Con lo 0-0 in Lituania, gli azzurrini battono la concorrenza di Serbia e Slovenia e - forti sopratutto di una difesa da 3 gol subiti nelle 10 partite del girone - accedono alla fase finale del torneo continentale di categoria, che si disputerà in Polonia.
Può sembrare un risultato ovvio, che smette di apparire tale alla luce di due considerazioni.
Primo: tra le escluse figurano Francia (superata dalla super-sorpresa Rep. di Macedonia), Spagna e Croazia (superate dalla Svezia), Olanda (superata dalla Slovacchia).
Fra l'altro, quasi tutte formazioni cariche di gloria più o meno recente nella competizione.
Secondo: le condizioni in cui opera il Ct, dall'assoluta solitudine a una coscrizione basata quasi unicamente sull'eleggibilità anagrafica, col rischio reale di non arrivare a undici.
Il migliore riscontro del lavoro svolto non sono i risultati, ma una considerazione.
Di Biagio non ha beneficiato dell'attività dei club nel lanciare i giovani, limitandosi a selezionarli e assemblarli.
Ha dato spazio per la prima volta a degli autentici sepolti vivi, della cui esistenza le rispettive società si sono talvolta accorte - coi relativi vantaggi per il patrimonio tecnico ed economico - solo dopo il debutto nell'Under.
Potrà essere un personaggio discutibile sotto altri aspetti, a partire dai criteri che hanno portato alla sua nomina: ma è uno fra i pochissimi che cercano di dare un futuro tecnico a un movimento in via di estinzione.
E quindi credo meriti almeno di essere ringraziato.