Autore Topic: Milinkovic, Lazio alla ricerca del Sergente perduto  (Letto 186 volte)

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Milinkovic, Lazio alla ricerca del Sergente perduto
« : Mercoledì 1 Marzo 2023, 10:00:45 »
www.corrieredellosport.it




di Daniele Rindone

Dopo il Mondiale è sparito: con la Sampdoria una prestazione opaca sottolineata anche dai malumori del pubblico


                   ROMA - Ogni Achille ha il suo tallone. Anche Milinkovic è umano. Dopo una settimana di gastroenterite s’è ripresentato in campo svuotato, senza troppe forze. «Ha perso 4 chili in 4 giorni», la rivelazione di Sarri. Non era lui contro la Samp. E non nasconde di non sentirsi il vero Sergente: «Se è tornato il vero Milinkovic? Non ancora. Sto crescendo, provo a dare il massimo e ad aiutare la squadra», aveva detto Sergej nel prepartita. Il vero Milinkovic si è visto a sprazzi dopo il Mondiale, non è un caso che abbia segnato un solo gol e servito un solo assist. Del suo irrompere in partita ci sono state poche tracce. Non è mai mancato l’impegno, ha sempre combattuto. Per lui vale lo slogan “vorrei, ma non ci riesco” più che non posso. Dopo l’infortunio di Torino, acutizzato al Mondiale, non ha mai trovato la forma migliore. L’avventura in Qatar ha contribuito a indebolirlo, a fiaccarlo. E le voci sul futuro, con il contratto che si assottiglia sempre più, sicuramente incidono. Forse è solo una crisi atletica. Forse di vocazione pensando al futuro. Forse d’identità. Qualcosa lo sta limitando.


I fischi

Il prezzo lo ha pagato lunedì, mai si erano uditi fischi verso il Sergente, da sempre osannato. Si sono percepiti al momento del cambio, quando mancavano cinque minuti al 90’. E’ stata una reazione impulsiva, incontrollata. Chissà se provocata anche dalla disillusione legata alla separazione che sembra ormai vicina. Non si può parlare dello scoppio di un amore in crisi, ci mancherebbe. Ma ogni rapporto che rischia di interrompersi provoca avvilimento. Milinkovic è sempre il Sergente adorato dai laziali. Nessuno è esente da critiche e forse non tutti conoscevano le difficoltà fisiche di Sergej. Era il primo a sognare una notte diversa nel giorno del suo 28º compleanno: «Un regalo? Per il compleanno una bella vittoria così possiamo dormire tranquilli, per il resto abbiamo un obiettivo ed è quello di arrivare tra le prime quattro», era stata un’altra delle confessioni prepartita. Milinkovic ieri ha staccato, s’è goduto la quiete familiare. Il compleanno di lunedì l’aveva vissuto in ritiro a Formello, è stato prolungato di 24 ore. Sergej ha pubblicato una foto tenerissima su Instagram, lui e la figlioletta Irina in primo piano. Era molto sorridente. La Lazio continua ad aggrapparsi a Sergej così come fa con Immobile e Luis Alberto, ai loro colpi, alla loro vena trascinante. Da Sergej ci si aspetta un ultimo regalo soprattutto se la prossima, come tutti credono, sarà l’estate dell’addio.


Il parere

Di Milinkovic ieri ha parlato Bruno Giordano, leggenda biancoceleste, senza sconti: «Milinkovic è ormai un caso a parte - ha detto a Radiosei - sono troppi mesi che gioca male e gli stiamo dando troppi alibi. Non segna, non fa assist. Il Mondiale lo hanno fatto decine di calciatori, ma sono tutti tornati a giocare ai loro livelli. Lui no. E’ un’intera stagione che si sta trascinando così, tra una mezza prestazione e una delusione. Se si parla di un giocatore straordinario lo devi dimostrare. Sia prima del Mondiale che dopo il Mondiale». Il dibattito è aperto.

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