www.corrieredellosport.itdi Lorenzo Scalia
Il peso atletico e tecnico dei due biancocelesti è rilevante: oltre 12 km a testa durante la sfida con il Sassuolo ROMA - «Le partite si vincono a centrocampo». Un motivetto che andava di moda ai tempi di Trapattoni e Zoff ma che si cuce addosso anche al calcio moderno. Non è filosofia, ma un concetto concreto che va al di là della costruzione dal basso. Se corri (bene e intensamente) lì in mezzo hai alte probabilità di chiudere la giornata con i tre punti, a prescindere dal modulo. Il successo contro il Sassuolo, quindi, passa pure dai chilometri macinati da Milinkovic e Luis Alberto, che hanno fatto letteralmente vedere la polvere alle due mezzali del Sassuolo, Traore e Frattesi.
I dati
I numeri sono un pezzo di verità: il primatista della partita è risultato Milinkovic-Savic con 12,938 chilometri percorsi, subito dietro si è piazzato Luis Alberto con 12,339 chilometri mandati nel report delle statistiche. Frattesi, il migliore dell’altra parte del campo, si è fermato a 11,299 chilometri, risultando tra l’altro indietro rispetto a Felipe Anderson e Hysaj. Insomma, la Lazio ha messo in mostra a Reggio Emilia un centrocampo supersonico. Che sa abbinare la qualità (non c’erano dubbi) alla quantità di passi bruciati sull’erba.
Convivenza
Sarri in passato aveva messo in dubbio la convivenza tra Milinkovic e Luis Alberto, forse anche per lanciare segnali interni, ma adesso la questione si è ribaltata: due giocatori così non possono non giocare insieme. E’ questa la sentenza che è uscita al termine di Sassuolo-Lazio. Se Milinkovic è una certezza del centrocampo biancocelste, non si può dire lo stesso per Luis Alberto, che ha nelle corde una vocazione più offensiva, da trequartista. Ma alla fine, nella pancia del Mapei Stadium, è stato proprio lui a prendersi le parole più dolci da parte dell’allenatore: «Luis Alberto ha fatto la miglior partita da quando sono arrivato alla Lazio. Giocando così, ci possiamo permettere tutto...». E pensare che lo spagnolo era in forse per un leggero fastidio agli adduttori. Il campo poi ha parlato. E l’allarme della vigilia si è spento immediatamente. Ancora: «Siamo in un momento in cui Cataldi sta bene, Luis Alberto sta benissimo, Milinkovic è tornato stanco mentalmente dal Mondiale ma negli ultimi dieci giorni sta dando segnali di crescita importanti. Quando stanno bene tutti e tre è giusto farli giocare». Traduzione: il centrocampo tipo è questo.
Niente addio
Luis Alberto rimarrà a Roma. Ha chiuso l’ipotesi Cadice, almeno per il momento, rinviando il discorso trasferimento. «Se avessi avuto problemi con la società non sarei qui da sette anni - spiega lo spagnolo - ho un ottimo rapporto con il presidente e il direttore sportivo e dopo la sosta ho parlato con Sarri chiarendo tutto. Non siamo migliori amici ma abbiamo un rapporto normale. Poi si vedrà, il mio desiderio è finire la carriera in Spagna. Ho parlato con il Cadice perché è la squadra del mio cuore. Ho ancora due anni e mezzo di contratto qui e mi hanno detto che in questo momento la mia cessione è impossibile. Ma fin quando sarò a Roma darò tutto per la Lazio».
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