www.lalaziosiamonoi.it“Di rinnovo non parlo”. Keita Balde Diao pensa solo al campo, dopo un avvio difficile ha guadagnato di nuovo la fiducia di Simone Inzaghi. Ora è il titolare della Lazio, in estate invece sembrava sul punto di lasciare Roma. Di mezzo c’è un contratto in scadenza nel 2018, la dirigenza biancoceleste in pressing vuole strappare il sì del giocatore. Ma per ora è uno scenario impossibile.
FIRMA LONTANA - L’intenzione di Keita è chiara: a certe condizioni non vuole firmare ancora con la Lazio. Gli 1,5 milioni di euro compresi di bonus offerti non bastano, serve di più. Claudio Lotito tratta in prima persona, per ora però ha trovato solo un muro. Soprattutto perché il giovane senegalese ha alle spalle una discreta corte. Una squadra è pronta addirittura ad offrirgli 3 milioni di euro all’anno. Impensabile sperare di prendere tale somma in biancoceleste. E se sia una mossa solo per spaventare il club?
CHI LO VUOLE - Il Monaco in estate ci ha provato con circa 18 milioni, ne mancavano almeno 7 per arrivare alla richiesta di patron Lotito. Potrebbe tornare alla carica già a gennaio. In Spagna c’è l’Atlético Madrid con il Cholo Simeone grande estimatore dell’esterno. Occhio poi alla Serie A. Il Milan a gennaio aprirà le casse, dalla Cina arriveranno circa 100 milioni di euro per fare mercato. E poi c’è la Juventus, che pensa a Keita per aumentare il potenziale offensivo, prendere un giocatore giovane e di grandissima prospettiva.
SPAURACCHIO ART. 17 - La norma FIFA prevede la risoluzione unilaterale del contratto senza giusta causa. Ma a delle condizioni. La prima, è che un giocatore che ha più di 28 anni deve aver firmato il contratto da almeno 2 anni. La seconda, ne servirebbero 3 se avesse meno di 28 anni. Chiaro che la situazione di Keita, 21 anni, sia la seconda. Il primo contratto con la Lazio l’ha firmato nell’estate del 2014, dal prossimo anno potrebbe ricorrere all’articolo 17 e salutare così i colori biancocelesti. In cambio dovrà versare solo un indennizzo alla società, somma stabilita dalla FIFA stessa in base a diverse circostanze. Un particolare c’è però e non va sottovalutato: il calciatore svincolatosi non potrà trasferirsi nei 12 mesi successivi in un’altra squadra dello stesso campionato. Niente Italia dunque, ma solo estero.
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