www.corrieredellosport.itdi Fabrizio Patania
Domani torna a Verona e il ct lo tiene d'occhio per marzo: gli serve continuità ROMA - Sarri gli chiede di attaccare la porta. Otto gol e quattro assist, Zaccagni non ha mai inciso e segnato così tanto in carriera. Complice l’infortunio di Immobile, è riuscito persino a diventare l’italiano più prolifico del campionato di Serie A. Occupa la quinta piazza accanto ad Arnautovic, Leao e Diao. Davanti ci sono soltanto Osimhen, Lookman, Lautaro Martinez e Nzola. Niente male per un ex centrocampista, diventato esterno d’attacco con la Lazio. Domani tornerà al Bentegodi per la prima volta dall’epoca del suo trasferimento, uno dei più indovinati dell’attuale gestione e realizzato il 31 agosto 2021. Sette milioni di euro spesi benissimo da Lotito. A Verona indossava la fascia di capitano, un’avventura lunga cinque anni (più un altro di settore giovanile), 146 partite e 15 gol. Al talento romagnolo, sbocciato giovanissimo con Marco Osio (l’ex Parma) nel Bellaria Igea Marina, rimproveravano solo un difetto di continuità: grandi prestazioni e lunghe pause.
Rincorsa
Continuità di rendimento, dopo il primo anno, sta trovando adesso alla Lazio. Deve insistere. Mancini lo tiene sotto osservazione. Uno spiraglio azzurro si è riaperto per l’esterno prediletto da Sarri. Verrà valutato e seguito con attenzione nei prossimi quaranta giorni. Le porte della Nazionale non sono chiuse, ma bisogna meritare la convocazione e un pochino pesa l’episodio della scorsa estate, quando Zaccagni e Lazzari chiesero di lasciare (insieme e nella stessa serata) il ritiro di Coverciano per motivi fisici. Mattia soffriva di un’infiammazione al tendine rotuleo del ginocchio. Mancini e lo staff medico rimasero sorpresi, era l’inizio di giugno e ritenevano che quel tipo di fastidio potesse essere gestito o riassorbito per tornare a disposizione nel giro di pochi giorni. Il girone di Nations era un’opportunità da sfruttare mentre si stava formando il nuovo gruppo azzurro.
Spiraglio
Ora Zaccagni è costretto a inseguire, ma il ct non ha preclusioni e soprattutto in certi ruoli continuerà a cercare dopo l’uscita di scena di Insigne. In previsione del debutto europeo con l’Inghilterra (23 marzo a Napoli) ha perso di nuovo Zaniolo, se non giocherà nel prossimo mese, e confida nel pieno recupero atletico di Chiesa, soggetto ai naturali stop muscolari venendo da un anno di inattività. Gnonto è stato promosso stabilmente in Nazionale, Berardi e Politano sono prime scelte sulla fascia destra, Grifo viene dalla doppietta di Tirana con l’Albania. Zaccagni ci può stare, a patto di proseguire a questi livelli. E poi dipenderà anche dalle idee tattiche di Mancini, oscillante tra il probabile ritorno al 4-3-3 e l’opzione 3-5-2 per l’avvio del girone con Inghilterra e Malta.
Falli
Mattia, intanto, deve aiutare la Lazio a credere nella corsa Champions. Sarri, anche a Torino con la Juve, ha dimostrato quanto stesse pensando alla trasferta di Verona. Deve cancellare il crollo dello scorso anno (1-4) che lo mandò al manicomio. Zaccagni non c’era, saltò il ritorno al Bentegodi, bloccato (anche all’epoca) dal problema al ginocchio che va tenuto d’occhio. Domani, invece, si presenterà da trascinatore, spesso il più bersagliato di falli dai difensori avversari e poco tutelato dagli arbitri. Il suo modo di giocare lo espone alle botte. Riesce a proteggere il pallone come pochi (o forse nessuno) in Serie A, non riescono mai ad anticiparlo, semmai lo stendono. Mattia, se non parte dettando il passaggio lungo in profondità, si gira come un compasso e se ne va con il suo cambio di marcia. Solo Cuadrado, all’Allianz Stadium, è riuscito a contenerlo. Domani il duello con Depaoli orienterà il posticipo.