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Si terrà il prossimo 1° luglio l'udienza preliminare del procedimento che vede imputati il ds della Lazio Igli Tare e Armando Calveri, segretario generale della società: i due dirigenti biancocelesti sono accusati di falsa testimonianza nell'ambito della vicenda relativa a Mauro Matias Zarate, il giocatore argentino che dopo una lunga diatriba giuridica era stato condannato dal Tribunale Arbitrale di Losanna (Tas), in solido con il Velez, a pagare un indennizzo di circa 6 milioni di euro perché nell'agosto 2013 si era svincolato unilateralmente della Lazio, sfruttando l'articolo 17 del regolamento Fifa sui trasferimenti. Il Gup Patrone aveva dovuto rinviare l'udienza, inzialmente prevista per il 15 aprile, su richiesta dello staff legale dei collaboratori di Claudio Lotito, istanza esposta per motivi strettamente personali.
Come già illustrato più volte, in sede sportiva il tribunale svizzero, Cassazione della giustizia sportiva, aveva negato l'esietenza dei presupposti giuridici per liberarsi poiché il giocatore era stato messo in condizione di svolgere il proprio lavoro. Zarate, sostenuto in qusta istanza da Luis Ruzzi, da sempre viciono alla famiglia della punta attualmente in forza alla Fiorentina, ha proseguito la battaglia prima in sede di giustizia civile, sezione Lavoro, ramo da cui è derivata questa fattispecie penale che ha condotto alla richiesta di rinvio a giudizio la cui fondatezza sarà al centro dell'udienza preliminare del 1° luglio.
La Procura di Roma, nella persona del pm Carla Canaia, ha infatti chiesto il rinvio a giudizio dei due dirigenti per quanto reso nella deposizione davanti al giudice del lavoro nell’udienza del 6 novembre 2014. «Perché affermavano falsamente - si legge nel capo di imputazione - che Mauro Zarate dopo il mese di marzo 2013 e fino all’inizio del mese di giugno 2013 non si era presentato nel centro sportivo di Formello e non aveva più partecipato agli allenamenti previsti». La pronuncia di Canaia si basa su quanto prodotto dall’argentino alla Procura per dimostrare come lui in realtà tra marzo e giugno 2013 fosse a Formello allenandosi regolarmente e professionalmente.
Lo staff legale di Maurito ha presentato sia le testimonianze di due ex compagni di squadra, Diakite e Cavanda - che all'epoca si allenavano in orari differenti rispetto al resto della prima squadra allenata da Vladimir Petkovic - sia foto scattate di nascosto e brevi video girati nel corso degli allenamenti, frames con un quotidiano in mano per indicare una data e una location per dimostrare che Zarate c'era. La Lazio, rappresentata dall'avvocato Gian Michele Gentile, sostiene le tesi che il calciatore ad aprile e giugno non fosse presente con continuità nel quartier generale laziale, portando a sostegno di questa tesi sia le testimonianze di tesserati come Mauri e Petkovic, sia il certificato medico prodotto dallo stesso calciatore nel quale si attestava la necessità di un periodo di riposo dovuto allo stress subìto a causa della vicenda.
L'udienza preliminare servirà quindi a verificare la bonta delle due tesi, il Gup, Patrone, alla fine dell'udienza, considerata la mancata richiesta sia di riti alternativi sia di patteggiamento potrà percorrere due strade: rinviare a giudizio accogliendo le richieste del pm Canaia; diversamente, laddove non ritenesse probanti le tesi dell'accusa, il Gup può dichiarare “il non luogo a procedere” e prosciogliere l'imputato (pronuncia diversa dall'assoluzione).
