www.corrieredellosport.itBen 5 presenze su 6 in Europa, ma solo 86 minuti in campionato. Il centrale punta a convincere Sarri di Marco Ercole
Dopo l’Europa, ora vuole provarci pure in Serie A. L’obiettivo di Gila è chiaro, conquistare la Lazio in tutte le competizioni, non solo in quelle Uefa. Fino a questo momento quello è stato il suo palcoscenico. Il 22enne spagnolo ha giocato da titolare 5 partite su 6 di Europa League (ha saltato solo l’ultima del girone contro il Feyenoord) e 2 su 2 nel doppio confronto con il Cluj che ha garantito l’accesso agli ottavi di Conference League. Un totale di 588 minuti, ben diverso rispetto agli appena 86 accumulati ad oggi in campionato, spalmati su 4 presenze.
Progressi
Una differenza di minutaggio che Sarri ha spiegato nel post-partita in Romania: «Qualcuno dei ragazzi più giovani ha fatto bene, come Gila. Ora bisogna valutarlo in partite pulite, quando c’è bisogno di impostare. Nelle ultime gare i nostri difensori hanno toccato più di 100 palloni. Serve difendere ma anche impostare. Mario sembra poterlo fare, anche se a volte si prende qualche rischio di troppo. È un giocatore che lo scorso anno giocava in terza serie spagnola. In prospettiva va bene, ci sta dando una sensazione positiva di crescita». Già, perché la sua prova in coppa è stata ancora una volta positiva. L’ex canterano del Real Madrid si è mostrato veloce e attento (pur affidandosi spesso a scivolate un po’ al limite e tratti rischiose), facendo vedere pure una buona personalità quando è stato chiamato a uscire dalla linea difensiva o in fase di impostazione. È proprio sotto quest’ultimo punto di vista che sta registrando i più grandi miglioramenti rispetto al giorno del suo arrivo a Roma, dei progressi che non sono passati inosservati all’allenatore biancoceleste.
Esperienza
Ecco perché adesso Gila vuole provare a scalare le gerarchie, quelle che lo vedono dietro Casale e Patric per il ruolo di partner di Romagnoli al centro della difesa. Una scalata che sta cercando di portare a compimento con il lavoro, impegnandosi negli allenamenti e ascoltando le indicazioni di Sarri. D’altronde il suo è stato un percorso in salita, come era normale che fosse per un ragazzo che in carriera, a parte giocare con il Real Madrid Castiglia nella Serie C spagnola, aveva collezionato solamente 23 minuti in Liga, nelle sue due presenze dello scorso campionato contro Espanyol (nel giorno della festa per la vittoria matematica del titolo della squadra di Ancelotti) e Levante. Troppo poco insomma per potersi presentare subito come titolare nella Lazio. L’esperienza accumulata fino a questo momento, però, lo sta aiutando a crescere e migliorare. La società su di lui crede molto, ha investito 6 milioni per portarlo in Italia. E i frutti si stanno vedendo con le prestazioni in Europa. In attesa di vederlo alla prova pure in Serie A.
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