www.corrieredellosport.itdi Alberto Dalla Palma
Leggi il commento sulla vittoria della Lazio di Sarri al Maradona La partita perfetta di Sarri si celebra al Maradona, dove nessuno ha ancora dimenticato il Napoli di Higuain, di Mertens, di Callejon, di Koulibaly e di Jorginho. Il Masaniello biancoceleste è tornato nello stadio dove era diventato celebre e ha costruito la Lazio dei suoi sogni, quella che cercava da più di un anno: solida, organizzata, compatta e pronta a ripartire negli spazi che le venivano concessi. Il timore che Osimhen e Kvara potessero abbattere la difesa di Mau è svanito anche nei momenti più difficili: il nigeriano ha colpito una traversa con un colpo di testa mentre il georgiano si è liberato solo un paio di volte per i suoi temibili cross a rientrare su cui il Napoli ha spesso segnato in questa stagione. L’attenzione dei biancocelesti è stata ossessiva come mai l’avevamo vista in passato: Sarri la inseguiva da tempo, quando parlava di organizzazione collettiva si riferiva proprio alla modalità con cui una squadra si deve opporre agli avversari e finalmente al Maradona si è tolto una delle più grandi soddisfazione della sua carriera.
Premesso che la Lazio ha giocato una partita capolavoro, bisogna individuare in Vecino e Luis Alberto i simboli di una notte indimenticabile, che Mau e i suoi giocatori hanno trascorso al secondo posto in classifica grazie a tre successi consecutivi e, appunto, al colpo contro il Napoli. L’inserimento dell’uruguaiano davanti alla difesa, al posto di Cataldi, è stata la mossa la mossa vincente di Sarri, che si è deciso a cambiare dopo mesi di riflessione. A lui Vecino piace come mezzala, non come centrale alla Jorginho: stavolta ha studiato la mossa e ha addestrato l’ex interista a muoversi tra la qualità di Luis Alberto e la potenza di Milinkovic. Non solo il gol decisivo e vincente, ma anche la grande occasione in avvio in cui Di Lorenzo ha tolto il pallone dalla porta con un salvataggio incredibile: sarà difficile, adesso, considerare Vecino solo il dodicesimo giocatore come è accaduto fino a ora.
Lo spagnolo, invece, è diventato il rappresentante del sacrificio e della dedizione alla causa: ha messo la sua enorme qualità al servizio della Lazio, soprattutto nelle uscite dal basso, ma ha anche corso e difeso come poche altre volte era riuscito a fare. Una crescita intravista nelle ultime settimane e che il tecnico ha premiato dopo il gol decisivo contro la Sampdoria: il merito del cambiamento di Luis Alberto, sul cui futuro adesso dovranno riflettere tutti con molta attenzione, è proprio di Sarri, che non lo ha mai abbandonato e lo ha stimolato a cambiare atteggiamento, in campo e fuori. Vedere un giocatore di così grande talento sacrificarsi come ha fatto al Maradona per Mau, probabilmente, vale ancora più dei tre punti conquistati con una gara perfetta.
Lazio, scatto Champions
Un successo che può cambiare il campionato della Lazio, frenato prima dai deludenti pareggi contro Empoli, Fiorentina e Verona e riacceso adesso da un’impresa che forse nemmeno il più ottimista dei tifosi biancocelesti si sarebbe mai aspettato. Fino a ieri sera, il Napoli aveva perso solo a Milano contro l’Inter di Simone Inzaghi e, soprattutto, aveva vinto le ultime otto: un segnale forte, per tutti, nel torneo ristretto che vale la qualificazione Champions. Per tre posti ci sono cinque squadre: le due romane, le due milanesi e l’Atalanta. Ecco perché il successo del Maradona può fare la differenza se la squadra di Sarri manterrà la continuità delle ultime settimane, in cui è stata impegnata anche in Europa, dove tornerà martedì contro l’Az. Sarri dovrà fare delle scelte, cambiare qualche interprete cercando di mantere lo stesso rendimento: la Conference è già diventato un palcoscenico interessante, ma la qualificazione Champions potrebbe davvero cambiare il futuro della squadra e della società, che non naviga nell’oro e che da un’eventuale qualificazione potrebbe trovare, per la prima volta, lo slancio per investire e aumentare le proprie ambizioni.