Il Messaggero
Flop annunciato per un allenatore da provincia ROMA - Gabriele De Bari
Stefano Pioli è arrivato al capolinea, un esonero che ha chiuso la sua stagione sciagurata nella quale ha gettato al vento quanto di buono proposto nello scorso anno, perdendo tutto e anche di più. Un fallimento su tutta la linea fino alla disfatta dell’ultimo derby, che gli è costata la panchina e gli ha confermato l’etichetta di ”perdente”. Errori, proclami stucchevoli e mai rispettati, tanto fumo gettato negli occhi del popolo laziale. Una sconfitta e una figuraccia dopo l’altra, commentate con frasi scontate e sempre uguali. Tre derby persi su 4, terzo consecutivo, il più pesante con la Roma che ha chiuso tra gli olé dei tifosi giallorossi che hanno convinto Lotito a prendere una decisione già pensata sia dicembre, che dopo lo Sparta. Al gol del 4-1 il tecnico è rimasto imbalsamato e sconsolato davanti alla panchina, al fischio finale è sceso con passo svelto e a testa bassa negli spogliatoi. Il ritratto della disfatta, il capolinea di un viaggio finito male dopo tante fermate sbagliate.Sentiva nell’aria che sarebbe stata l’ultima apparizione all’Olimpico, avvertiva il precipitare degli eventi, la società da tempo non aveva più fiducia in lui, e le parole del comunicato ufficiale sono soltanto di circostanza.
FALLIMENTO
L’allenatore è passato dalle stelle alle stalle. Qualche sprovveduto lo aveva persino paragonato al grandissimo Maestrelli. Ma i primi segnali negativi sono arrivati dalla fase di ritiro, con tutte le amichevoli perse, compresa quella con il Vicenza, per non parlare del teatrino della fascia di capitano che ha diviso lo spogliatoio. Si pensava a una Lazio da inquadrare ma la finale di Supercoppa, giocata contro una Juventus non ancora pronta, segnò l’inizio della fine. Sconfitta senza attenuanti, senza un tiro in porta. Da buon aziendalista ha accettato una campagna acquisti sballata e inadeguata, ha affermato che il reintegro di Mauri avrebbe sistemato l’attacco, per poi rimangiarsi tutto, ha gestito male le risorse tecniche, ha ”accantonato” Morrison per tutto il torneo. La nottataccia di Leverkusen, nonostante le dichiarazioni bellicose della vigilia, ha bruciato le speranze di giocare la Champions. Eliminazione senza rimpianti, in balia dei tedeschi, che brucia ancora. Pioli promise il riscatto immediato ma arrivarono 2 storiche umiliazioni: 4-0 in casa del Chievo, 5-0 a Napoli. Ed ancora il derby perso dell’andata e la sesta sconfitta, su 6 incontri, con la Juve in Coppa Italia. In quasi 2 anni ha steccato tutti gli appuntamenti importanti e non ha neppure sfruttato il regalo di Higuain dal dischetto. Pioli, che ha sempre raccontato di vedere il bicchiere mezzo pieno, è andato anche oltre. Il suo ”innamoramento” per il greve Djordjevic ha avuto dell’inspiegabile: l’ha sempre preferito a Klose. Lontano dalle posizioni nobili della classifica, già a febbraio, sperava di arrivare in finale di Europa League: altro fumo, altra illusione. Fuori contro il primo avversario discreto, subendo gol in contropiede. Undici sconfitte in campionato, 4 nelle coppe: ha distrutto quel poco di Lazio che era rimasto in piedi dalla passata stagione.E’ rimasto provinciale senza mai calarsi nella realtà di una grande squadra: saranno davvero in pochi a rimpiangerlo.
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