www.calciomercato.comdi Luca Capriotti
In cammino, con speranza. La Lazio continua il suo percorso di crescita nel segno di
Sarri e dei suoi pretoriani. Il
Midtjylland si conferma squadra rognosa, combattente, ad alti ritmi, ma la Lazio tiene, stavolta tiene. Non solo, sale di livello, cresce, schiaccia i danesi. Non solo: i big salgono in cattedra. Chi ci legge lo sa: il problema di giocare ogni 3 giorni è sempre stato quello, la tenuta dei giocatori di talento che elevano il gioco della Lazio. E stavolta bussano forte, coi piedi, come si dice a Roma.
Coi piedoni di diamante di Milinkovic Savic.MILINKOVIC GOD MODE - Il serbo, da capitano, sale di livello altissimo man mano che la partita va, si prende sulle enormi spalle la Lazio. Lotito gode: il suo talento sta maturando in maniera credo definitiva,
Milinkovic Savic si sta consacrando come uno dei migliori centrocampisti del mondo, e chi lo nega è in malafede. Non so se vale 120 milioni, ma vale tantissimo.
Fa la differenza, è un vero game-changer quando entra in God Mode. Cambia la partita, la storia, il destino di una squadra. Questo è, il resto è avarizia di chi non può o non vuole spenderci, ma lo vorrebbe e lo vuole da anni. Non è una questione di valore: quanto saresti in grado di portarlo via, questo capitano cruciale per il gioco della Lazio, per lo spogliatoio, per i tifosi. Gli argomenti non potranno essere solo economici, ma di prestigio, peso.
E ora ci saranno i Mondiali, che potrebbero essere il suo palcoscenico definitivo.
FELIPE E VECINO - Un altro giocatore che è in una pazzesca fase di maturazione è Felipe Anderson. In un momento complicato, senza Ciro Immobile, si sta sacrificando, sta crescendo.
Poi è sempre Felipe: lanciato a rete, ha l'idea di fare il sombrero al difensore invece di andare dritto a fare male, ma avrete notato tutti e tutte come Maurizio Sarri lo stia addestrando, responsabilizzando. Chi non ha bisogno di addestramento?
Matias Vecino è arrivato a fari spenti, ma Sarri lo ha detto subito che sarebbe stato centrale, un titolare plus, ed è dannatamente vero. Si tratta di un veterano che fa le due fasi in maniera intesa, di qualità, potente, ideale per riempire l'area con inserimenti sincronizzati, quelli tanto cari a Sarri.
Il mister si sta divertendo, e si vede: la squadra sta crescendo, il cammino continua, e per ora l'infortunio pesante di Immobile è reso meno duro da 2 vittorie su 2, nemmeno semplici, anzi.
ROMEROLANDIA - Chiudo con
l'hype-man per eccellenza:
Luka Romero è atteso, concupito, ogni sua giocata – e le sta facendo, ieri tunnel di tacco ma vi vedo tranquilli – è analizzata, spiegata, fa appassionare. I tifosi della Lazio, scherzandoci un po' su, lo aspettano come una specie di epifania. Questo ragazzino sembra avere tutte le caratteristiche per generare attrazione fatale: ha i capelli messianici, un tocco di palla invidiabile, e se ne parla da anni molto bene.
Talmente bene, che ogni volta che entra viene salutato con una specie di standing ovation. Un po' è il bello di questo sport, e il bello di questa Lazio, il bello di questo Romero:
sa di speranza.