Autore Topic: Stadio della Lazio, Onorato: “I vincoli del Flaminio una scusa di Lotito”  (Letto 189 volte)

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di Giorgio Marota

Parla l’assessore allo Sport: «Noi aspettiamo ancora la sua proposta. Piano B? Siamo all’oscuro»

                   ROMA - «Ci dispiace, perché i tifosi della Lazio avevano creduto davvero nel Flaminio. E noi con loro». Alessandro Onorato, l’assessore allo sport, ai grandi eventi, al turismo e alla moda di Roma Capitale, replica così alle dure parole di Claudio Lotito, che nei giorni scorsi si è detto “prigioniero” da 19 anni di una situazione di stallo. Il patron laziale ha accusato il comune di aver ostacolato i suoi progetti per la costruzione di una nuova casa biancoceleste, ma secondo Onorato sono solo «strumentalizzazioni». Assessore, Lotito parla del Flaminio come di un impianto inadeguato rispetto alle esigenze della Lazio. «È normale che la Lazio debba avere uno stadio di 45mila posti con la copertura. E infatti poteva presentare un progetto. Il senatore Lotito sa benissimo che l’emendamento “sblocca stadi” del Decreto Semplificazioni fa in modo che determinati vincoli possono essere superati». Parla dei vincoli della soprintendenza? «Sta utilizzando come scusa il parere della soprintendenza di febbraio su un altro progetto di valorizzazione del Flaminio, che nulla ha a che vedere con quello dello stadio biancoceleste. Cita il parere della soprintendenza che lo ostacolerebbe, senza però considerare lo “sblocca stadi” che permette di superare i vincoli per stadi destinati a competizioni internazionali». Allora perché la Lazio non ha mai presentato un progetto? «Non lo so, dovrebbe chiedere a Lotito. Con il sindaco Gualtieri abbiamo incontrato il presidente 8 mesi fa e lui si era detto interessato al Flaminio».

Lotito sostiene anche di avere un piano B e che il comune non è disponibile a prenderlo in considerazione. «Questa poi è una vera novità. Non ci ha mai parlato di altre aree». E i terreni di proprietà sulla Tiberina? «Se l’obiettivo di Lotito è costruire lo stadio altrove è liberissimo di proporlo, però ce lo poteva dire prima senza tirare in ballo il Flaminio per mesi». «Il progetto lo presento solo se so che potrà essere approvato», dice il patron. «Un approccio sbagliato. Nessun imprenditore può dire a un’istituzione pubblica “io presento il progetto solo se ho un ok preventivo”. Se non presenti il progetto, l’iter non parte nemmeno».

Parcheggi, spazi e viabilità: altri problemi insuperabili? «Se c’è un’area iper-connessa in centro con il servizio pubblico è il Flaminio, tra bus, tram e metro. E poi ci sono più parcheggi lì che all'Olimpico». Partita chiusa, quindi? «Questo lo ha detto lui. Noi abbiamo aspettato la proposta della Lazio per rispetto della società e dei tifosi. Abbiamo garantito tutta la collaborazione e vogliamo continuare a farlo. Il presidente non si nasconda dietro problemi che non ci sono. Al Franchi sono stati superati i vincoli e quello stadio è stato fatto dallo stesso architetto, ben 40 anni prima del Flaminio». E se Lotito vi proponesse lo stadio in un’altra area? «Saremmo pronti ad ascoltarlo e a valutare, quando porterà un progetto». Senza Lazio, quale sarebbe il destino di questo impianto? «Noi vogliamo riaprirlo. Innanzitutto l’abbiamo bonificato. L’idea è di mettere nel bilancio comunale i fondi per la progettazione del recupero e di chiederne altri al governo per la ristrutturazione. È evidente che se la Lazio non ha interesse a utilizzare questo impianto, il comune lo riaprirà ai cittadini e per lo sport di base, ma anche a una terza squadra calcistica della Capitale, alla Roma femminile di calcio per le coppe europee, al rugby e alle partite della nazionale Under 21». L'iter dello stadio della Roma invece a che punto è? «Presto approveremo in Giunta la delibera di pubblico interesse. Stiamo rispettando i tempi, con la Roma procede tutto perfettamente».

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