommaso
« Risposta #6 : Sabato 3 Dicembre 2016, 11:51:05 »
... non dimentichiamo neppure che, da capitano, pilotò la xxxx in serie B, per la prima volta di una squadra della capitale.
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”